Auguri e Resistenza
Come tanti, anch’io non so immaginare il futuro immediato se non come resistenza. Non sono convinto che ci tocchi di resistere necessariamente in maniera pacifica e non violenta, ma non ci sarà futuro, senza resistenza.
Ritengo che, in un momento come quello che stiamo vivendo, farsi gli auguri sia già resistere. Augurarsi e augurare qualcosa significa sperare e la speranza è la prima manifestazione della volontà di resistere. Non c’è resistenza senza speranza.
A favore di una lotta pacifica sono certamente gli uomini e le donne che conoscono e metteranno in atto il più lucido e più conseguente invito alla lotta che io conosca: quello di Gramsci sulla necessità di istruirsi. Nessuna resistenza, soprattutto se vuole essere pacifica, può dare un risultato, se i “partigiani” non si armeranno fino ai denti degli strumenti della conoscenza, del senso critico, dell’autonomia di pensiero, della capacità di smontare il sistema di arma più sofisticato tra quelli posseduti da classi dirigenti che hanno trasformato la politica in un lavorio di stampo eversivo: la coltivazione e addirittura l’imposizione dell’ignoranza.
Sono anni ormai che perdiamo, momento dopo momento, la battaglia sui diritti, quella dalla quale discendono le innumerevoli vittime della violenza capitalista. Non si può continuare ad arretrare. Dietro di noi abbiamo un abisso.
Auguri, quindi, auguri a tutte le compagne, a tutti i compagni, e alle innumerevoli vittime dello sfruttamento capitalista: salute, senza la quale non è facile lottare, speranza e lotta di classe.
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