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Pericolo antisemita in Ucraina?

All’interno del complesso delle opposizioni ucraine – ora al governo, dopo la “rivoluzione” (o colpo di stato, che dir si voglia) – esistono molte diversità. Ne fanno parte i nazionalisti, gli europeisti (pochi per convinzione, molti per convenienza), le minoranze etniche come i tatari, ed una variegata schiera di gruppi e partiti estremisti di destra. La cosa che accomuna le opposizioni è il comune sentimento di timore ed avversità nei confronti della Russia.

La propaganda russa si è concentrata nel descrivere le opposizioni filo-naziste ed antisemite, organizzate in gruppi paramilitari ed armate dall’occidente per sovvertire l’ordine democratico rappresentato dall’ormai ex Presidente deposto Yanukovich.

I media occidentali – che non taccio di propaganda, anche se talvolta sembra tale, più per approssimazione che per dolo – si sono concentrati nel legittimare le proteste di piazza, descrivendole come spontanee e motivate dal sentimento di autodeterminazione del popolo ucraino.

Milizie di Svoboda

Entrambe le prospettive – russa da una parte, occidentale da l’altra – hanno elementi di verità ed elementi di propaganda, ed offrono una visione parziale di un contesto decisamente più complesso. Ad esempio, la Russia ha ragione quando dice che le rivolte di piazza sono state fomentate da gruppi paramilitari controllati da Svoboda, un particolare partito neo-nazista. Allo stesso tempo però, quando Putin parla di pericolo antisemitismo, dice il falso.

Innanzitutto, il contesto: cosa è Svoboda? Tra i vari movimenti e partiti d’opposizione coinvolti nelle manifestazioni anti-russe in Ucraina, Svoboda è sicuramente quello meglio organizzato. Il partito è nato nel 1991 con il nome di “Partito Nazional-socialista d’Ucraina”, ed ha cambiato il proprio nome – e oggi significa “Libertà” – nel 2004. Contrario da sempre all’autonomia della Crimea, può contare sul 10% dei seggi ottenuti nelle elezioni del 2012. Nasce come partito neo-nazista, ma nel tempo, un po’ per realismo ed un po’ per opportunità, ha virato su posizioni ufficiali, per così dire, più “istituzionali” e pro-Nato, nonostante alcuni suoi esponenti non nascondano il proprio antisemitismo, e nonostante rimangano un partito ultra-nazionalista di estrema destra, con tutte le eventuali conseguenze.

Alcuni militanti di Svoboda. Crediti: Wall Street Italia

Oggi Svoboda controlla alcune posizioni chiave del nuovo Governo ucraino, tra cui il Comitato di Sicurezza Nazionale, il Ministero della Difesa, il Ministero dell’Agricoltura (l’Ucraina è uno dei maggiori produttori di grano al mondo), ed il Ministero delle Risorse Energetiche. Fa parte del partito anche un Vice Primo-Ministro. In pratica controlla alcuni dei ministeri strategicamente più rilevanti dello Stato ucraino.

Va ricordato, per evitare fraintendimenti, che il nuovo Governo non è un Governo di unità nazionale, bensì un Governo totalmente in mano a quelli che fino al mese scorso erano i partiti di opposizione, tra cui il partito di Yulia Tymoshenko. Ad ogni modo, le accuse generali alla piazza di antisemitismo propagandate dai media russi, allo stato dei fatti, sono false, nel senso che non c’è al momento in Ucraina un pericolo antisemita, come conferma il quotidiano israeliano Haaretz. Ugualmente, va ammesso che le proteste di piazza che hanno portato al rovesciamento del Governo legittimo di Yanukovich nulla avrebbero potuto senza il supporto e l’organizzazione paramilitare di Svoboda e degli altri gruppi ultra-nazionalisti, più inclini all’uso della violenza.

Un altro elemento su cui ci si può soffermare è la partecipazione da parte di soggetti che in passato hanno fatto parte dell’esercito israeliano tra le file dei manifestanti anti-russi. È una storia interessante che fa capire quanto è articolata la situazione, e a quanto a poco servano le semplificazioni di parte.

"Delta" è un ex soldato israelo-ucraino, che in passato ha servito nella Forza di Difesa Israeliana. Il giornale Jewish Telegraphic Agency è riuscito ad intervistarlo (ma la stessa notizia è riportata da molti altri giornali israeliani, tra cui Times of Israel e Haaretz). "Delta" racconta di aver fatto parte del famoso battaglione “Shu’alei Shimshon” (le "Volpi di Sansone"), uno dei reparti d’élite del potente esercito israeliano. Durante il periodo delle proteste, "Delta" era a capo sul territorio ucraino di una forza di 40 uomini e donne, molti dei quali ex-militari, ucraini ed ebrei. Uno dei più importanti rabbini d’Ucraina, “Rabbi” Moshe Azman, ha confermato al giornale il ruolo avuto dal battaglione di Delta nell’organizzare militarmente le proteste. Sotto il casco, si legge, "Delta" indossa la kippah. Il ruolo di questo battaglione non è ben chiaro. Sicuramente non era sul posto su ordini “ufficiali” israeliani, ma secondo quanto dice, "Delta" spesso è in Ucraina per “affari”.

Da quello che racconta il JTA, queste milizie si sono occupate di gestire le situazioni più caotiche, come ad esempio impedire ad una folla inferocita di incendiare un edificio al cui interno erano chiusi dei poliziotti ucraini. Grazie all’intervento della squadra di "Delta", i poliziotti sono stati liberati e disarmati. Questo intervento, che ha salvato la vita ai poliziotti (“sarebbe stato un massacro, e non era un’opzione accettabile” avrebbe detto "Delta") ha fatto guadagnare alla squadra il nome di “caschi blu” (come quelli dell’Onu).

Foto scattata a febbraio durante gli scontri a Kiev. Crediti: JTA

"Delta" è diventato un leader delle proteste, e grazie alle sue capacità militari e di guerriglia si è creato un buon seguito di milizie cittadine (erano quelli in mimetica armati con fucili d’assalto che si vedevano nelle immagini che arrivavano da Kiev). Ma da chi riceveva gli ordini? È lui stesso a riferirlo: da Svoboda, il partito neo-nazista, vero motore della violenza armata.

"Delta" avrebbe riferito al giornale “io non appartengo [a Svoboda], ma prendo ordini dalla loro squadra. Sanno che sono un soldato ebreo. Mi chiamano ‘fratello’”. E parlando dell’antisemitismo di Svoboda ha continuato dicendo “quello che stanno dicendo su Svoboda è esagerato, lo so per certo”. Molti ebrei ucraini infatti avrebbero sostenuto ed appoggiato le rivolte. Volodymyr Groysman, ex sindaco della città di Vinnytsia, ed ora tra i Vice Primo-Ministro con delega alla politica regionale, è un ebreo.

Nonostante "Delta" non abbia mai visto dell’antisemitismo per le strade, il paradosso di essere sotto il comando diretto di un partito neo-nazista ogni tanto, inevitabilmente, lo turba. Alcuni suoi compagni ebrei l’hanno anche criticato, ed ogni tanto si chiede se questa battaglia sia tutto sommato giusta da combattere; “Questo non è il mio esercito, questo non è il mio paese”, ripete.

In questo momento i “caschi blu” di "Delta" si stanno occupando di mantenere l’ordine a Kiev, pattugliando le strade per evitare che finiscano preda dei saccheggi. Il prossimo obiettivo dichiarato è quello di creare un ponte aereo con Israele, per trasportarci quei feriti che non potrebbero avere cure adeguate sul territorio ucraino.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di Persio Flacco (---.---.---.0) 8 marzo 2014 23:09

    Anders Behring Breivik: un nazista fatto e finito, si dichiara sionista. Dunque perché un sionista come Delta non dovrebbe riconoscere come sua guida un partito nazista?

    Al nazista non importa molto chi svolge il ruolo di
    untermensch , purchè vi siano degli untermenschen dei quali sentirsi superiore.

    Magari Delta e Svoboda attribuiscono agli stessi soggetti il ruolo di
    untermenschen.
    In tal caso Putin non ha torto: semplicemente distingue sionista da ebreo.


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