Berlusconi Telese: il paese anestetizzato che non si stupisce più per nulla
Io lo capisco che in questi 16 anni la nostra tolleranza istituzionale è stata seviziata, e che ci vorranno un bel po' di legislature di normalità democratica - sì, di normalità democratica - per tracciare, edificare, riedificare in noi gli argini ed i confini dell'etica pubblica. Di ciò che un politico può fare e dire, e ciò che no, non può né fare e né dire. Ma ieri il nostro Presidente del Consiglio, tra i tanti deliri espressi - "io le ad personam non le volevo", "commissione d'inchiesta sui Pm per associazione a delinquere a scopi eversivi", etc. etc. - è riuscito ad abortire un concetto che m'ha fatto saltare dalla sedia, ed uscire gli spaghetti dal naso. Un concetto raccapricciante, che dovrebbe spaventare. Sputato per disinnescare una domanda di Luca Telese - una delle poche della giornata - relativa ai tanti casi di parentopoli, corruzione e malaffare esplosi all'interno del Pdl.
E' spaventoso che un Presidente del Consiglio dinnanzi ad accuse pesantissime non provi nemmeno a difenderli, i propri uomini, del tipo "è così, che ci volete fare", è spaventoso che provi immediatamente a puntare il dito sulla "sinistra", che è sicuramente "peggio", che quello del centrodestra "a confronto è puro dilettantismo", è spaventoso che riduca crimine, corruzione e raccomandazione della nostra classe dirigente - della nostra classe dirigente per Dio! - a qualcosa di insito nella natura umana, chessì, vabbé, in fondo nessuno è perfetto, in fondo nessuno può dirsi santo...
Il fatto che questo passaggio non abbia provocato nel Paese la benché minima reazione conferma ancora una volta ciò che sappiamo da tempo: questo modo di intendere la politica ha preso irrimediabilmente piede, è un'erbaccia che ha vinto, accettata e tollerata e magari pure comoda. Ma vederla esposta così lucidamente e spudoratamente da un Primo Ministro europeo, senza imbarazzo alcuno e tra il disinteresse generale, beh, è una cosa che fa impressione.
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