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Wikileaks pubblica FinFisher

Il 15 settembre Wikileaks ha pubblicato copie di FinFisher, software d’intercettazione venduto dall’omonima azienda tedesca ai governi. I governi usano FinFisher per spiare giornalisti e dissidenti: il software è in grado di intercettare le comunicazioni e i dati di sistemi OS X, Windows, Linux, Android, iOS, BlackBerry, Symbian e Windows Mobile.

FinFisher, accessibile a caro prezzo per le agenzie governative, è ora scaricabile allo scopo di consentire a tutti di analizzarlo e realizzare difese.

I malware FinFisher Relay e FinSpy Proxy, scaricabili dal sito di Wikileaks, quando installati su un dispositivo ne permettono il controllo da remoto. Essi sono stati sviluppati da FinFisher, azienda tedesca che si occupa di sistemi per le intrusioni informatiche e per le intercettazioni in grado di colpire tutti i sistemi operativi, come già detto.

Julian Assange ha detto a riguardo: “FinFisher continua ad operare sfacciatamente dalla Germania vendendo il malware di sorveglianza…Il governo Merkel finge di essere preoccupato per la privacy, ma le sue azioni parlano diversamente. Perché il governo Merkel continua a proteggere FinFisher? Questa versione completa di dati aiuterà gli strumenti di compilazione comunità tecniche per proteggere le persone da FinFisher…“.

“FinFisher Relay e FinSpy Proxy sono i componenti della suite FinFisher responsabili della raccolta dei dati acquisiti dalle vittime infette e consegnando ai loro controllori. È comunemente impiegato dai clienti di FinFisher in punti strategici in tutto il mondo per instradare i dati raccolti attraverso una catena di anonimizzazione, al fine di mascherare l’identità dei suoi operatori e la posizione reale del deposito finale, che è invece gestito dal FinSpy Master”.

Come si legge dai documenti di Wikileaks i software tedeschi arrivano alla Slovacchia, alla Mongolia, al Qatar, al Sud Africa, al Bahrein, al Pakistan, all’Estonia, al Vietnam, al Belgio, alla Nigeria, a Singapore, al Bangladesh, all’Olanda, alla polizia australiana del New South Wales ed ai servizi segreti ungheresi, bosniaci ed italiani.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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