Barbara Spinelli abbandona La Stampa e si arruola alla causa di Repubblica
E’ notizia di questi giorni che Barbara Spinelli ha cessato la sua collaborazione con il quotidiano La Stampa per passare a La Repubblica di Ezio Mauro.
La figlia di Altiero Spinelli, antifascista e padre fondatore dell’Europa, ha lasciato il quotidiano torinese diretto da Calabresi, a cui collaborava sin dal 1985, ritenendo la linea del giornale troppo morbida nei confronti del governo.
La Spinelli quindi ritiene che la linea “cerchiobottista” e filo governativa della Stampa, di cui il “Corriere della Sera” ha fatto scuola, non sia congeniale al suo modo di far giornalismo, concepito come denuncia costante e netta dell’immoralità materiale ed intellettuale della classe politica al potere.
Colei che ha tratteggiato con parole chiarissime il sistema in cui viviamo definendo così la Seconda Repubblica: “Essa non è falsa a causa del predominio di una persona (Berlusconi). È falsa perché ha dato agli italiani, contemporaneamente, un uomo forte e uno Stato disarticolato, con poteri di controllo indeboliti se non neutralizzati. Per poteri di controllo s’intende la magistratura, la stampa indipendente, il Capo dello Stato che incarna il legame con la Costituzione, la Costituzione stessa. Quando si parla di regime non si parla di un uomo, ma di questa ben organizzata disarticolazione” lascia in contrasto con la linea editoriale del quotidiano che la ospitava.
Barbara Spinelli ha deciso dopo un attenta analisi di continuare la sua battaglia atta a smascherare le contraddizioni e le viltà tipiche della nostra classe dirigente, in un altro fronte, più “amico”, dove la sua posizione “ militante” può essere maggiormente valorizzata.
Il Cdr de La Stampa ha espresso molte perplessità per l’abbandono della prestigiosa firma, e ha criticato la svolta a destra del quotidiano.
Un dato sembra certo. La Repubblica, quotidiano fondato da Eugenio Scalfari si conferma la vera coscienza critica del paese. Con i vari Giannini, D’Avanzo, ed adesso l’arrivo della Spinelli costituisce sempre più il blocco che contrasta la macchina del potere berlusconiano e detta la linea all’opposizione in Parlamento. Il gruppo dell’Ing. De Benedetti rimane il solo che per la qualità di mezzi a disposizione può forse giocarsi alla pari, la partita per l’egemonia culturale del paese.
Barbara Spinelli afferma in un suo editoriale “È il giornalismo che si trova davanti a un incrocio: se si fa forte, rinasce e ritrova lettori; se si compiace del proprio ruolo di golem della politica, perde i lettori per il semplice motivo che non ha mai pensato a loro”.
Noi pensiamo che in un modo libero e plurale ogni voce ha pieno diritto di essere espressa, e allo stesso tempo che ogni voce critica ed indipendente non può avallare la barbarie ideologica berlusconiana, quindi ben venga il passaggio di Barbara Spinelli a Repubblica se ciò può dare nuova linfa al grido di chi non si rassegna al degrado ideale in cui versa l'Italia.
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