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Centoventi paracadutisti dell’esercito USA ad Aviano

Sarà l’unico reparto che l’US Army attiverà in Europa entro il prossimo anno.

La destinazione è Aviano (Pordenone), dove sorge la base aerea statunitense sede del principale comando dell’US Air Force nel vecchio continente, trampolino di lancio dei cacciabombardieri a capacità nucleare F-16 in dotazione al 31st Fighter Wing USA.

Ha già un nome, “56th Quartermaster Company”, letteralmente “56ma Compagnia Timonieri”, è sarà composto da 120 uomini super specializzati nelle tecniche di aviolancio. Ad essi sarà affidato il controllo della nuova piattaforma aerea da cui decolleranno, destinazione Africa, Caucaso, Golfo Persico ed Asia sud-orientale, i militari delle brigate aviotrasportate ospitati nelle installazioni USA di Vicenza.

La decisione d’istituire ad Aviano la “56th Quartermaster Company” è stata resa nota dal comando supremo dell’US Army in occasione della presentazione del piano di trasformazione delle forze terrestri in Europa che prenderà il via nei prossimi mesi. La compagnia di paracadutisti sarà assegnata al 2° Gruppo “Timonieri” della VII Armata dell’US Army, anche conosciuta come “United States Army Europe”, la componente terrestre del Comando USA in Europa di Stoccarda, “USEUCOM”. 
 
Attualmente risiedono ad Aviano una quarantina di militari dell’esercito statunitense, impegnati nella custodia dei depositi di proprietà del comando SETAF (Southern European Task Force) di Vicenza, dallo scorso dicembre anche denominato “US Army Africa” per avere assunto la gestione delle operazioni militari terrestri degli Stati Uniti in territorio africano. Nel giugno 2008, nello scalo aereo friulano sono inoltre stati avviati i lavori di realizzazione di un magazzino con una superficie di 4.000 metri quadrati dove ospitare i materiali necessari per le operazioni di aviolancio e altre attrezzature pesanti dei reparti dell’US Army di Vicenza.

La nuova infrastruttura (“Airborne Equipment/Parachute Shop”), costo 12 milioni e 100 mila dollari, entrerà in funzione entro la fine di ottobre. Essa è stata inserita nel precedente piano finanziario annuale per le installazioni militari USA all’estero, congiuntamente al programma infrastrutturale al “Dal Molin” di Vicenza. Secondo quanto dichiarato dal comando dell’US Army in Europa, l’“Airborne Equipment/Parachute Shop, si è reso necessario per fornire adeguate e permanenti infrastrutture di manutenzione a supporto della trasformazione dell’esercito USA a Vicenza ed Aviano, Italia, in modo da accrescere la sua forza e le sue capacità di proiezione in accordo con le strategie militari degli Stati Uniti d’America, della NATO e della nazione ospitante”.

“A Vicenza o ad Aviano non esistono infrastrutture in grado di soddisfare le nuove esigenze operative”, ha aggiunto USEUCOM. “Gli edifici esistenti sono sforniti di sistemi elettrici adeguati e forniscono scarsissime condizioni per le attività di manutenzione dei paracaduti e delle altre componenti in riparazione. Se questo progetto non venisse realizzato, si assisterebbe ad un progressivo degrado degli equipaggiamenti e, in conseguenza, delle capacità di reazione delle unità della comunità militare di Vicenza. L’infrastruttura, che non rientra tra quelle per cui è previsto un finanziamento NATO, potrà essere utilizzata da altre componenti militari”.
 
Sempre ad Aviano, lo scorso anno è stata completata la costruzione di una infrastruttura atta ad ospitare il personale dell’US Army in “stato di allerta” (“PAHA - Personnel Alert Holding Area”). Si tratta di un edificio di 5.000 metri quadrati dotato di sale indipendenti, in grado di accogliere ognuna sino a 300 paracadutisti in attesa d’imbarco aereo. Complessivamente nell’edificio possono prendere posto sino ad un migliaio di militari USA; accanto è stata pure realizzata una piattaforma per le soste operative dei grandi velivoli da trasporto delle forze armate USA, in grado di ospitare simultaneamente sino a dodici C-130 o cinque C-17. La “PAHA”, costata 7 milioni di dollari, è una copia identica dell’installazione esistente nella base aerea “Pope” di Fort Bragg, Nord Carolina, utilizzata dalla 82ma divisione dell’US Army, il reparto d’elite che combatte in tutti gli odierni scacchieri di guerra. Sin dalla sua inaugurazione, anche la stazione di Aviano ha assunto un ruolo strategico per gli interventi in Iraq e Afghanistan degli uomini e dei sistemi d’arma in dotazione all’esercito statunitense. È inoltre utilizzata per le esercitazioni di allerta e aviolancio della 173ma Brigata aviotrasportata di Vicenza e dei reparti paracadutisti di Italia e alleati NATO. 

 
I nuovi impianti rientrano nel piano di ammodernamento e potenziamento infrastrutturale per il valore di 610 milioni di dollari denominato “Aviano 2000”, finalizzato a trasformare la base nella principale installazione aerea USA in Europa.

Avviato a fine anni ’90, il programma è rimasto pressoché congelato sino al 2005, sia a causa delle nuove priorità del Dipartimento della Difesa in Europa orientale e nel Golfo Persico, sia per la ritrosia di alcuni partner europei della NATO a contribuire finanziariamente ad “Aviano 2000”. Sbloccato l’empasse, in meno di tre anni il volto della grande base aerea friulana è mutato. Oltre al grande deposito-magazzino e all’area d’imbarco per i parà di Vicenza, sono stati realizzati la palazzina-comando del 510° Squadrone cacciabombardieri dell’US Air Force, una grande stazione di telecomunicazioni, una nuova torre di controllo aereo, un modernissimo centro di simulazione volo, un impianto di manutenzione velivoli aerei, un deposito per le attrezzature del 603° Squadrone di controllo aereo, due stazioni anti-incendio, un poligono di tiro al coperto (ancora inattivo perché non conforme alle normative ambientali italiane), più una serie di infrastrutture abitative, scolastiche e per il tempo libero destinate al personale militare statunitense e ai propri familiari (un “fitness center”, un parco giochi per bambini, un centro commerciale, una sala teatrale e cinematografia, un asilo e una biblioteca). Chiude l’elenco il nuovo centro medico inaugurato nella primavera del 2008, il cui costo ha superato I 27,6 milioni di dollari.
 
Ad accaparrarsi buona parte dei lavori di “Aviano 2000”, la Cooperativa Muratori Riuniti di Ferrara (C.M.R.), una delle maggiori società di costruzione della Lega delle Cooperative. Una “coop rossasicuramente nelle grazie di Washington: nel solo periodo 2000-2007, il Dipartimento della difesa ha sottoscritto con la C.M.R. contratti per un valore totale di 241 milioni e 982 mila dollari. Con le forze armate USA, la coop di Ferrara sta pure sperimentando (tra le prime aziende in Italia), la cosiddetta metodologia del “Global Service”, i contratti di “servizio globale” che prevedono l’intervento sia nella fase di realizzazione dei lavori sia in quella successiva della gestione dei servii di manutenzione del patrimonio immobiliare.

Oltre ad Aviano, la Cooperatori Muratori Riuniti è impegnata in contratti pluriannuali “Global Service” nella base dell’US Army di Camp Darby (Livorno) e presso il “Villaggio della Pace” di SETAF-US Army Africa a Vicenza. Lo scorso anno, la C.M.R. è riuscita pure ad entrare nel grande affaire Dal Molin, ottenendo un contratto lavori per 51 milioni di euro dal Consorzio Cooperativa Costruttori di Bologna che si è aggiudicata il mega-appalto per la nuova base USA di Vicenza insieme alla Cooperativa Muratori Cementisti di Ravenna.
 
La Pizzarotti di Parma è l’unica impresa ad aver rotto il monopolio della Lega Coop nella gestione degli appalti per le basi USA nel nord-est della penisola. Ad Aviano, la Pizzarotti ha realizzato la “PAHA - Personnel Alert Holding Area”, l’area d’imbarco per le grandi spedizioni di guerra in Iraq ed Afghanistan. A Camp Ederle, Vicenza, l’azienda ha invece costruito un residence per 300 militari statunitensi.
 
Tra le maggiori novità per le forze terresti USA in Europa, oltre alla nuova compagnia paracadutisti di Aviano, c’è pure il trasferimento di buona parte della 172ma Brigata di fanteria da Schweinfurt a Grafenwöhr, Germania. La presenza di militari USA a Grafenwöhr crescerà così di 1.130 unità. Riduzioni minime del personale statunitense sono invece previste a Vicenza (meno 90 unità rispetto al 2009) e a Camp Darby (-20). Magra consolazione considerando il migliaio di uomini giunti in Italia a rinforzare i nuovi sotto-comandi AFRICOM di Napoli e Vicenza e gli 800 militari NATO attesi a Sigonella con l’attivazione del nuovo sistema inter-alleato di vigilanza terrestre “AGS”.

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