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Argentina: album di figurine per giocare alla diversità

Il fotografo francese radicato da tempo a Rosario in Argentina, Émilien Buffard, ha appena pubblicato un libro dal titolo Sport Friendly: ¡la cancha de la diversidad!

di Maria Teresa Messidoro (*)

Nei Mondiali di calcio appena conclusi in Qatar era proibita qualsiasi manifestazione pubblica di affetto “trasgressiva”, oltre all’esposizione di bandiere o gadget in riferimento alla realtà LGBTQ+.

Nel Qatar si condanna con il carcere l’essere omosessuali e i discorsi di odio sono abituali e tollerati (anzi incoraggiati).

Non è nemmeno stato possibile indossare magliette con i colori arcobaleno, divenuto simbolo della comunità LGBTQ+

Con questa realtà ben presente nella propria testa, il fotografo francese radicato da tempo a Rosario in Argentina, Émilien Buffard (1), ha appena pubblicato un libro dal titolo Sport Friendly: ¡la cancha de la diversidad! .

Si tratta di una produzione fotografica che occhieggia al tradizionale album di figurine, ma con una prospettiva completamente nuova.

(Se avete nostalgia delle vecchie figurine, andate qui)

Per realizzarla, il fotografo ha lavorato per tutto un anno, fotografando più di 500 giocatori e 18 gruppi sportivi LGBTQI+ di 8 province argentine.

Nell’album ci sono immagini di sportivi che praticano nuoto, rugby, calcio, pallavolo, padel, arti marziali, tennis, hockey e basket.

Mentre il Qatar non permette che la diversità occupi lo spazio dello sport, in altri Paesi si gioca in un altro modo, ad esempio con il gioco della diversità.

Buffard ha scelto per trasmettere questo messaggio lo strumento più simbolico che esiste da generazioni in tutto il mondo: l’album di figurine. Come sostiene lo stesso autore “pubblicare un libro comune non avrebbe avuto lo stesso impatto” (2) L’idea era di rendere l’album il più possibile inclusivo.

Combattendo prima di tutto il rendimento. Sempre secondo Buffard, si vincola troppo spesso il rendimento alla sessualità. Ci sono persone trans che non possono calpestare i campi da calcio, o persone grasse che vengono rifiutate da squadre di qualsiasi sport. O altre ancora che, per la propria situazione economica, non riescono ad accedere a sport esclusivi.

“Nel libro ho cercato di fare in modo che a chiunque venga data la possibilità di scendere in campo indipendentemente dalla propria identità sessuale, dalla propria condizione fisica o sociale.”

Come in un album tradizionale, le figurine sono accompagnate da una breve presentazione delle singole squadre coinvolte nel progetto; è riportata anche una intervista a Cecilia Carranza Saroli, Facundo Imhoff e Jessica Millaman, tre giocatori professionisti della comunità LGBTQ+ che raccontano come hanno vissuto l’inclusione nello sport.

Cecilia Carranza Saroli è una trentaquatrenne velista argentina, campionessa olimpionica a Rio de Janeiro 2016 nella classe Nacra 17 con il connazionale Santiago Lange.

Dopo aver dichiarato la propria omosessualità, ha affermato: “Incorporare la diversità ci permette di vivere con meno ansia e più libertà.”

Facundo Imhoff è un trentenne pallavolista argentinocentrale del Rüsselsheim.

Nel 2018 dichiara pubblicamente in un’intervista la propria omosessualità. Tra le altre cose, racconta di quanto fosse diventato difficile separare la vita privata da quella lavorativa e di come il coming out lo abbia reso in generale una persona e un atleta migliore.

Jessica Millamán è infine una giocatrice di hockey trans argentina. Grazie alla sua lotta, il Comitato Olimpico ha abilitato le persone a partecipare alle gare secondo il genere con cui si identificano, una tappa fondamentale per la comunità LGBT+. Il 7 aprile 2017, la Confederación Argentina de Hockey (CAH) si adegua alle regole internazionali: un trionfo personale di Jessica. (3)

Il libro Sport Friendly: ¡la cancha de la diversidad! ci interpella tutti, ricordandoci che vogliamo finalmente uno sport inclusivo, in cui ciascuno possa divertirsi, senza più paura di una società omofoba.

Da quando il fotografo ha iniziato a pubblicare in rete il proprio progetto, i suoi social sono stati sommersi da centinaia e centinaia di commenti omofobi.

Dimostrando che è ancora lungo il cammino per arrivare ad uno sport dove ogni atleta possa dichiarare di essere gay, senza temere ritorsioni. Per avere, chissà, un nuovo “Messi” trans!!

Perché è necessaria una formazione mirata per i dirigenti ed il personale dei club di qualsiasi sport, in tutto il mondo.

Sempre nella stessa intervista, l’autore dell’album ricorda che “il campo sportivo occupa un luogo fondamentale nella società contemporanea. Sono spazi ricreativi o professionisti, per generare nuove relazioni, situazioni e opportunità di interazioni culturali e sociali. Purtroppo sono ancora soggetti a molteplici sfide che i giocatori (e giocatrici), insieme ai tifosi (e alle tifose) affrontano ogni giorno: il razzismo, il sessismo, l’omofobia, la transfobia. Lo sport non è niente altro che lo specchio di ciò che la società produce.”

Verissimo.

Questo album, in vendita in Argentina, non potrebbe essere “duplicato”, clonato e ricostruito in Italia, in Europa, in Qatar?

 

  1. https://emilienbuffard.com/
  2. https://www.pikaramagazine.com/2022/12/un-libro-album-de-cromos-para-fomentar-la-diversidad-en-el-deporte/ articolo da cui sono tratte le immagini di questo post
  3. Soltanto Wikipedia dedica una stringata pagina in italiano a Cecilia e a Facundo. Su Jessica qui https://elgritodelsur.com.ar/2019/08/jessica-millaman-hockey-trans.html e qui https://feminacida.com.ar/jessica-millaman-cambiar-la-historia/

 

(*) Sportiva, femminista, attenta da sempre alla realtà latinoamericana

Questo articolo è stato pubblicato qui

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