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2013, di nuovo alle Terme (2) - Ad Abano, l’incontro con un quasi compaesano

Completamente all'opposto in confronto alle condizioni del tempo nel Salento, caratterizzate, a quanto riferitomi, da intense piogge, oggi, qui ad Abano Terme, è una bellissima giornata di sole, rallegrata anche dall'aria eccezionalmente tersa e appena frizzante.

Piacevole, perciò, la prima passeggiata del curando salentino - in tale veste, invero, di casa da queste parti - votata a due precisi obiettivi: il passaggio da un negozio di giocattoli per l'acquisto di piccoli doni per i nipotini, che come ogni anno andrò a trovare domenica prossima a Monza, e, inoltre, il proposito di incontrare un quasi compaesano, il quale lavora qui da molti anni. Amico di una mia sorella, l'ho contattato telefonicamente negli scorsi mesi onde chiedergli un consiglio in merito alla scelta, forzata, di un nuovo albergo dove fare i miei fanghi.

Fortuita coincidenza, la persona in questione, R.C., è mio omonimo, anche lui essendo stato chiamato dai genitori come il Santo pellegrino di Montpellier, meglio conosciuto con l'espressione di “Santo con il cane”. R. fa, di mestiere, il massaggino in un rinomato esercizio alberghiero termale nel centro di Abano, dove ho potuto immediatamente cogliere, con piacere, sin dall'approccio alla reception, i segni dell’apprezzamento personale e professionale di cui egli code sul posto di lavoro (giudizio positivo, di cui, peraltro, si trova anche riscontro in internet, con espresso riferimento al massaggino R., in seno alle recensioni degli ospiti pubblicate sul famoso sito Tripadvisor).

Per due volte, in un breve volgere di tempo, mi è stata, infatti, ripetuta l'affermazione “R. è un bravissimo ragazzo”, dietro e dentro la quale non ho avuto soverchia difficoltà a scorgere una valutazione elogiativa. Al mio arrivo in hotel, R. si trovava intento al suo lavoro, tuttavia l'impiegata del ricevimento mi ha accompagnato nell'area adibita al servizio massaggi. Lì, dopo pochi minuti, esaurito il turno di trattamento a un’ospite – cliente, mi si è parato dinanzi il compaesano, il quale non sapeva nulla e, con un leggero e delicato sorriso, ha subito dimostrato di apprezzare la mia iniziativa e mi ha ringraziato. Pochi attimi di pausa, un’altra paziente era già in attesa di Rocco, sicché ci siamo limitati a commentare la particolare circostanza che, a breve, in concomitanza con il periodo di chiusura dell’hotel, l'amico scenderà nel Salento, rientrando e fermandosi un po’ al suo paese.

Trattasi di piccola località, vicinissima alla mia di nascita, dove, intorno a Ferragosto, si svolge ogni anno una festa, assai sentita, dedicata giustappunto al Santo di cui io e R. portiamo il nome. Tal evento, fra il resto, contiene una peculiare caratteristica, unica almeno nella zona, in seno ai fuochi d'artificio, che, secondo prassi, nelle feste similari si accendono e sparano la sera. I fuochi contengono una fase, detta i “vai e vei”, consistente in una serie o batteria di petardi scoppiettanti e coloratissimi che scorrono, nei due sensi, lungo un filo metallico, appositamente teso tra la facciata della chiesa matrice della località e il fronte della vicina chiesetta dedicata proprio a San R. Grazie amico R., sono contento di averti conosciuto e mi piace terminare le presenti righe esprimendo, spassionatamente, il mio plauso e sinceri auguri a un giovane del Basso Salento, trasferitosi con serietà e successo nel lontano e così diverso Nord Est dell'Italia.

 

 

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