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Anteprima Presadiretta - Ucraina catastrofe umanitaria

La guerra lampo in Ucraina che, forse, era nei piani di Putin, si sta prolungando in una guerra di invasione come non eravamo più abituati a vedere: siamo al tredicesimo giorno, la sanzioni stanno mettendo in crisi l’economia russa, ma gli effetti non si vedranno a breve.

 L’Europa ha deciso di inviare armi all’Ucraina, o alle sue milizie, per impedire un crollo immediato, probabilmente con la speranza di logorare l’esercito russo e poter poi negoziare da una posizione meno svantaggiata.

Ma a quale costo? Le bombe, in una guerra, distruggono case, cadono perfino vicine ad una centrale nucleare (ma cos’ha in testa quest’uomo con quel suo ghigno inquietante?). Stanno aumentando i morti, non solo tra i militari, anche tra i civili. Ad oggi sono 1,5 milioni gli ucraini che hanno abbandonato il paese per arrivare in Europa e si stima che col proseguire della guerra si arriverà a 5 milioni di rifugiati, soprattutto donne e bambini, che abbandoneranno le case per sfuggire ad una guerra che non si ferma di fronte a nulla.

A tutti quanti accusano i pacifisti di fare il gioco di Putin si può rispondere in modo chiaro: l’Europa nasce per questo, per prevenire conflitti, che non si può fare gli strateghi qua in Italia facendo giochi cinici sulla pelle degli ucraini. Non possiamo abbandonarli gli ucraini, non possiamo nemmeno precludere loro la possibilità di decidere per il loro destino (vale per l’Ucraina ma vale per ogni popolo al mondo). Ma nemmeno possiamo annullare ogni possibilità di ragionamento, perché questa guerra potrebbe diventare una guerra europea, fino a diventare un conflitto nucleare.

Presadiretta tornerà a raccontare di quello che sta succedendo nelle città in Ucraina col servizio di Andrea Sceresini: le bombe non ha risparmiato nemmeno l’ospedale pediatrico di Kiev, il più grande della città che in questo momento ospita 300 bambini che, assieme alle loro mamme, non si possono muovere e che possono solo aspettare l’evolvere della situazione. Li hanno solo potuti spostare nei sotterranei dove sono più al sicuro. Qui lavora una volontaria che ha accompagnato il giornalista, “lavorare mi distrae dalle preoccupazioni”, perché sono sufficienti quelle che accompagnano i piccoli malati, bambini con anemia che aspettavano un donatore di midollo osseo e che ora sono costretti a rimanere in ospedale, coi bombardamenti attorno, col suono delle sirene.

“Sono condizioni terribili per i bambini” racconta una dottoressa – “sia i bambini che i genitori hanno bisogno di assistenza, in questo ospedale arrivano i casi più difficili da tutta l’Ucraina. Vorremmo che la guerra finisse per dagli tutto l’aiuto necessario, vogliamo la pace.”

La pace, la normalità, poter crescere i figli, curarli, andare al lavoro, uscire di casa. Senza rischiare di morire per una bomba: è questo ora il dilemma, grave, da una parte ci sono questi bambini che non possono pagare il prezzo della guerra, dall’altra c’è un paese che con la forza ha violato le leggi internazionali, invadendone un altro.

Aiutateci – dicono i medici dell’ospedale.

I pacifisti solo solo degli utopisti, utili idioti per la causa russa allora? Su molti giornali crescono le liste di proscrizione, sabato sul Corriere Antonio Polito paragona i pacifisti a quanti dicevano “né con le BR né con lo Stato”.

La realtà è più complessa: abbiamo perso anni, facendo finta di non vedere cosa fosse Putin (a cui abbiamo venduto armi, politico di riferimento per molti nostri politici) e facendo finta di non vedere il conflitto e le tensioni al confine tra Ucraina e Russia.
Francesca Nava ha intervistato l’ex vice ministro degli esteri Mario Giro: “non bisogna mai mettere con le spalle al muro una superpotenza, forse siamo arrivati tardi, abbiamo sprecato trent’anni di pace, dopo l’89, credendo che tutto si risolveva col mercato. Questo è stato il grande errore, in fondo aver allargato la Nato fa parte di questa bulimia incrementale dell’Occidente che deve sempre mangiare mangiare allargarsi, il mercato, la globalizzazione. È un errore, bisognava prendere in considerazione le preoccupazioni di tutti, anche quelle che noi non condividiamo, questo è normale in un negoziate dove si parte da situazioni di diversità. Bisognava evitare negli anni novanta, sembra una storia vecchia ma in realtà è presente nell’animo della classe dirigente russa, di umiliare la Russia comprando tutto e pensando che soltanto il mercato avrebbe risolto i problemi. E bisognava fare politica. Non si è fatto politica.”

Oggi la politica ha messo l’elmetto in testa e poi va alle fiaccolate per la pace.
Non possiamo stare a guardare, non possiamo entrare direttamente in guerra (a meno di non volercene assumere tutti i rischi), non possiamo solo inviare armi e pulirci la coscienza (fino a quando invieremo armi? E se queste finissero nelle mani sbagliate o in quelle dei russi?).
Preoccupa l'escalation militare in Ucraina e in Europa, la corsa al riarmo, le risorse che sempre in maggior parte verranno spostate da altri settori verso la difesa, per arrivare al 2% sul PIL come aveva richiesto la NATO (che significa spostare altri 40 miliardi all'anno).

L'attuale capo di Stato Maggiore della Difesa generale Dragone nell'intervista a Repubblica parla di armare di missili Cruise i sottomarini, dei caccia F35 e l'effetto deterrenza sui i russi non li hanno, di organizzare forze di pronto intervento, dell'esigenza di un nuovo carro armato: "il virus e la guerra indicano il bisogno di avere più militari in servizio. Chiaramente confrontando le nostre esigenze con quelle complessive del Paese".

E io che credevo che la pandemia ci avesse insegnato altro. Fermatevi, prima che sia troppo tardi.

La scheda del servizio:

Altro che “cessate il fuoco”, in #Ucraina è guerra totale. Aumentano i bombardamenti sulle città, gli scontri a terra e cresce il numero di morti e feriti. Centinaia di migliaia di persone, soprattutto donne e bambini, scappano dall’inferno della guerra e si riversano nei Paesi limitrofi, dove migliaia di persone, veri e propri costruttori di Pace, sono scese in campo per aiutarli, sostenerli, dargli da mangiare, da vestire, medicine ed ospitarli.

Ucraina, catastrofe umanitaria lunedì alle 21.20 su Rai3 e in streaming su RaiPlay.

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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