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Al convento dei fichi secchi

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Pierre de Coubertin

Tra le misure previste dal Dl Imprese, presentato il 18 giugno scorso dai ministri dell’Economia e dello Sviluppo economico, Padoan e Guidi, vi è un credito d’imposta per investimenti che in sé riassume i tempi da nozze coi fichi secchi che stiamo vivendo. Piuttosto che niente, meglio piuttosto, ma l’impatto sulla crescita difficilmente sarà significativo. Più propriamente, sarebbe piaciuto a De Coubertin.

Il testo del decreto prevede che le imprese che investiranno almeno 10.000 euro in macchinari e beni strumentali (ma con l’eccezione, pare, di capannoni, computer, software e brevetti), nel periodo compreso tra la data di entrata in vigore del decreto ed il 30 giugno 2015, sotto la condizione che tale investimento risulti incrementale rispetto alla media dei 5 anni precedenti (con la possibilità di escludere l’anno in cui l’investimento è stato maggiore), godranno di un credito d’imposta del 15% della spesa. Tutto bene, quindi? Più o meno.

Premesso che l’esborso deve essere sostenuto entro un anno circa, il beneficio fiscale corrispondente (stabilito in tre quote annuali da utilizzare in compensazione di debiti d’imposta) inizierà a decorrere solo dal primo gennaio del secondo periodo d’imposta successivo a quello in cui è stato effettuato l’investimento. Il che significa non prima del periodo d’imposta 2016. Quindi, esborso a tempi stretti ma fruizione del credito d’imposta diluita in tre rate e con partenza nettamente differita rispetto alla spesa per investimento. Benvenuti nel regno delle compatibilità di bilancio che diventano braccino cortissimo.

Ma sempre con i soliti arbitrii ed asimmetrie da incertezza del diritto che diviene certezza del rovescio. Ricordate la famosa rateizzazione triennale del debito d’imposta sulla rivalutazione dei beni d’impresa che diviene improvvisamente esborso integrale nel periodo d’imposta 2014? Bene, questo provvedimento è praticamente la sua immagine allo specchio. La copertura di questo provvedimento, stimata in circa 1,2 miliardi di euro, si rinviene nel Fondo di Coesione e Sviluppo, nella programmazione 2014-2020.

Il credito, vista la tipologia di investimenti agevolabili, appare mirato ad imprese di media dimensione del settore manifatturiero. Voi comunque non trattenete il respiro: appare piuttosto improbabile che questa misura (peraltro in carenza di domanda) possa avere un elevato impatto sulla crecita. E con le incentivazioni per via fiscale agli investimenti c’è sempre questo dilemma: stiamo incentivando investimenti che sarebbero avvenuti comunque o stiamo prendendo a prestito domanda dal futuro? Quello che invece è certo, è che il valore attuale netto di questo incentivo è ben poca cosa.

 

Foto: Wikimedia

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