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 Home page > Tribuna Libera > Cassonetti a Ferrara: l’innovazione inutile

Cassonetti a Ferrara: l’innovazione inutile

Recentemente a Ferrara, l'amministrazione comunale ha deciso di trasformare i cassonetti della raccolta indifferenziata introducendo delle innovazioni quantomeno discutibili.

D'ora in avanti, attraverso una tessera magnetica (come se non ne avessimo già abbastanza) da apporre su uno schermo si aprirà un cassonetto a calotta in cui deporre i rifiuti. Ovviamente il sistema permetterà di "schedare" chi usufruirà di tale servizio, ma per il resto non si capisce proprio l'utilità di questa pseudoinnovazione.
 
In comune affermano che ciò consentirà di aumentare ulteriormente la raccolta, mentre invece dov'è già in funzione, la spazzatura è aumentata sì....ma all'esterno di tali cassonetti!
Ciò che fa pensare è la solita domanda: "Chi paga questa "rivoluzionaria" innovazione? 
Risposta: i soliti fessi, ovvero i cittadini! I quali naturalmente non sono manco stati consultati a priori, perché si sa che chi è al potere è talmente illuminato e competente da non avere bisogno di rispettare la democrazia per diffondere le proprie riforme.
E questa è una prassi ormai largamente consolidata nel nostro paese, tanto da essere un malcostume tipico della nostra classe dirigente.
 
Ma ritorniamo ai costi di questa strabiliante innovazione, ossia:
- decine di migliaia di tessere magnetiche da andare a ritirare presso l'Hera (e chi altri, dato che hanno il monopolio di questo settore in quasi tutta l'Emilia); 
- un numero considerevole di cassonetti da trasformare col sistema di apertura a calotta e da predisporre all'apertura elettronica.
Non oso manco immaginare quanto costeranno alla collettività queste grandi trasformazioni che poi sicuramente verranno allargate anche agli altri tipi di cassonetti.
Un bel business per le aziende incaricate di provvedere a tali lavori e un ulteriore aggravio per i cittadini che naturalmente si ritroveranno una TARI più alta da pagare.
 
Per fortuna, sembra che non tutti i cittadini intendano continuare a recitare la parte dei soliti fessi e stiano mobilitandosi per organizzare un referendum.
Speriamo davvero che vada in porto e che possa costituire un segnale di ammonimento ad una classe politica che dovrebbe cominciare ad agire secondo canoni ben diversi da quelli adottati finora, in primis ricordandosi che ci sono delle regole democratiche da rispettare circa la loro gestione e che alla fine della fiera i loro stipendi a fine mese siamo noi cittadini a pagarli.
 
Yvan Rettore
Questo articolo è stato pubblicato qui

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