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Salvatore Costanzo

Salvatore Costanzo

Nasce a Catania il 22 Maggio 1980, musicista, scrittore, freelance, entra a far parte dell'Associazione Culturale Lavika nel 2010.
Direttore Editoriele e Segretario di Lavika, scrive di politica, economia e cronoca locale, ma sempre attento al tema sociale. Affascinato dalla cultura islamica e mediorentale. 

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  • Primo articolo lunedì 03 Marzo 2012
  • Moderatore da sabato 05 Maggio 2012
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Ultimi commenti

  • Di Salvatore Costanzo (---.---.---.24) 13 maggio 2012 23:20
    Salvatore Costanzo

    Ciao, sono io piacere. Gli insulti ti qualificano per ciò che sei. Detto questo, qui, non si insulta nessuno. Grato come tutti di ciò che ha fatto in questi anni il Presidente, egli però fa sempre parte di quella casta che ci ha portati a questo livello. Come hai ben letto, è in Parlamento dal 1953. Penso sia bene, che si riposi. Così come i professionisti della politica.

    Grazie dell’attenzione
  • Di Salvatore Costanzo (---.---.---.24) 13 maggio 2012 23:15
    Salvatore Costanzo

    Gentile lettore, anzitutto ti ringrazio per l’interesse prestato all’articolo. Ti dirò in verità, che quando ho iniziato a scrive questo pezzo, volevo scrivere tutt’altro, tuttavia, continuando, mi sono trovato a riflettere su come il Governo avesse cambiato il suo atteggiamento dopo le elezioni. Devo dire in realtà, che un’uscita dall’Euro, io l’ho decantata in tempi non sospetti, prima ancora che lo dicesse Beppe Grillo. In realtà, l’Euro, così come concepito, a mio "modestissimo" modo di vedere è sbagliato. Nei primi cinque anni di moneta unica l’Italia ha avuto tutto da guadagnare, ma le esportazioni sono calate fin da subito. Dopo, il paese che ne ha tratto principalmente vantaggio, cosa risaputa, è stato la Germania. Ovviamente, per chi acquista, ha più senso farlo verso una moneta debole, e questo, favoriva le esportazioni del nostro Paese. Con la moneta unica (e soprattutto con il mancato controllo dell’autorità) l’Italia non è stata in grado di livellare il gap con la Germania, ecco perché attualmente il paese soffre come investimenti ed esportazioni. Cosa che non sarebbe successo se ci fosse ancora la scala mobile ad esempio. La crisi, è finanziaria, non reale. E’ il sistema bancario e degli investimenti azzardati che ha fallito. Caro lettore, tu non stai pagando il tuo debito, stai pagando i debiti delle banche. Chi l’ha detto che la dobbiamo ripianare in tre anni? Detto ciò ti rispondo in merito alle tue domande. Personalmente penso che una uscita dall’Euro, provocherebbe solo una crisi ulteriore del sistema bancario. Vorrei ricordarti che da quando Draghi è alla Banca Centrale Europea, il costo del denaro è stato fissato all’1%. Questo denaro è stato utilizzato ancora una volta per acquistare Btp (al 4%) e altri titoli di stato esteri (spesso rischiosi), e non per rimettere in moto l’economia nazionale (attualmente bloccata). Questo che ti dico è facilmente riscontrabile, prova ad avere acceso al credito (per una casa o per un’automobile) e vedrai che ti chiederanno almeno il 9-10 %. Se l’uscita dall’Euro fosse controllato, non si avrebbe nessuna ripercussione su stipendi e salari. Davvero pensi che nessuno investirebbe più in Italia se ci fosse la lira? Ad ogni modo, se ti informi attentamente, noterai che la crisi greca la stai già pagando con un aumento del debito pubblico. Solo, che noi, a differenza di Francia e Germania, non ne abbiamo tratto alcun vantaggio in questi anni. 

    Se invece l’uscita non fosse controllata, potrebbe accadere un fallimento pilotato, come quello argentino. Beh, quello non lo auguro a nessuno, anche perché non fu un vero fallimento ma una ristrutturazione del debito (ma solo nei confronti dei piccoli risparmiatori e non del FMI). Ho avuto modo di scrivere sul fallimento argentino e sul Btp-day, se mi inoltri il tuo indirizzo mail posso girarti il tutto. Grazie dell’attenzione.

  • Di Salvatore Costanzo (---.---.---.50) 5 maggio 2012 09:08
    Salvatore Costanzo

    Supponi male. Non sono disoccupato. Ti consiglio piuttosto di informarti bene su quanto successo negli anni passati così da avere un quadro completo del problema. Che sia ben chiaro però, che non ho mai detto che al Nord bisogna pagare di più. Mi sono limitato ad affermare, che a parità di condizioni vada applicata una "Tariffa Unica" senza distinzione di area geografica. Ribadisco poi, che spetta alle autorità far rispettare le regole e sanzionare coloro i quali non pagano. Basterebbe solo applicare la legge, che prevede anche il sequestro del mezzo, qualora esso sia senza assicurazione. 

  • Di Salvatore Costanzo (---.---.---.24) 4 maggio 2012 20:55
    Salvatore Costanzo

    Perché non lo picchiamo preventivamente al momento della stipula del contratto assicurativo, così ricordiamo ad un abitante del Sud, che vive in una zona ad alta disonestà? Premesso che le truffe ci sono in tutte le parti d’Italia, spetta alle autorità competenti il controllo e il rispetto delle regole. La Tariffa Unifica, mi sembra una cosa normale in paese civile quale dovrebbe essere il nostro. Si parla, di parità di condizioni. Ovvero di chi gode della prima classe e non ha incidenti alle spalle. Non credo che questi individui facciano parte delle "organizzazioni delle truffe". Il tuo pensiero lo trovo sbagliato nel principio. 

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