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A Lampedusa la settimana dei diritti umani

 

C’è un luogo, in Italia, in cui solidarietà e generosità sono di casa. Un luogo la cui popolazione ha una dimensione e una composizione mutevole. Un luogo in cui le difficili vite di chi ci vive si incontrano e si intrecciano con quelle di chi ci arriva e approda.

Questo luogo è Lampedusa, simbolo di fragilità e speranza, di bellezza e di fatica in mezzo al mare, dove per dirla con le parole di un pescatore, “una mano lava l’altra e due mani lavano il viso”.

Per i migranti e i rifugiati, per chi ce l’ha fatta ad attraversare il mare senza annegare, Lampedusa è la terra che si bacia, la mano che si protende per toccare la salvezza, l’approdo, il riparo.

Per chi ci vive e ci lavora, Lampedusa è uno spazio in cui tutto è più difficile, ma che viene resa un luogo di accoglienza e solidarietà verso persone che cercano un futuro migliore della vita da cui fuggono.

A Lampedusa, Amnesty International ha aperto sabato il suo terzo campo sui diritti umani. Fino al 27 luglio, i 70 partecipanti realizzeranno attività tra cui un laboratorio coadiuvato dall’artista Lorenzo Terranera per realizzare, insieme all’associazione Colors revolution in Lampedusa. alcuni murales per le strade di Lampedusa, raccontando anche su un blog ideato per l’occasione, le storie di bambini, donne e uomini in fuga da condizioni di vita drammatiche. Nel corso della settimana, il campo assegnerà anche un premio alla migliore opera sui diritti umani nel programma del Lampedusainfestival.

Saremo a Lampedusa, anche quest’anno, per ribadire l’impegno a fianco di chi su questa meravigliosa isola approda e di chi vi abita. Per ringraziare i lampedusani della loro generosità, per conoscere meglio i problemi che la distanza e la percezione di abbandono “di Roma” acuiscono. Per chiedere regole sull’immigrazione e sull’asilo eque e rispettose degli esseri umani, garantire l’accesso dei rifugiati e richiedenti asilo alla protezione internazionale dando priorità al salvataggio in mare. Infine per chiedere la sospensione degli accordi esistenti con la Libia sul controllo dell’immigrazione.

 

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