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Agenzie per il lavoro: nuove dinamiche italiane

In un momento storicamente difficile in Italia per il flusso lavorativo, anche le agenzie che si occupano di collocamento e ricollocamento del lavoro sono in evoluzione.

Mi riferisco alle agenzie private che in passato si sono inserite nel mercato fornendo i c.d. 'servizi interinali' ovvero occupando una fascia di mercato tra i lavoratori e i datori di lavoro dunque tra domanda e offerta.

Il lavoro interinale nasce dalla definizione latina 'interim', come prestazione lavorativa provvisoria per definizione contrattuale. Il lavoratore stipula un contratto specifico curato e gestito da un'agenzia dunque una società che a sua volta fornisce all'azienda richiedente prestazioni lavorative un preciso profilo per un preciso periodo entro accordi economici, di tempo e trattamenti sociali e previdenziali. Naturalmente l'agenzia per le proprie prestazioni si assicura una percentuale sulla remunerazione del lavoratore.

Il lavoro interinale ha rivestito in Italia un ruolo - in alcuni settori anche interessante - negli anni passati specialmente laddove le richieste specifiche di attività professionali dipendevano esclusivamente da periodi precisi e limitati, che potevano poi essere ripetuti se la domanda del prodotto o servizio lo richiedeva. Mi riferisco ad esempio ad alcuni settori industriali le cui produzioni sono legate alle flessioni nella domanda, dunque alle complessive richieste da parte dei potenziali acquirenti. Un'improvvisa commessa con scadenza immediata può mettere in crisi un'industria laddove non è in grado di avvalersi della prestazione lavorativa a breve termine e provvisoria di personale (più o meno qualificato a seconda della mansione richiesta).

Ma i tempi cambiano in fretta, l'attuale situazione del mercato del lavoro italiano - nonostante dichiarazioni politiche, statistiche e ottimismi - resta in bilico, tra deficit normativi, costi del lavoro elevati e inesistenti incentivi a favorire inserimenti di giovani o comunque personale che da 'non qualificato' cerca di acquisire le competenze necessarie a essere considerato 'qualificato'.

Le agenzie che forniscono servizi per il lavoro risentono di ogni flessione, in particolare il caos e le difficoltà recenti pare abbiano costretto alcune di loro ad elaborare nuove strategie per non soccombere alla concorrenza. Una di queste prevede l'inserimento di ulteriori servizi proposti al disoccupato in cerca di lavoro. Servizi a pagamento, ovviamente.

Una delle tecniche attualmente più diffuse prevede annunci di lavoro tra canali web specializzati e portali a diffusione nazionale. Nell'annuncio si propone l'inserimento del curriculum nel data base dell'agenzia per il lavoro (che ha messo l'annuncio), con la prospettiva - per chi risponde all'annuncio - di essere poi ricontattato in caso di richiesta di lavoro corrispondente al proprio profilo.

L'agenzia per il lavoro, dunque, stabilisce attraverso l'annuncio un primo contatto (di solito telefonico) col potenziale cliente-disoccupato avvisandolo di aver inserito il suo curriculum vitae nel proprio database ma la prestazione non si ferma qui. Il cliente viene poi ricontattato da un altro operatore dell'agenzia, il quale - nella mera sostanza - propone uno specifico servizio a pagamento (ma che è a pagamento lo si capisce per bene alla fine) di posizionamento periodico del curriculum nonché di 'cura' nel proporre e rilanciare tale figura professionale. Questi ulteriori servizi, elencati con dovizia di termini e resi articolati e complessi, hanno un costo annuale spesso proposto al potenziale cliente come costo mensile (con la stessa logica a cui ormai ci hanno abituato ad esempio i gestori di servizi telefonici) pagabile poi in unica soluzione anticipata o rateizzabile.

La sostanza, comunque, resta una sola: l'agenzia per il lavoro attira potenziali clienti coi propri servizi di base d'intermediazione verso chi offre lavoro, per poi offrire specifici servizi a pagamento i quali - di fatto - propongono "la giusta visibilità" a ogni profilo aderente il servizio,

Dal punto di vista giuridico le agenzie per il lavoro stanno ampliando i servizi resi disponibili nella fattispecie a chi costituisce la 'domanda di lavoro', e lo fanno (o dovrebbero farlo) nel momento in cui il soggetto aderisce fornendo un adeguato contratto specifico da firmare.

E' tuttavia necessario mettere in guardia chi incrocia dinamiche di questo tipo per due ragioni:
- alcuni operatori telefonici delle agenzia per il lavoro (come già nel settore delle telecomunicazioni) tentano di 'strappare' consensi durante la comunicazione telefonica, a quel punto per il soggetto diventa più complesso rifiutare servizi e pagamenti;
- l'inserimento iniziale nel data base dell'agenzia per il lavoro, originariamente proposta come già eseguita e gratuita, in effetti non produce alcun risultato per il disoccupato finché non aderisce ai servizi aggiuntivi a pagamento, nella fattispecie gli interventi per aumentare la visibilità dei profili e dei curriculum individuali diventa determinante per favorire o sfavorire un candidato.

Nulla di quanto sopra esposto può considerarsi giuridicamente ingannevole nella misura in cui non subentrano contratti per servizi con vizi di forma o sostanza. Concretamente però, tra annunci, telefonate, promesse e proposte, è necessario che il cittadino sia attento, vigile e consapevole di significati, ragionamenti 'a voce', norme contrattuali 'per iscritto' e dinamiche complessive. Non si tratta - in effetti - di sbilanciamenti economici palesemente sproporzionati: il costo annuale dei servizi aggiuntivi può variare da un centinaio di euro in su (senza l'evidente garanzia di trovare lavoro o avere comunque offerte ragionevoli ma anche - forse soprattutto - senza poter poi capire e valutare l'effettiva incidenza di questo servizio sulle potenziali offerte di lavoro). Si tratta, a mio avviso, di non dimenticare il rispetto e l'onestà, specialmente per una categoria di persone in un momento di difficoltà e presumibilmente più predisposta a fragilità quale quella di chi cerca un impiego.

 

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Fotografia di Bg, Bologna, aprile 2011

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