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12 milioni dall’Otto per mille statale per far fronte alle calamità naturali. Poteva essere un miliardo.

L’Uaar in data 19 settembre 2022 ha inviato un comunicato stampa dedicato alla questione.

Ancora una volta piangiamo le vittime di una tragedia annunciata. Senigallia è stata colpita per la seconda volta in otto anni, ma oggi in maniera più devastante. La scienza mette in luce le nostre responsabilità e ci dice cosa fare: contrastare il cambiamento climatico e realizzare opere di prevenzione e messa in sicurezza delle zone a rischio. E cosa fa invece la politica italiana? Da un lato drammatizza la presunta catastrofe delle culle vuote, quando le evidenze mostrano che la sovrappopolazione è uno dei principali fattori del cambiamento climatico. Dall’altro si gira dall’altra parte e non compie un dovere civico che permetterebbe al Paese di avere ingenti risorse per la protezione della vita e dei beni dei propri cittadini.

Ogni anno 1,4 miliardi di fondi pubblici vengono messi in palio con la lotteria dell’Otto per mille. Una lotteria truccata sotto molteplici punti di vista, tra cui spicca il fatto che a farsi pubblicità sono solo le confessioni religiose. I milionari spot della Chiesa cattolica imperversano per mesi su tutti i mezzi d’informazione, per il periodo della dichiarazione dei redditi e oltre. Mesi durante i quali la politica e le istituzioni osservano invece un assoluto silenzio. Un silenzio colpevole, visto che lo Stato di cui dovrebbero tutelare gli interessi è uno dei concorrenti alla corsa dell’Otto per mille e tra le destinazioni di quel potenziali 1,4 miliardi prevede anche la voce delle calamità naturali. Precisamente, come riporta il sito del Governo, gli “interventi che si rendono necessari in caso di calamità naturali, diretti all’attività di realizzazione di opere, lavori, studi, monitoraggi finalizzati alla tutela della pubblica incolumità da fenomeni geomorfologici, idraulici, valanghivi, meteorologici, di incendi boschivi e sismici”.

Perché parlamentari, ministri, il presidente del consiglio e il capo dello Stato non invitano i contribuenti a scegliere “Stato” nell’Otto per mille? Visti i danni e le vittime che provocano le calamità naturali in Italia perché i politici, sedicenti patrioti o progressisti, di destra o di sinistra, non rivolgono accorati appelli ai contribuenti affinché nella casella “Stato” indichino “calamità”, come è possibile fare dalle dichiarazioni 2020? Il 28 giugno scorso è stata pubblicata la ripartizione dell’Otto per mille a diretta gestione statale relativa proprio a tale anno. Analizzando il prospetto si scopre che sono 12 i progetti ammessi al contributo per la categoria “calamità naturali”, per un totale di 11,8 milioni, e sono tutti interventi richiesti da Comuni italiani per proteggere la popolazione, tipicamente da rischi idrogeologici.

È dal terremoto in Abruzzo del 2009 che l’Uaar rivolge appelli alle istituzioni in linea con i ripetuti rimproveri che la Corte dei conti ha indirizzato al governo in quanto è “l’unico competitore [dell’Otto per mille] che non sensibilizza circa le proprie attività l’opinione pubblica con campagne pubblicitarie”. Proviamo a immaginare se Mattarella e, per limitarci alla diciottesima legislatura, i presidenti Conte e Draghi avessero fatto il loro dovere di rappresentanti della Repubblica Italiana e convocato conferenze stampa per invitare i contribuenti a scegliere “calamità” nella casella “Stato” dell’Otto per mille. Invece di 12 milioni poteva esserci un miliardo per far fronte alle calamità naturali, invece di 12 territori potevano esserne messi in sicurezza mille. E tra questi, chissà, anche il fiume Misa a Senigallia.

Roberto Grendene

Comunicato stampa del 19 settembre 2022


12 milioni dall’Otto per mille statale per far fronte alle calamità naturali:
avrebbe potuto essere più di un miliardo

«Ancora una volta piangiamo le vittime di una tragedia annunciata. Senigallia è stata colpita per la seconda volta in otto anni, ma oggi in maniera più devastante. La scienza mette in luce le nostre responsabilità e ci dice cosa fare: contrastare il cambiamento climatico e realizzare opere di prevenzione e messa in sicurezza delle zone a rischio. E cosa fa invece la politica italiana? Anziché mettere a disposizione del Paese ingenti risorse per la protezione della vita e dei beni dei propri cittadini, ogni anno mette in palio 1,4 miliardi di fondi pubblici con la lotteria dell’Otto per mille. Con più di un miliardo all’anno quanti Comuni italiani si sarebbero potuti mettere in sicurezza dai rischi idrogeologici?».

A qualche giorno dall’alluvione delle Marche, Roberto Grendene, segretario dell’Unione degli Atei e degli Agnostici Razionalisti (Uaar), interviene sulla questione ricordando la contraddizione di un Paese che si ricorda di essere a rischio idrogeologico solo dopo l’ennesima “calamità naturale” ma ogni anno elargisce alle confessioni religiose riconosciute dallo Stato più di un miliardo di euro.

«L’Uaar – prosegue Grendene – si batte per l’abolizione di questo sistema di finanziamento o per il passaggio a una tassa che gravi solo sul contribuente che vuole espressamente finanziare la propria religione, come avviene in Germania, Austria, Svizzera. Ma nell’attesa che un parlamento che abbia davvero a cuore la laicità e le sorti di questo Paese realizzi questo pio desiderio, ci pare il minimo sindacale che lo Stato, che alla lotteria dell’Otto per mille partecipa come “concorrente”, faccia pubblicità per se stesso anziché lasciare campo libero ai milionari spot della Chiesa cattolica che imperversano per mesi su tutti i mezzi d’informazione. E torniamo a chiederlo oggi, mentre abbiamo negli occhi le immagini di Senigallia, perché tra le destinazioni possibili dell’Otto per mille statale c’è proprio la voce ‘calamità naturali’…».

Nel 2020 – primo anno dal quale il contribuente può indicare a quale destinazione dell’Otto per mille statale devolvere la propria quota – alla voce “calamità naturali” sono stati destinati 11,8 milioni di euro per 12 progetti: tutti interventi richiesti da Comuni italiani per proteggere la popolazione, tipicamente da rischi idrogeologici.

«È dal terremoto in Abruzzo del 2009 che l’Uaar rivolge appelli alle istituzioni in linea con i ripetuti rimproveri che la Corte dei conti ha indirizzato al governo in quanto è l’unico competitore dell’Otto per mille che non sensibilizza circa le proprie attività l’opinione pubblica con campagne pubblicitarie», continua il segretario dell’Uaar. «Proviamo a immaginare se Mattarella e, per limitarci alla diciottesima legislatura, i presidenti Conte e Draghi avessero fatto il loro dovere di rappresentanti della Repubblica Italiana e convocato conferenze stampa per invitare i contribuenti a scegliere “calamità” nella casella “Stato” dell’Otto per mille. Invece di 12 milioni poteva esserci un miliardo per far fronte alle calamità naturali, invece di 12 territori potevano esserne messi in sicurezza mille. E tra questi, chissà, anche il fiume Misa a Senigallia».

 

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