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Lega Nord, ‘ndrangheta… e "l’insaputismo" di Bossi

Un terremoto giudiziario colpisce la Lega Nord con tre inchieste portate avanti dalla procura di Milano, Napoli e Reggio Calabria. I reati contestati sono molteplici e vanno dalla appropriazione indebita alla truffa ai danni dello Stato passando dall’evasione fiscale e associazione per delinquere di stampo mafioso. Il tutto all’insaputa di Bossi.

Nulla di strano, per carità. Se è possibile che qualcuno abbia comprato casa con vista sul Colosseo a Scajola (a sua insaputa s’intende), e se qualcun altro paghi le vacanze a Malinconico (sempre a sua insaputa), allora sarà pure possibile che Belsito, il tesoriere della Lega Nord, abbia pagato i lavori per la ristrutturazione della casa di Bossi e i viaggi all’estero del Trota, all’insaputa del Senatur.

Negare sempre, anche l’evidenza. E' il motto dei politici di malaffare al giorno d’oggi. Già, nemmeno il buonsenso di farsi lanciare qualche monetina, e poi scappare ad Hammamet. Almeno, quei politici lì, si vergognavano.

Sono tre le inchieste portate avanti da tre procure diverse: Milano, Napoli e Reggio Calabria. Delle tre, la più inquietante risulta quella calabrese che dimostrerebbe i legami tra il Carroccio e la ‘ndrangheta, così come aveva preannunciato Roberto Saviano durante una puntata di “Vieni via con me” nel 2010.

Poi si parla di truffa ai danni dello Stato, appropriazione indebita, finanziamento illecito ai partiti. Un giro di denaro di milioni di euro che venivano anche dai rimborsi elettorali, ma soprattutto dal’evasione fiscale e da un giro di tangenti per l’assegnazione di appalti.

Curiosa a tal proposito è la vicenda Fincantieri, azienda della quale Belsito è stato vice-presidente fino al 2010 ed attualmente nel Cda. Nella trasmissione “Report” del 1° aprile si mette in evidenza come molte delle ditte sub-appaltatrici appartengano in realtà a dirigenti o ex dipendenti di Fincantieri. Un dipendente dell’azienda di Stato afferma l’esistenza di un sistema consolidato che ruba le commesse a Fincantieri. A monte del sistema ci sarebbero gli stessi dirigenti della Fincantieri.

A Palermo ad esempio, l’appalto per i lavori di ristrutturazione del bacino di carenaggio galleggiante da 19mila tonnellate presenti nello stabilimento palermitano di Fincantieri, se lo è aggiudicato la ditta Cimolai di Pordenone che ha presentato un’offerta con un ribasso del 27% contro quella della stessa Fincantieri che arrivava appena al 2%. La disparità tra le offerte, fa capire che in pratica Fincantieri non ha partecipato a quell’asta. I rapporti tra la famiglia Cimolai e alcuni vertici della Lega Nord e PdL sono sempre stati ottimi del resto, senza che ciò escluda il fatto che sicuramente la gara d’appalto in questione si sia svolta nella massima regolarità. Non sia mai che un domani, potremmo sentirci dire: "Qualcuno ha truccato la gara d’appalto a nostra insaputa".

La nota positiva è, almeno, che sarà possibile sfatare il mito delle aziende del Nord che non vengono al Sud a causa della ‘ndrangheta o in generale della "malavita organizzata". Io preferisco chiamarla così, altri invece le danno dei nomi in base alla zona di compentenza.

In Sicilia ad esempio c’è Cosa Nostra, in Calabria la ‘ndrangheta, in Puglia la Sacra Corona Unita, in Campania la Camorra. Ed in Lombardia?

Questo articolo è stato pubblicato qui

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.123) 6 aprile 2012 01:45

    ...e in Lombardia..? Tutte!!! al nord la lega con ’ndrangheta, mafia e camorra divide ... e poi a roma con pdl, responsabili, radicali moltiplica. Questo è il programma reale altro che federalismo e altre menate populiste o, peggio, razziste.

  • Di (---.---.---.166) 6 aprile 2012 11:35

    Sei un siciliano e non sai distinguere tra fenomeno mafioso e criminalità organizzata?

    O forse preferisci "malavita organizzata" perché fa meno paura’? ma non credo.

    Una banda dedita al furto e al riciclaggio di automobili rubate è "malavita organizzata" o criminalità organizzata, ma non è criminalità di tipo mafioso assoggettabile all’articolo 416bis.

    Camorra, sacra corona, la rosa, i basilischi, la stidda, la ’ndrangheta, cosa nostra, la banda della magliana (che fu), la mafia del brenta, ecc. ... sono tutte organizzazioni di tipo mafioso perché utilizzano il metodo intimidatorio (art, 416bis) e hanno per scopo il controllo del territorio da realizzare anche mediante la penetrazione negli apparati dello Stato, da piegare alle loro esigenze.

    La differenza quindi tra criminalità mafiosa e criminalità organizzata non è dovuta all’origine regionale, ma alla maggior pericolosità dei clan mafiosi, dovuta alla penetrazione nello Stato mediante alleanze con politici e pubblici amministratori. Tale penetrazione altera non solo la spesa pubblica, ma anche la funzionalità stessa del sistema democratico.

    Se sei in buona fede - come credo - non fare più questi miscugli, che servono solo a confondere.

  • Di (---.---.---.103) 7 aprile 2012 14:40

    Anzitutto ti ringrazio per l’attenzione prestata all’articolo. Ad ogni modo non credo di aver creato confusione, anche perchè personalmente non faccio distinzione alcuna. Forse più una provocazione. La tua è, giustamente, una distinzione dettata però da un mero tecnicismo giurisprudenziale. Il mio essere siciliano, mi permette di comprendere ancor più profondamente che, qualsiasi forma di "malavita organizzata" non può prescindere dalla compiacenza dell’organizzazione mafiosa radicata nel territorio. Per le fonti in mio possesso, posso assicurarti, ad esempio, che in alcune zone del Nord, non puoi aprire neanche un bar, o un ristorante senza il "celato benestare" dell’amministrazione locale che come ben sai è principalmente leghista e che da questa situazione trae vantaggio. Ora, nonostante manchi il "metodo intimidatorio"(sicuramente radicato al Sud), come definisci questo tipo di organizzazione? 

    • Di (---.---.---.142) 8 aprile 2012 18:03

      clientelismo si chiama. Uno degli strumenti fondamentali di controllo politico dei cittadini, che proprio in conseguenza di tale strumento perdono le caratteristiche di cittadini per acquisire quelle di sudditi. Strumento usato sin dalle origini dello Stato unitario e che ha attraversato i diversi regimi istituzionali avuti in questi 150 anni di unità.

      Distinguere con puntigliosità tra i diversi fenomeni sociali non è un vezzo tecnicistico, ma significa capire bene i diversi problemi per poterli - qundo matura una volontà politica favorevole - risolvere.

      Buttare tutto in un calderone indistinto di malaffare porta poi a non capire più nulla e a ridurre tutto a "culturale". La mafia - ad esempio - sarebbe il frutto della cultura siciliana, e così di seguito.

  • Di pv21 (---.---.---.54) 9 aprile 2012 20:11

    Scacco in una mossa >

    Unico dato finora certo è l’abissale differenza tra quanto ricevuto a titolo di rimborso spese elettorali e quanto dai partiti “dichiarato” come spesa sostenuta. Situazione tanto inammissibile quanto insostenibile.

    Si può rimediare.
    In una settimana può essere emanato un Decreto Legge, di sole due righe, che blocchi qualsiasi ulteriore tipo di finanziamento fino alla “entrata in vigore” di una nuova disciplina atta a regolamentare “decentemente” l’intera materia.
    Due i risultati immediati.
    Nessun nuovo esborso a carico dei contribuenti.
    Gli stessi partiti avrebbero il preciso interesse a riformulare “prima possibile” l’intera normativa.
    Solo così si dà una scossa ad una casta di PRIMI SUPER CIVES attenta a …

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