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19 luglio: un giorno in più

Non dovrebbe essere né un anniversario, né una ricorrenza. E poi non è mica un compleanno o un onomastico, che aspetti un anno perché ti diano quei fatidici auguri.

Ecco partiamo da questo: non dovrebbe essere un giorno. Ma "il" giorno".

Maciniamo anni come caramelle, novità come abitudini, nuove tecnologie come nuove mode. Anzi, a volte sono proprio le nuove tecnologie e le nuove mode che ci tengono svegli, che ci fanno accorgere di come passi e di come cambi il tempo.

Ma se c’è una parte del progresso e del futuro che mi angoscia, è quella dei ricordi e del passato. O dei ricordi del passato, che è un po’ la stessa cosa.

A tal punto, mi va di ricordare uno dei concetti più illuminanti, che resta quello di Ugo Foscolo nei "Sepolcri": una tomba può valere una vita, è inutile ai morti ma utile ai vivi. Cosa significa.
 
Significa che la morte non va né ricordata, né celebrata, né esorcizzata, né osannata. Va vissuta. Già, la morte va vissuta. Sulle nostre gambe.

Vivere la morte può sembrare la stessa cosa di ricordare, celebrare, esorcizzare o osannare, ma non lo è. Vivere la morte vuol dire vivere gli ideali, i valori e le illusioni di chi è morto. Soprattutto se chi muore lo fa per ideali, valori ed illusioni di uno Stato migliore.
 
Leggere a pochi giorni dal 19 luglio, che il boss della ’ndrangheta Pasquale Zappia è stato "incoronato" capo della Lombardia in un centro sociale intitolato a Falcone e Borsellino, oppure leggere che a Palermo sono state distrutte le statue di Falcone e Borsellino... mi fa leggere ancora di più Ugo Foscolo.
 
O meglio: era forse quello il nostro scopo? Aprire centri o erigere statue?
 
Dovremmo fregarcene dei centri e delle statue, così come delle scuole o delle strade intestate, buone solo alla propaganda di quei politici pusillanimi che devono dimostrare che odiano la mafia. Ogni volta che passo per una strada, una scuola o una statua di Falcone e Borsellino penso: ecco un altro sindaco, consigliere o assessore che non lotta la Mafia.

Un esempio? Il Presidente Lombardo ha annunciato che la Regione Sicilia ricoprirà i costi per ricostruire le statue di Falcone e Borsellino: ecco un altro che non lotta la Mafia.

Ho sempre trovato molto volgare anche l’esaltare gli arresti eccellenti, sia dei politici di destra che di sinistra, i "successi" dello Stato quando finisce in cella l’ennesimo latitante, della "lista dei maggior ricercati etc. etc."...

Si inculca nei bambini, ma forse anche in quella parte dell’opinione pubblica meno acuta, l’idea stupida che un giorno tutto possa finire grazie alla magistratura, alla polizia, ai carabinieri, grazie all’ennesimo arresto.

"La lotta alla Mafia dev’essere innanzitutto un movimento culturale che abitui tutti a sentire la bellezza del fresco profumo della libertà che si oppone al puzzo del compromesso morale, dell’indifferenza, della contiguità e quindi della complicità"diceva Borsellino.

 
Un movimento culturale: uno Stato che si rispetti dovrebbe esaltarsi per l’ennesimo figlio di un Boss che si strappa alla malavita, che riesce a laurearsi ed a portare il pane a casa onestamente, ad esempio, e non per l’ennesima cosca decapitata.

La lotta alla Mafia non è un tifo, una ola da fare allo stadio. E’ vivere amando la propria terra, la propria città, "le cose che non ci piacciono, per poi poterle cambiare" diceva Paolo. E’ vivere onestamente, nei valori di chi è morto non per diventare una statua, un centro o una medaglia, oppure un giorno sul calendario, magari in rosso, uno di quelli che non si va a scuola o a lavoro.

Via D’Amelio non dovrebbe essere un luogo o il nome di una strage, dovrebbe essere una strada da percorrere, una via che ci conduce ad una meta da raggiungere.
 
Il 19 luglio dovrebbe essere un giorno senza preghiere, senza striscioni, senza scongiuri. Dovrebbe essere un giorno in più nella coscienza di ognuno di noi.
 
 
Un giorno vissuto vivendo. E basta.
 
 
 
Ci sono uomini che lottano un giorno e sono bravi, 
altri che lottano un anno e sono più bravi,
 
ci sono quelli che lottano più anni 
e sono ancora più bravi,
 
però ci sono 
quelli che lottano tutta la vita: essi sono gli indispensabili. 
 
(Bertolt Brecht)
Per quanto mi riguarda, io il 19 luglio lo cancellerei, non dovrebbe esistere sul calendario.

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