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Brasile: nuova legge sulle minoranze indigene ed etniche

​La legge è stata approvata il 26 giugno 2021 e ha provocato le immediate proteste delle popolazioni aborigene brasiliane, proteste tuttora in corso. La Costituzione della Repubblica Federativa del Brasile è stata promulgata il 5 ottobre 1988. 

Una volta entrata in vicore la legge, il riconoscimento di ulteriori possedimienti terrieri diventerebbe praticamente infattibile da raggiungere una volta che la legge dovesse diventare effettivi i cambiamenti legali. La Costituzione federale brasiliana del 1988 è criticata anche nella dottrina giurisprudenziale brasiliana per essere molto amplia e farraginosa. Questa caratteristica ha fatto sì che la Costituzione brasiliana venisse modificata innumerevoli volte,

I nuovi confini sarebbero concessi solo attraverso leggi dedicate. Inoltre, le possibilità di ricorso in tutte le fasi del complesso processo amministrativo sarebbero notevolmente ampliate e sarebbe anche incostituzionale: il progetto di legge utilizza il cosiddetto “Marco Temporal” (punto di riferimento temporale). In base a questo principio, solo i popoli indigeni che possedevano la terra il 5 ottobre 1988, data di promulgazione della costituzione, possono rivendicare un diritto su di essa. Tutto ciò disconosce la storia di espulsioni, spostamenti forzati e atti di violenza contro queste popolazioni

“Per le oltre 200 tribù indigene brasiliana è la mazzata finale. Rischiano di essere espropriate delle terre che assegna loro la Costituzione. Di essere travolte dall'esercito di tagliatori di alberi, minatori, industrie e multinazionali che puntano ai tesori nascosti nel sottosuolo della grande foresta pluviale.” dice Daniele Mastrogiacomo.

Il riconoscimento di nuovi possedimenti agricoli o non diventerebbe praticamente impossibile per le innumerevoli popolazioni aborigene, una volta che la legge dovesse entrare in vigore.

Nuove delmitazioni sarebbero concesse solo attraverso leggi separate, il che complicherebbe enormementel già lungo processo di risconoscimento.

Inoltre, le possibilità di ricorso in tutte le fasi del complesso processo amministrativo sarebbero notevolmente ampliate e probabilmente diventerà anche di fatto incostituzionale: il progetto di legge utilizza il cosiddetto “Marco Temporal” (punto di riferimento temporale). In base a questo principio, solo i popoli aborigeni che possedevano i possedimenti agricoli e non alla data del 5 ottobre 1988, data fatidica di promulgazione della costituzione brasiliana, possono rivendicare un diritto su di essa. Tutto questo ignora il processo di espulsioni coatte, spostamenti forzosi e atti di violenza contro le popolazioni aborigene.

La Commissione Costituzione e Giustizia della Camera dei Deputati brasiliana ha votato quindii un progetto legislativo che cambierebbe la procedura di demarcazione dei territori indigeni a scapito della popolazione aborigena.

La situazione dei popoli indigeni del Brasile rischia quindi di aggravarsi ulteriormente. L’accaparramento delle terre riprenderà con vigore, e i grandi latifondisti disboscheranno ancora di più l Amazzonia. Sarà allora più facile forzare il contatto con i popoli in isolamento volontario, il che è pericoloso per queste persone come insegna l'esperienza dle covid 19 per il quale le popolazioni aborigene non sono ancora state vaccinate.

“Per le oltre 200 tribù indigene brasiliana è la mazzata finale. Rischiano di essere espropriate delle terre che assegna loro la Costituzione. Di essere travolte dall'esercito di tagliatori di alberi, minatori, industrie e multinazionali che puntano ai tesori nascosti nel sottosuolo della grande foresta pluviale.”L’Associazione per i Popoli Minacciati (APM) e l’Associazione dei Popoli Indigeni del Brasile (APIB) hanno ovviamente annunciato amlpie proteste contro la legge.

Un disegno di legge che cancella gli storici confini delle aree protette della foresta pluviale è stato appena approvato dalla Commissione per la Costituzione, la Giustizia e la Cittadinanza del Senato. E' la legge PL 490/2007, rimasta per 14 anni in sospensione e nel dimmenticatoio e adesso, con la destra al governo, prontamente ripresa e inviata al Congresso.

“Se sarà approvata, come tutto lascia pensare, non è solo uno sfregio ambientale all'Amazzonia, e quindi al mondo intero, la cui sopravvivenza dipende in gran parte proprio dalla foresta pluviale. È l'atto conclusivo di un genocidio di 300 mila indigeni da tempo sottoposti a una serie di attacchi armati e omicidi mirati.” sintetizza Daniele Mastrogiacomo. Una vera e propria nakba per le popolazioni aborigene e indigene brasiliane che aggrava la già frammatica situazione delle popolazioni indigene brasiliane.

Alessandro Bonafede

www.isolacolombia.org

www.isolacolombia.net

 

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