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Anteprima Presadiretta – Armi di controllo di massa

Nell’ultima puntata di Presadiretta si era puntato l’obiettivo sulla guerra in Ucraina, andando in Russia con l’indottrinamento dei bambini sin dalle scuole sul modello Balilla. 

E poi in Polonia, che sta accogliendo i profughi ucraini ed è in prima linea con gli aiuti al governo di Zelensky. Se non è facile capire come andrà a finire questa guerra sul campo, col rischio perfino di una escalation nucleare, c’è sicuramente già adesso un vincitore: l’industria delle armi.

Come l’azienda turca Baycar, produttrice dei droni più utilizzati al mondo e nelle mani del genere del dittatore turco Erdogan, che da febbraio ha ricevuto ordini da tutto il mondo. L’americana Lockheed, produttrice dei lanciarazzi Jevelin (usati dalla resistenza ucraina) e degli F35, i nuovi bombardieri nucleari che ha guadagnato un +25% sul mercato. La tedesca Rheinmetall che ha raddoppiato il valore in borsa, la francese Thales e l’italiana Leonardo, cresciute del 60%.

Viviamo nell’età dell’oro per i produttori di armi – racconta Presadiretta nell’anteprima – che però non è iniziata con l’attacco russo dello scorso febbraio. A riferirlo è il SIPRI, un istituto a Stoccolma che monitora la spesa mondiale in armamenti: “già nel 2021, ben prima dell’attacco russo, la cifra mondiale per la spesa militare aveva raggiunto la cifra più alta di sempre, 2.1 triliardi di dollari, con una crescita costante dall’inizio del 2000. ”

Il presidente Biden ha annunciato un nuovo pacchetto di aiuti all’Ucraina da 725ml di dollari.

Questo aumento di spesa avviene anche grazie a fondi europei, soldi nostri che alimentano l’azienda privata delle armi: nel servizio si parlerà della Croazia, che dal 2015 ad oggi ha ricevuto 163 milioni di euro per dare spazio alle sue fantasie tecnologiche. Il ministero dell’Interno ha acquistato dispositivi di imaging termico per rilevare gli esseri umani ad oltre un miglio di distanza e i veicoli a due. E poi telecamere ad infrarossi e apparecchiature che rilevano il battito cardiaco, droni a lungo e medio raggio che volano fino ad 80 miglia l’ora e che salgono fino ad una altiudine di 3500 metri trasmettendo dati in tempo reale.
La Croazia ha acquistato un elicottero in grado di rilevare qualsiasi movimento di notte, un modello tra i più sofisticati al mondo per il controllo delle frontiere, progettato dalla Augusta Westland in Italia, si chiama AV 139 e costa 16,5 ml di euro: grazie ai fondi europei la Croazia ne ha acquistati due assieme a due Eurocopter della francese Airbus da 4 ml di dollari. Tutti gli elicotteri dispongono di termocamera gestita giorno e notte da un operatore che controlla qualsiasi movimento avvenga sulla terra.

Non sono usati contro terroristi, contro bande di criminali, ma per bloccare alla frontiera i migranti che hanno attraversato i confini illegalmente, localizzarli e individuare i luoghi nascosti dove possano trovarsi.
Se la visibilità è buona la videocamera può arrivare fino a 10km di distanza, mentre l’elicottero raggiunge i 310km/ora.

Una volta individuati sul monitor questi gruppi di migranti, l’elicottero allerta le pattuglie di terra che interverranno nella zona: Presadiretta è andata a Sturlic, nella Bosnia occidentale, dove le forze croate lungo la frontiera hanno commesso le peggiori violenze nei confronti dei migranti per poi respingerli in Bosnia.
Si parla di botte, di dita spezzate, di soldi e altri beni rubati a queste persone dalla polizia croata che li aveva individuati nei boschi grazie alla tecnologia, i droni, i visori a raggi infrarossi, geolocalizzatori, sistemi di intelligenza artificiale: “la colpa è dei governi europei perché per loro siamo solo briciole e fanno di noi quello che vogliono.”

L’industria della sorveglianza respinge i migranti alla frontiera dell’Europa e ci spia tutti, non nell’Iran degli Ayatollah, ma qui, nelle democrazie europee.

Democrazie i cui rappresentanti, civili e militari, si ritrovano poi a Doha, capitale del Qatar, dove nello scorso maggio si è tenuta una delle più futuristiche fiere di armi: nella scorsa edizione della fiera si erano chiusi contratti per 100 ml di dollari, quest’anno, l’anno della guerra in Ucraina, il mercato è esploso, si sono fatti affari per 162 ml di dollari.

Questo grazie all’esplosione delle vendite di droni, usati nel conflitto ucraino e negli altri conflitti dimenticati in tutto il mondo.
L’Europa è così sensibile agli interessi della lobby delle armi tanto da aver deciso di spendere sempre di più: secondo il report “A quale costo” pubblicato da State Watch e Transnational Institute che analizza le spese militari dell’UE, tra il 2021 e il 2027 investiremo 49,3 miliardi di euro per i settori sicurezza e difesa, un aumento del +123%. Il fondo per la gestione del controllo delle frontiere, crescerà del 131% passando a 6,2 miliardi di euro. Per non parlare del fondo per la sicurezza interna, quasi 2 miliardi con un aumento dei fondi del 90%. Tocco finale, i finanziamenti ad Europol e Frontex, l’agenzia europea per il controllo delle frontiere: siamo a 10miliardi di euro con un aumento del fondi del +129%.

“Ci siamo accorti che il budget stava aumentando sempre di più” racconta a Presadiretta Margarida Silvia di Corporate European Observatory “e che l’agenzia otteneva sempre più potere nella gestione degli appalti per le frontiere, senza disporre di un adeguato sistema di trasparenza e controllo dell’attività delle lobby. Abbiamo fatto una richiesta di accesso agli atti e abbiamo scoperto che in tre anni Frontex è stata in contatto con oltre 180 società private: Airbus, Gmw, Indra, Leonardo, le principali compagnie di armi in Europa. Queste hanno cercato di convincere Frontex e gli stati membri a spendere più soldi in tecnologie di sorveglianza e controllo delle frontiere. Se chiedi alle aziende di armi quale deve essere il futuro del controllo delle frontiere, ti risponderanno con più armi, più sorveglianza e una Europa piena di muri.”.

Su Domani è uscita una anticipazione da parte di Eleonora Tundo (che ha curato parte del servizio) “Il boom della sorveglianza biometrica: ecco chi ci guadagna in Europa”: si parla di videosorveglianza, delle tecnologie per il riconoscimento biometrico, del progetto Europeo di creare una grande base dati con le informazioni di milioni di volti e impronte digitali delle persone che attraversano le frontiere europee. Se è già discutile l’utilizzo di fondi europei per il controllo delle frontiere per respingere i migranti (senza che abbiano modo di presentare domanda d’asilo), ancora è più rischioso l’utilizzo dei dati dei cittadini in generale. Chi assicura che questi dati non siano raccolti e usati per altri fini?

 

I DIRITTI A RISCHIO

Il tema cruciale è l’impatto di queste tecnologie sui diritti dei cittadini europei, preoccupazione che il partito dei Verdi/Efa all’Europarlamento ha messo nero su bianco.

Nel rapporto Biometric and behavioural mass surveillance in eu member states pubblicato nel 2021 scrivono: «La “sorveglianza intelligente”, comprese le tecnologie di identificazione biometrica, se non controllate, potrebbero diventare sorveglianza biometrica di massa».

Non solo: manca «un’adeguata comprensione delle pratiche sulla privacy delle aziende che forniscono i sistemi».

Eppure, quando mettiamo in mano a società private i nostri dati biometrici, gli stiamo affidando il nostro patrimonio più prezioso.

Il nostro volto, i nostri occhi, le nostre mani, la nostra identità e la nostra unicità, i dati più sensibili che abbiamo.

«Manca una supervisione su come queste aziende gestiscono i nostri dati», spiega Gemma Galdon Clavell, analista e consulente Horizon, intervistata da PresaDiretta per l’inchiesta Armi di sorveglianza di massa, in onda su Rai3 il 17 ottobre: «Il problema con la biometria – continua – è che se la società che possiede i miei dati personali non li tratta in maniera responsabile e la scansione della mia faccia viene rubata, il danno che mi provochi è irreparabile. I pericoli sono enormi quando si ha a che fare con tecnologie digitali e biometriche».

A confermare queste preoccupazioni è Wojciech Wiewiórowski, Garante europeo per la protezione dei dati: «Esiste un reale pericolo nell’uso crescente dei sistemi biometrici, perché i dati possono essere raccolti e gestiti in modo da violare la privacy delle persone.Dobbiamo essere in grado di controllare come vengono gestiti i dati provenienti dai database dell'Unione europea, ma se per esempio le autorità europee stanno utilizzando dati provenienti da altri paesi, non c’è nessuna possibilità di effettuare controlli».

Il rapporto di Monitoring Violence Network afferma che le tecnologie avanzate per il controllo delle frontiere croate hanno portato ad una escalation delle violenze per i respingimenti illegali da parte della polizia: droni, elicotteri, scanner per il rilevamento di veicoli e visori termini notturni, vengono citati nel rapporto anche rilevatori di frequenza cardiaca e di respirazione, delle telecamere serpente che guardano nelle fessure dei camion che attraversano i confini. Strumenti con cui, secondo il rapporto, vengono eseguite procedure razziste e repressive. Tutto pagato dalla commissione europea. Silvia Maraone fa parte della Caritas e lavora in Bosnia: c’è un costo economico e c’è anche un costo in termini di vite umane perché i confini vengono più controllati e i migranti devono trovare strane sempre più pericolose, campi minati, burroni, fiumi da attraversare, “il risultato non è l’interruzione di un flusso migratorio, ma è un disastro umanitario.”

I respingimenti sono fatti anche quando i migranti sono già all’interno dell’Unione Europea, rimandandoli indietro attraverso un meccanismo di push back a catena, per cui l’Italia li consegna alla Slovenia, la Slovenia li consegna alla Croazia e quest’ultima in maniera ancora più illegale fa questi respingimenti nei boschi che non vengono neanche registrati. Assistiamo ad una violazione a catena dei diritti umani.

La scheda del servizio:

 

PresaDiretta indaga sulla corsa alle armi, le vie dello spionaggio digitale ed entra nel mondo della sorveglianza e del controllo di massa. Robot, droni, scanner, visori, sistemi di intelligenza artificiale e riconoscimento biometrico: è il nuovo grande business delle aziende produttrici di armi, un mercato che cresce tra il 7 e il 9% l'anno e fattura tra i 65 e i 68 miliardi di euro. Strumenti sempre più sofisticati utilizzati dall'Unione Europea per rendere impenetrabili le frontiere e respingere i migranti. Ma non solo. In che modo queste tecnologie entrano nelle nostre vite? Quali sono le connessioni tra l'industria delle armi, le lobby di settore e le scelte politiche degli Stati? PresaDiretta è andata al confine tra Bosnia e Croazia a vedere come funzionano le tecnologie per il controllo delle frontiere e qual è il loro impatto sulle vite dei migranti in fuga sulla rotta balcanica. Elicotteri con termocamere che rintracciano le persone fino a 10 chilometri di distanza, apparecchiature che individuano perfino i battiti cardiaci, rilevatori di respirazione: milioni di euro per trasformare l'Europa in una fortezza impenetrabile.

E poi c'è la grande questione dei nostri dati personali e biometrici. Milioni di informazioni su tutti i cittadini europei, raccolte e custodite nello sconfinato database dell'Agenzia europea che si occupa di sistemi informatici, la seconda più finanziata d'Europa. Come vengono gestiti i nostri dati? Come siamo tutelati dalle leggi esistenti?

PresaDiretta, infine, ha ricostruito le nuove frontiere dello spionaggio digitale attraverso il famoso "caso Pegasus". Lo spyware Pegasus era nato come un programma creato per intrufolarsi senza lasciare traccia nei cellulari e prenderne il controllo, usato dai governi contro il terrorismo e la criminalità organizzata. Invece è scoppiato un vero e proprio scandalo internazionale: migliaia di utenze telefoniche spiate illegalmente in diversi paesi, giornalisti, avvocati, attivisti di diritti umani, oppositori politici di governi autoritari, persino capi di Stato. Come è potuto succedere?
"Armi di controllo di massa" è un racconto di Riccardo Iacona con Giulia Bosetti, Pablo Castellani, Raffaele Marco della Monica, Eleonora Tundo, Paola Vecchia, Andrea Vignali, Fabio Colazzo, Raffaele Manco.

 

Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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