Amnesty: domani una piazza di Roma dedicata alla primavera araba
L’hanno chiamata la “primavera araba”: una stagione di risveglio, di rinascita, del tempo che migliora, dello stare all’aperto.
Milioni di persone, in quella parte del mondo così complessa che parte dal Marocco e arriva fino all’Iran (e che comprende dunque anche popolazioni non arabe, ragione per cui sarebbe meglio chiamarla “primavera democratica”), da quasi un anno e mezzo stanno all’aperto, e in quello spazio pubblico fatto di piazze e strade hanno chiesto e chiedono ancora la fine delle dittature, della repressione, della corruzione.
In quelle piazze e in quelle strade, hanno lanciato la sfida pacifica al potere, riuscendo anche a deporre regimi attaccati al potere da decenni. Questi ultimi, nel tentativo di continuare a governare, hanno ucciso migliaia di persone, come nel caso della Siria, dove la rivolta non violenta è diventata, anche, armata.
La “primavera democratica” ha avuto sviluppi diversi, da paese a paese. Ha conosciuto due interventi militari: quello della Nato è stato determinante per il crollo del regime di Gheddafi, quello dell’Arabia Saudita in Bahrein lo è stato altrettanto per tenere al potere la dinastia al Khalifa.
In Egitto e Libia, i fiori della primavera sono sbocciati per poi essere recisi, inTunisia stanno crescendo a stento, in Siria e Bahrein i tentativi di piantarne i semi sono stati stroncati con estrema violenza. In Iran, dove nel giugno 2009 quello spazio aperto venne conquistato e difeso finché possibile, i seminatori di primavera sono tutti o quasi in carcere. Altro che primavera, verrebbe da dire: l’estate non s’è vista e siamo ripiombati in inverno.
Se esaminiamo il passaggio delle stagioni dal punto di vista di chi è al potere, il quadro che ne esce è sconfortante: ministri per i diritti umani omofobi, militari misogini, vincitori che si vendicano sui vinti, gas lacrimogeni che asfissiano e uccidono, crimini contro l’umanità e tanto altro.
Ma il calendario, col 21 marzo in arrivo (che è anche il giorno di Capodanno per curdi, iraniani e altri ancora: auguri!), ci chiede di fare uno sforzo di solidarietà e di ottimismo e di essere, nel giorno della primavera, accanto alle donne e agli uomini che hanno seminato diritti, uguaglianza e dignità: quelli che si sono ritrovati a milioni insieme, quelli che si sono scoperti soli e quelli che lottano dal carcere.
Per questo, domani, mercoledì 21, Amnesty International Italia trasformerà una delle più caratteristiche piazze del centro storico di Roma, piazza Madonna dei Monti, in “piazza della Primavera”.
A partire dalle 14.30 fino alla sera, la “piazza della Primavera” di Amnesty International Italia ospiterà dibattiti, testimonianze di attivisti, filmati e momenti artistici a sostegno delle richieste di rispetto dei diritti umani in Medio Oriente e Africa del Nord.
Dalla “piazza della Primavera” di Roma il messaggio che verrà inviato alle vecchie e nuove autorità della regione attraverso la consegna, nel pomeriggio, di vasetti di margherite alle Ambasciate di alcuni paesi, è che “non si può fermare la primavera”.
Il programma è in continuo aggiornamento e lo potrete trovare sul sito di Amnesty International Italia: qui potrete seguire alcuni eventi in streaming, mentre alle 18 inizierà la diretta di Radio Città Futura, radio partner dell’iniziativa.
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