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Azerbaigian, altri due oppositori condannati per aver criticato il governo

Non passa mese, in Azerbaigian, senza che manchi qualcosa da raccontare sulle violazioni dei diritti umani che si verificano nel paese, governato in modo autoritario dal presidente Ilham Alyazov, di cui avevamo scritto su questo blog appena due settimane fa.

Lunedì 17 altri due oppositori - Ilgar Mammadov, presidente di Alternativa repubblicana, e Tofig Yagublu, giornalista e vicepresidente del partito Musavat, sono stati condannati rispettivamente a sette e cinque anni di carcere.

I due oppositori, dopo aver trascorso un anno e un mese in detenzione preventiva, sono stati giudicati colpevoli di istigazione alla violenza in relazione a incidenti avvenuti il 24 gennaio 2013 a Ismaili, di fronte alla sede del governatore locale, di cui si chiedeva la destituzione.

Il giorno prima un parente del governatore aveva centrato con la sua automobile un palo della luce e aveva aggredito un conducente di taxi, fermo al vicino parcheggio. Ne erano seguite proteste col consueto intervento brutale delle forze di polizia.

Mammadov e Yagublu erano arrivati sul posto il 24 gennaio per raccogliere informazioni di prima mano, trascorrendovi meno di un’ora.

Tra meno di due mesi l’Azerbaigian assumerà la presidenza del Comitato dei ministri del Consiglio d’Europa. Vi sono pochi dubbi sul fatto che le autorità di Baku proveranno a sfruttare l’occasione per aumentare il loro prestigio internazionale. Vi sono altrettanti pochi dubbi che tutto questo gli verrà lasciato fare.

L’unico modo serio per accrescere il prestigio internazionale e svolgere in modo serio e credibile il ruolo all’interno del più importante organismo regionale europeo per i diritti umani, sarebbe quello di rilasciare tutti i prigionieri di coscienza e porre fine alle prassi repressive che da tempo intendono ridurre al silenzio, con accuse prefabbricate e processi irregolari, ogni forma d’opposizione politica in Azerbaigian.

 

 

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