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50 giovani israeliani dicono no al servizio militare

Lo scorso 8 marzo 50 giovanissimi cittadini israeliani hanno pubblicato una lettera aperta, indirizzata al premier Benya­min Netanyahu, per opporsi all'obbligo di partecipazione al servizio militare.

"Ci rifiutiamo di prendere servizio nell'esercito e la motivazione principale di questo rifiuto è la nostra opposizione all'occupazione militare dei territori palestinesi. I palestinesi dei territori occupati vivono sotto l'autorità israeliana [...] e non hanno alcun modo d'influenzare il regime o i suoi metodi decisionali. Tutto questo non è giusto. In questi territori i diritti fondamentali dell'uomo sono calpestati e i crimini di guerra sono all'ordine del giorno. Esecu­zioni mirate, costru­zioni di inse­dia­menti colo­nici, arre­sti ammi­ni­stra­tivi, tor­ture, puni­zioni col­let­tive"

Il servizio militare in Israele è obbligatorio per tutti, per gli uomini ha una durata minima di tre anni, mentre per le donne due anni. Sottrarsi a questo dovere comporta per i "refusenik", ovvero gli obiettori di coscienza nei confronti del servizio militare, una dura pena da scontare con un anno di carcere.

La lettera è stata pubblicata sulla pagina Facebook dello Yesh Gvul Movement, dove Yesh Gvul sta per "ne abbiamo abbastanza" o "a tutto c'è un limite", un movimento di veterani fondato nel 1982 in opposizione alla guerra in Libano. Il loro slogan: "Non spariamo, non piangiamo, e non prestiamo servizio nei territori occupati!” è perfettamente rappresentativo del sentimento di rifiuto e di disobbedienza civile che ha mosso questi 50 giovanissimi israeliani nella perpetuazione della loro protesta.

Vengono dalle scuole d'Israele, hanno un'età compresa tra i 16 e i 20 anni e rappresentano il più grande gruppo d'opposizione all'obbligo militare che la storia israeliana abbia conosciuto.

In un'intervista rilasciata al Manifesto, una delle giovani protagoniste della vicenda, Dafna Roth­stein Landman, di appena 17 anni, commenta così:

"Le reazioni della gente non ci preoccupano perché siamo deter­mi­nati e con­vinti delle posi­zioni che abbiamo espresso [...] vogliamo opporci all'influenza delle Forze Armate nella società israe­liana. Fac­cio un esem­pio. Un ragazzo israe­liano a 16–17 anni, men­tre si avvi­cina la fine della scuola, non discute con amici e com­pa­gni di classe di cosa vor­rebbe stu­diare all’università [...] parla invece del ser­vi­zio di leva, del mondo mili­tare, pensa e agi­sce in modo com­ple­ta­mente diverso da un ragazzo di un altro posto del mondo. La pres­sione dell’esercito sui gio­vani israe­liani è enorme, oltre a condizio­nare tutta la società"

Al momento non è ancora giunta nessuna risposta ufficiale alla lettera di questi ragazzi, ma chissà che la loro protesta non riesca a scuotere gli animi di tanti altri giovani israeliani, desiderosi come loro di vivere a modo proprio i loro anni più belli.

Foto: Wikimedia

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