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Caso Viggiù (Va): Una donna nera può essere leghista?

Aly Baba Faye (clicca qui per vedere il blog di Aly) aveva pubblicato sul suo profilo Facebook una nota che parlava del nuovo sindaco di Viggiù (Va), Sandra Maria Cane, detta Sandy. A Viggiù (Varese) eletto sindaco della Lega di colore - Il Sole 24 ORE.

Il link all’articolo del Sole 24 Ore era accompagnato dal commento: "Ma con tutti i partiti che ci sono, il primo sindaco nero della storia d’Italia, doveva portare proprio il bavaglio verde?".

Al quale io ho sentito il bisogno di rispondere. Ne è nata una lunga chiacchierata lunga un giorno per messaggi su facebook interposti, che ho trovato molto bella e molto interessante e che pubblico qui per condividerla con i lettori di Agoravox.

Aly Baba Faye (09 giugno alle ore 23.59)

Ma con tutti i partiti che ci sono, il primo sindaco nero della storia d’Italia, doveva portare proprio il bavaglio verde?
 
Karim Metref (10 giugno alle ore 11.39)
Il nero americano, per il contadinotto o il borgattaro Verde-padano non è nero ma Americano. Nessuno oserebbe chiamare "bingabonga" un Afro-americano. Così come il giapponese non è "occhi-a-mandorla". E’ soltanto giapponese. In realtà non è il colore che conta veramente. E’ lo spessore del portafoglio. La signora Cane, nel suo piccolo, come la Condoleeza Rice, come Colin Powell (primo nero segretario di stato in USA) non ha né colore né appartenenza tranne quella di essere al servizio dei potenti del momento. Gli afro-americani non si sono mai sentiti orgogliosi di questi due tristi personaggi. Per gli afro-italiani (e anch’io ne faccio parte nonostante il colore della mia pelle) anche questo è un non evento.
 
Aly Baba Faye (10 giugno alle ore 12.55)
Beh il mondo è pieno di persone con disturbi mentali e non è solo questione che riguarda il contadinotto padano. Sono d’accordo sul fatto che la soggezione del potere (economico, sportivo e altro) porta a non vedere più la diversità culturale e "etnica". Non sono d’accordo però sul fatto che un nero "potente" sia per forza al servizio di altri potenti. Può essere un potente e basta. Condy è stata ed è una donna potente che ha idee diverse ma non è scritto da nessuno parte che lei e Powell sono dei servi e Dick Cheney o Bush non lo sono! Se non si parte da considerazioni "sbagliate".
 
Karim Metref (10 giugno alle ore 13.06)
La differenza tra Powell-Rice e Bush-Cheney non è nel colore della pelle. Sono i pozzi di petrolio, caro mio.

Aly Baba Faye (10 giugno alle ore 13.22)
Appunto! Sono d’accordo e ho scritto che il potere è potere e non ha colore. Detto questo non è scritto che se per caso un uomo o una donna nera detiene un potere è servo di un altro potente. Sul potere del petrolio ci sarebbe da fare un discorso articolato partendo dall’Arabia Saudita alla Nigeria e così il discorso tra potenti e servi ci poterebbe in una confusione dov’è difficile districarsi.
Quel che a me dà fastidio è il negare un’autonomia di pensiero ad un nero che sceglie la destra perché potrebbe essere una forma di ghettizzazione. Secondo me dobbiamo imparare a sapere che vi sono dei Magdi Allam, dei Banga Bauna e delle Sandy Cane e che le loro scelte pur non condivisibili siano legittime. Tutto qui!


Karim Metref (10 giugno alle ore 14.19)

La legittimità è una questione molto relativa.
E’ legittima, da un certo punto di vista, anche la scelta di vita del mercenario che per sbarcare il lunario, come tutti quanti, va a sparare sui più deboli per conto di chi paga meglio.
Le scelte di tipi come Magdi Allam sono legittime da questo punto di vista. Ognuno fa del suo meglio per vivere, guadagnare, salire ... è soltanto una questione di limiti. Fin dove è pronto ad andare una persona per salire? Quando un gruppo, una casta... costruisce il suo potere sulla demonizzazione di un categoria, c’è sempre posto per "uno di loro" che confermi l’immagine imposta dai potenti. Gli "Zii Tom", quelli che confermano al padrone che, lui, è buono e che sono i negri (negro qua inteso come qualsiasi gruppo dominato e stigmatizzato: Rom, immigrati, cinesi, terroni, sottoproletari...) ad essere pigri, cattivi e incapaci di gestire se stessi. Questi Zii Tom hanno un certo numero di posti riservati a fianco al padrone, dappertutto e da sempre.
Bisogna solo essere abbastanza cinico per prenderlo quel posto.

Aly Baba Faye (10 giugno alle ore 15.05)

Karim, legittimo è ciò che è conforme alle leggi. Non conosco paese né ordinamento giuridico che riconosca il mercenario come figura legittimata. E con ciò non dico che non esistono mercenari ma è appunto un’attività illegale.
Poi per quanto riguarda il limite siamo nell’ordine della morale e dell’etica della libertà per cui la tua libertà si ferma laddove inizia quella degli altri. L’aborto è un tema classico di come sia difficile una discussione sull’etica della libertà. Comunque tu sai che la politica italiana è dominata dall’idea per cui i fini giustificano i mezzi ed è questo per me il male di questo paese.
La letteratura sulla decolonizzazione è stata abbondante di Zii Tom. E nell’esperienza dei movimenti di lotta di liberazione il ricorso a quella figura è un atto di accusa di collaborazionismo e/o servilismo che paradossalmente è stata riservata ai neri. Ti sei mai domandato come mai ai ragazzi inglesi o americani bianchi arruolati dalla Jihad islamica non vengono mai accusato di collaborazionismo. Gli ebrei che lottano accanto ai palestinesi non vengono definiti Zio Tom? E per questo che io non faccio mai riferimento a quella figura retorica che mi pare a sua volta prodotto di una visione di inferiozzazione dei "negri". Poi se penso che Martin Luther King è stato accusato di essere uno Zio Tom allora non posso adottare quella figura per ogni nero che ha idee diverse della sinistra.


Karim Metref (10 giugno alle ore 15.28)

Dipende da quali leggi parli. Se è della legge del più forte allora legittime sono una infinità di organizzazioni mercenarie. Tutte quelle corporazioni di paramilitari, di agenti di intelligenze privata, di istruttori militari, di guardie private che servono a mantenere l’ordine dei potenti di ogni bordo sono assolutamente legittimi secondo la legge fatta dai potenti per i potenti.
Saranno giuste? Questo è tutto da discutere.
Lo "ziotomismo" non è riservato ai neri come dici. Si usa per tutti quelli che collaborano con i loro dominatori. Collaborazionista, appunto! In Italia la figura di spicco dello ziotomismo, secondo me, rimane Magdi Allam che non è nero. Perché i "negri" in questo caso sono i musulmani.


E’ giusto che "collaborazionista" è relativo. Per i partigiani collaborazionisti sono quelli di Salò perché alleati dell’occupazione tedesca, per i fascisti i collaborazionisti sono i partigiani perché alleati con l’occupazione anglo-americana.
Ma allora è tutto uguale. è tutto legittimo. E la politica, a questo punto, serve soltanto a fare carriera, a guadagnare bene, a salire in grado. E’ come giocare alla corsa dei cavalli. Ti scegli il cavallo che ti sembra vincente, poco importa il proprietario, poco importano le regole della gara.


Aly Baba Faye (10 giugno alle ore 15.50)

il mio era un riferimento all’etimologia della parola "legittimità". Per il resto non riesco a seguirti sullo Zio Tom. Stando al tuo esempio mi domando perché non potrebbero essere "Zii Tom" Calderoli e Borghezio?


Karim Metref (10 giugno alle ore 17.15)
Visto dal punto di vista della classe dalla quale sono provenienti, certo che lo sono.
Visto che per mascherare le nefandezze dei padroni, che hanno svenduto tutto, creano dei capri espiatori ad uso e consumo dei poveri. Lo sono, sì! E di questi ce ne stanno un po’ dappertutto. E’ tutto questione di angolo di visione.
Vedi io per personaggi come Borghezio e Calderoli dubito persino dell’autenticità del loro razzismo. Perché un razzista vero odia quel che odia e lo odia per sempre. Loro invece stanno alle mode: ebrei, poi negri, poi cinesi, poi musulmani... Un giorno ti dicono che per contrastare il pericolo musulmano bisogna importare est-europei perché almeno quelli sono cristiani, l’altro ti dicono: "no quelli, no! perché sono una razza violenta". Il giorno dopo ti dicono non vogliamo nessuno: Padania ai padani, perché nel frattempo è arrivata la crisi. Senza giustificare il perché hanno contribuito ieri a portare milioni di nuovi schiavi a servizio dei piccoli e grandi padroni. E tutto questo senza mai battere ciglio. Perché sanno benissimo che la gente ha la memoria breve ed è pronta a bere tutto.
Loro sono esattamente lo stesso caso del mercenario che per far bollire la propria pentola è pronto a sparare su chiunque, basta che sia redditizio.

Aly Baba Faye (10 giugno alle ore 17.35)

L’anno scorso era successo che in Sudafrica ci fu la caccia agli immigrati dello Zimbabwe. Quella Sudafrica che ha conosciuto l’apartheid per tanto tempo se la prendeva violentemente con i lavoratori immigrati. Un atteggiamento non tanto razzista quanto xenofobico che però sembra essere dettato dall’egoismo sociale, dall’individualismo e dal cinismo. Potrei citare lo spettacolo della polizia marocchina quando hanno deportato i 200 nigeriani con tanto di cavallo come ai tempi del Ku Klux Klan perché così potevano giustificare i 3 milioni di euro ricevuto da parte della UE come paese che COLLABORA alla lotta contro l’immigrazione clandestina. Potrei citarti casi di persone dal Mali che subiscono tante umiliazioni in Algeria....
Vedi lo ziotomismo come lo chiami tu assume diverse sfaccettature che però hanno in comune il cinismo (come dicevi tu).


Karim Metref (10 giugno alle ore 17.59)

Vedi che alla fine ci raggiungiamo.
Scrivendo prima "e di questi ce ne sono dappertutto", pensavo esattamente agli stessi esempi che citavi: Sudafrica, Nordafrica (in Marocco, hanno sparato abbondantemente sui migranti è stata la Polizia, in Algeria alcuni anni fa ci sono state delle vere scene di caccia al "negro" nelle strade di Orano...) ma anche la campagna anti immigrati che c’è stata in Costa d’Avorio da parte del presidente Henri Konan Bediè...
E’ questo uso cinico della figura del capro espiatorio che è rimessa in questione in quello che dico sui personaggi citati. Non il fatto di essere di destra o di sinistra.
Le uscite di Veltroni sui romeni prima delle municipali a Roma, ci hanno ben dimostrato che il cinismo non è un patrimonio esclusivo della destra. Ma di ogni politico che pensa che la poltrona va conquistata a qualunque prezzo. Tutto il resto non conta.


Aly Baba Faye: (10 giugno alle ore 22.06)
In Conclusione:

Nel caso di Sandy Cane va riconosciuta e rispettata l’autonomia di pensiero per cui anche un nero può scegliere la destra o la sinistra a secondo dei propri convincimenti. Associare il colore della pelle ad una parte politica è solo una forzata ghettizzazione culturale che ricorda il mito del buon selvaggio. I poveri non sono né brutti e cattivi né buoni e bravi. I neri non sono tutti di sinistra, ogni considerazione forzata in quel senso è solo paternalismo. E l’idea di una divisione manichea tra destra razzista e sinistra solidale è una grande mistificazione. In Italia dobbiamo accettare (non condividere) che vi sono dei Magdi Allam e Banga Bauna e delle Souad Sbai e Sandy Cane che liberamente e autonomamente scelgono da che parte politica stare. Questo è tanto più importante quanto oggi la dicotomia tra destra e sinistra è venuta meno almeno rispetto ai temi del razzismo.


Karim Metref

Io invece finisco così:
Io sono d’accordo che ciò che conta non è il colore della pelle ma il lato della barriera dal quale uno si trova. Se ti ricordi ho iniziato questo scambio con te dicendo che la signora Cane per l’elettore leghista non rappresenta tanto il nero ma la bandiera a stelle e strisce. Lei non è una immigrata come noi, né nel suo immaginario né nell’immaginario di chi l’ha votata. Lei appartiene al mondo dei potenti. Non ha mai vissuto l’umiliazione delle code per il permesso di soggiorno o il disprezzo del piccolo padrone che ti dice "se non ti piace così tornatene a casa tua" (io sono reduce, oggi stesso, di una giornata di coda alla questura per recuperare un duplicato di carta di soggiorno chiesto 16 mesi fa, forse è anche per quello che la vedo così). L’unica macchia nella sua presentazione generale è il colore della pelle, ma anche quello con l’elezione di Obama ormai fa curriculum.
Sono anche d’accordo con te che chi sta dall’altra parte non è tutto marcio e chi sta da questa non è tutto rose e fiori. Interamente d’accordo. Fermo restando che c’è un posto giusto e uno sbagliato. Ci sono lotte giuste altre sbagliate. Non è uguale chi lotta per l’egemonia di pochi e chi lotta per una distribuzione più equa... Altrimenti che lottiamo a fare?

Grazie della tua pazienza e per questo scambio, a mio avviso, ricco e argomentato.

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