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"Caro vecchio neon", a Napoli va in scena David Foster Wallace

Oblio è una raccolta di otto racconti, composti tra il 1998 ed il 2004 (anno di pubblicazione) ad opera di David Foster Wallace. Lo scomparso, e compianto, talento statunitense è morto suicida tre anni fa; tale informazione potenzia la drammaticità di uno dei più riusciti tra i racconti della raccolta: "Good old neon".

La narrazione di Caro vecchio neon si struttura nella forma di un lungo monologo interiore di Neal, giovane socio di una ditta di consulenza; Neal evoca le tappe principali della sua biografia concentrandosi sugli aspetti che hanno influenzato e maturato in lui l'idea del suicidio.

Dai 3 ai 30 anni, la vita del protagonista appare fortemente connotata dalla dissimulazione; Nean mente alle persone per fare colpo e riuscire nel lavoro come negli amori, inganna se stesso; niente riesce a farlo sentire sincero.

L'illuminazione si manifesta in termini metaforici, il protagonista vede la sua vita riflette sull'esistenza umana, e giunge alla conclusione che ogni individuo possiede un'enorme stanza interiore, dove coesiste tutto ciò che è presente nell'universo; quello che fuorisce, che manifestiamo in termini di linguaggio ed emozioni, è solo ciò che riesce a passare attraverso un "toppa".

Questa affascinante rappresentazione della psiche è la chiave di lettura di un progetto teatrale in scena a Napoli, al Teatro Nuovo (Sala Assoli), dal 29 novembre al 4 dicembre.

Presentato da Ludeno/Petrella in collaborazione con Nestt, Caro vecchio neon è stato ideato con il fine ben preciso di ricreare l'atmosfera scenica dello spettacolo di varietà di un tempo o di un’odierna stand-up comedy:  seguendo il racconto di Wallace e procedendo per provocazioni, lo spettacolo si propone quale dialogo impossibile con il pubblico:

È stato bello e affascinante – dicono Ludeno e Petrella - cercare soluzioni teatrali per un racconto che parla di una persona e di quello che avviene nella mente di una persona. Abbiamo, quindi, analizzato, assimilato e tentato di mostrare proprio ciò che avviene nella mente del protagonista

Le luci dello spettacolo sono curate da Luigi Biondi, scene e costumi di Marcella Mosca, musica di Luca Iavarone, grafica a cura di Russel e parrucca di Emanuela Passaro.

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