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Briciole di cronaca leggera dall’Europa

Martedì 1° settembre, piccole spigolature di un osservatore di strada, in trasferta in un’elegante e ricca città tedesca, in concomitanza di un lieto ed attesissimo evento familiare.

A metà mattinata, le vetrine di un bar e l’annessa inconfondibile insegna di una nota marca di caffè italiano esercitano un richiamo irresistibile per l’ordinazione di un “espresso”.

A sorpresa, nel locale, la musichetta in sottofondo consiste in canzoni in siciliano, in un certo senso da cantastorie.
 
La naturale curiosità del “turista” lo spinge a chiedere al banconista se è un compaesano; la risposta è no, perciò maggiore è l’apprezzamento di fronte alla circostanza che l’uomo parli la lingua italiana e, in aggiunta, capisca addirittura il dialetto dell’isola.
 
Sono le tredici e in un bar su Rothmund Strasse sostano ai tavolini numerosi avventori, intenti a consumare la loro colazione o uno spuntino.

 
Nello stesso momento, sull’adiacente Mai Strasse, al terzo piano di un caseggiato con affacci esterni costituiti unicamente da finestre, una giovane bionda se ne sta tranquillamente seduta di traverso su un davanzale, spalle appoggiate allo stipite dell’infisso e posizione del busto leggermente sbilanciata verso l’abitacolo per ovvi motivi di prudenza.
 
La ragazza, in quella insolita ma in un certo senso ammirevole ed interessante postura, si gode la vista sul traffico lungo la strada e, nel frattempo, pranza, con tanto di piatto, forchetta e pezzi di pane che intinge nella minestra: un atto lento, di vero gusto, intenso, pari esattamente a quello che si compie a ridosso e sulla sedia di una tavola apparecchiata.
 
Tre quadretti, tre sfaccettature, tre notazioni di ordinaria quotidianità, senza la minima differenza, in fondo, che abbiano per scenario una città del centro Europa, anziché, ad esempio, una località delle nostre parti.
 
Come dire, l’importante è osservare.
 

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