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Annozero. Santoro chiede aiuto agli spettatori

 

Chi si aspettava una copertina di trasmissione all'insegna dell'insulto è rimasto deluso.
 
Nello spazio di inzio trasmissione, Santoro ha solamente espresso le sue perplessità circa la conduzione dell'azienda pubblica Rai, difeso la sua autonomia, ribadito il successo della trasmissione (il principale programma informativo), chiesto il supporto ai telespettatori.
 
Non è uno scontro personale contro Masi, il suo e nemmeno cerca un martirio per autoincensarsi (chi lo scrive fa parte della stuola di cretini la cui madre è sempre incinta): è la sospensione che è umiliante, per un giornalista che lavora da anni nel servizio pubblico. Nemmeno fossi uno che ruba...
 
La domanda di Freccero: nessuno risponde alla domanda che si è posto Freccero sul Manifesto. Come mai per 14 anni a Santoro non è successo nulla e solo dal 2001 sono iniziati i suoi guai (a lui, a Biagi e agli altri giornalisti vittime della censura bulgara)? Santoro ha fatto puntata di Samarcanda in cui si parlava dei rapporti mafia-politica, che causarono le proteste dei vertici DC. Ma dalla Rai, nulla. Annozero non fa l'opposizione dell'informazione, è solo il primo programma di informazione e, rivolgendosi al cavaliere, "lei nun ce vo sta", perché noi non siamo perdenti, ma siamo forti di questo successo.

E forse è anche vero che ho meritato i 10 giorni di sospensione (fatti apposta per far saltare due puntate): non ci sono i tempi per un ricorso al Tribunale e allora, a malincuore, Santoro ha spiegato che si rivolgerà ad un arbitrato interno, per salvare la prossima puntata. Ma così si danneggia il prodotto: per questo ha chiesto agli spettatori della Rai di inviare una lettera a Masi "io sono un abbonato della Rai e non voglio essere punito al posto di Santoro".
 
"Voi telespettatori avete il diritto di non vedere i vostri cervelli ridotti a marmellata televisiva": facciamo vedere quanti siamo, quelli che si riconoscono nei valori della trasmissione. E' un bel guanto di sfida, quello lanciato.
 
Di cosa si è parlato nella puntata? Delle intercettazioni Porro - Arpicella e i segugi di Mantova e della crisi. Questa parola tabù: anche ieri, tra i punti del governo, nessuno parlava di lavoro. Tremonti all'ennesima conferenza stampa:
«Il nucleare, la pubblica amministrazione, il Sud, la tematica dei rapporti sociali fino alla riforma fiscale». Ovvero il nulla.
 
Eppure esiste una parte di paese che da questa crisi è colpito duramente: le lavoratrici dell'Omsa, in collegamento da Faenza.
 
L'intervista ad una di queste, andrebbe trasmessa tutte le sere, dai TG (altro che l'omicidio Scazzi...). Parliamo di una lavoratrice madre, in cassa integrazione assieme al marito, con un mutuo. "Quello di Faenza è un territorio destinato a morire, le aziende chiudono, migliaia di persone in cassa integrazione... il problema più grave è la ricollocazione delle donne".
 
"Alzarsi la mattina e non sapere cosa dare da mangiare o persino un giocattolo alla figlia è frustrante". Si arriva persino ad invidiare la collega serba che prende le 400 euro al mese: "io rischio di non prendere nemmeno quelle".
 
Il primo giro degli ospiti in studio è stato dedicato alla punizione santoriana: "autopicconata" per Bersani, "fuori luogo" per Formigoni, "provvedimento senza capo nè coda" per Epifani, che ha ricordato i lavoratori precari pagati a puntata, anche loro vittime della censura politica. Riotta, che pure si è detto distante dallo stile Santoro, parlava di "ripicca inutile". Zurlo, giornalista de Il Giornale ha invece ripreso il tema della libertà di stampa (tanto cara a Santoro), violato dalle perquisizioni subite da Sallusti e altri, per l'indagine per le presunte pressioni sulla Marcegaglia.
 
Il tema della crisi.
Ogni volta che Bersani va ad Annozero, tende a fare comizi. Dovrebbe imparare ad essere più asciutto, puntuale, breve. Ci ha provato ieri sera a ricordare che la crisi c'è da 2 anni e che il governo l'ha prima negata, poi detto che era alle spalle.
 
"Il modello ghe pensi mi, dei cieli azzuri e del miracolo, che se c'è un problema è colpa del nemico". "Noi abbiamo avuto una predicazione disastrosa... servivano riforme e cambiamenti". In questi 2 anni c'è stato troppo conformismo: non abbiamo mai avuto un dibattito nè una discussione sulla crisi.
 
 
Formigoni: "della crisi se ne è parlato". E Tremonti ha preferito, facendo una precisa scelta politica, di puntare alla salvaguardia dei conti. E oggi l'Italia è messa meglio di altri paesi (la Spagna): si registra un aumento dell'IVA, della produzione (ad agosto, su agosto 2009). C'è, è vero il dramma umano del lavoro, che si perde anche in Lombardia e nel ricco nord est.
 
Formigoni però dimentica le sue sfurtiate contro i tagli di Tremonti di questa estate, del fatto che il rigore annunciato ha portato ad un aumento del debito pubblico e un aumento della spesa corrente della politica. Che non si può parlare di "assunzione di responsabilità e dialogo comune" con un governo che mette la fiducia e che continua ad imporre un'agenda solo sui problemi giudiziari del cavaliere. La Cassa integrazione per il momento ha tenuto: ma a che prezzo? Molte famiglie comunque, nonostante quei 700-800 euro, sono a rischio, e ad un certo punto i soldi finiranno.
Cosa si deciderà di fare?
 
Epifani ha voluto commentare le "brutte" uscite del ministro Maroni su presunte infiltrazioni alla manifestazione della Fiom di sabato. Doveva parlarne prima con gli organizzatori, altrimenti da l'impressione di volersene lavare le mani. "Tutti devono concorrere a creare un clima adeguato alla manifestazione".
 
I numeri della crisi parlano di 650000 persone in cassa integrazione, 1 ml di posti di lavoro persi. Ci vorranno forse 7 anni per tornare ai livelli del 2007. Tremonti non ha fatto nulla per stimolare la produzione e i consumi. E aumentanno le distanze tra chi ha perso il lavoro e chi è passato indenne dalla crisi.
 
Riotta: il direttore del Sole 24 Ore ha voluto bacchettare la politica, che non ha dato risposte: "i posti di lavoro persi non torneranno mai più", citando uno scrittore indiano.
 
A questo punto Bersani è sbottato, interrompendo il giornalista ericordando la vicenda Alitalia, l'esenzione dell'ICI, la rimozione della tracciabilità del contante: le prime azioni del governo Berlusconi, quando già si sentiva questa crisi internazionale. Se c'è stato immobilismo, non è da parte mia, che (anche in un'altra puntata di Annozero) avevo proposto un piano di piccole opere per dare ossigeno alla produzione locale.
 
Purtroppo il paese non ha tempo per sapere chi ha torto o ha ragione. 347 operaie che rischiano di perdere per sempre quel lavoro. Le donne che si sono ritrovate al teatro di Faenza, erano molto incazzate. Con Berlusconi, con Bersani che pure era venuto a dare la solidarietà. Il mondo reale non vuole più sentire scuse, scaricabarile, da gente che parla senza dare soluzioni al problema del lavoro.
 
Cosa state facendo?
 
Ecco, per sapere cosa si può fare, basta andare all'estero.
Obama, ha avviato un piano di investimenti, per 1,3 miliardi di euro, nel settore educativo. Nella conferenza stampa andata in onda, ha parlato chiaro: "vogliamo dare i tagli alle famiglie della classe media e alle piccole aziende".
"Vogliamo salvaguardare i posti di lavoro e rispettare la dignità dei lavoratori".
 
"Noi crediamo che si debba tagliare le tasse non ai ricchi o alle grandi imprese, ma alle aziende che assumono e creano posti di lavoro".
 
In Italia siamo stati 5 mesi senza ministro dello sviluppo, si sono accumulati sul tavolo del ministri casi di aziende in crisi. E anche le rassicurazioni di Formigoni, per cui in Lombardia esiste una legge che tutela le aziende che assumono, che le politiche di stimolo poi alla resa dei fatti non funzionano, servono a poco. In Lombardia le aziende chiudono, con buona pace anche della Lega.
 
Dell'ennesima puntata sulla casa di Montecarlo o sulle telefonate/sms tra i giornalisti di Feltri e la Marcegaglia non mi interessa.
 
L'unico aspetto da rilevare è la telefonata tra Confalonieri e il presidente di Confindustria. Chi è il vero padrone de Il Giornale (con i bilanci in rosso per milioni di euro)? Fino al 31/12 vige la Gasparri e per legge, Mediaset non può avere giornali. E poi?
 
I lavoratori incazzati.
Squadristi, fascisti, terroristi. Ai delegati Fiom che hanno lanciato le uova contro le sedi Cisl è stato detto di tutto. Una mancanza di rispetto, per uno dei delegati Cisl che dalle uova e dagli insulti ricevuti ("venduto") si sentiva offeso.
 
Eppure anche qui va fatta chiarezza: la Cisl e la Uil impongono ai propri iscritti le loro scelte, senza andare per il voto. Non solo, andando a firmare da sole, gli accordi in deroga con le controparti spaccano il fronte unico dei sindacati, indebolendoli. Sono terroristi loro, o quelli che permettono le morti bianche (con meno controlli), e tendono ad impoverire chi lavora?
 
Un delegato Fiom ha detto in un'intervista, le sole cose interessanti che ho sentito: "se tiri le uova sei terrorista; se sei un mafioso e siedi in parlamento prendi 20000 euro al mese... anche questo fa rabbia".
 
Non è vero che firmare i patti in deroga come fanno Bonanni e Angeletti porti alla salvaguardia dei posti di lavoro: la Fiat comunque sposta parte della produzione in Serbia, come la Omsa.
 
Non potremo mai competere con livelli di salari 400 euro.
 
Non si rendono conto, i Formigoni e company, che se il solco tra politica e società si allarga, poi non ce n'è per nessuno.
 
Come la governi la tensione, poi? Con l'esercito e con la polizia come in Grecia e in Francia?

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