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 Home page > Tribuna Libera > Vivere la propria vita cosi come si crede. Il caso di Serge

Vivere la propria vita cosi come si crede. Il caso di Serge

Siamo nel 2013, molti si definiscono "persone moderne", "open", al passo con i tempi... ma, ahimè, poi quando si trovano in certe situazioni tutto cambia!

Può accadere ad esempio che una persona che si veste in modo diverso, con idee diverse dalla massa (magari un uomo a cui piace indossare la gonna e/o smaltarsi le unghie) venga messo fuori dalla società presso cui lavora, sebbene lui non abbia mai nascosto di essere un "trasgender". Il termine è molto vasto, in questo caso specifico Serge è un uomo a cui piace vestirsi anche da donna, è in accordo con il suo sesso, non vuole cambiarlo... 

Serge vive a Madrid e lavorava per la multinazionale Rhea Systems. Ebbene, a questo ragazzo, dal momento che era in visita il mega direttore galattico canadese, a quanto pare più chiuso di mente, una sua collega ha consigliato di tornarsene a casa e di indossare piuttosto i pantaloni... Lui è stato toccato nel profondo, ha rifiutato e, finito il periodo di prova, è stato messo fuori. Licenziato.
 
Serge non è un ragazzo alle prime armi nel campo lavorativo, ha lavorato a Frascati per diversi anni come Serco staff presso l'Agenzia Spaziale Europea (ESRIN), ha alle spalle un buon background, ma questo non conta, la forma o la sostanza, la risposta sembra chiara...
 
Il dopo licenziamento? Ora sta combattendo la sua battaglia di rivalsa, una denuncia per discriminazione sul lavoro, ma intanto attualmente è senza lavoro... e in Spagna come in in molti paesi europei non è mica tanto semplice ritrovarlo.
 
Quindi oltre alla beffa l'inganno... per non parlare poi del suo stato psicologico. Ma Serge deve trovare la forza di reagire e di "continuare" a essere come è, se stesso, nonostante sto mondo stereotipato, io gli auguro di non mollare e di continuare in ciò che crede...
 
Già è complicato capire cosa uno vuole, cosa possa far piacere per rendere questa esistenza più gradevole possibile, piegarsi contro la propria natura, essere come gli altri vogliono è farsi violenza. Quindi, sebbene le minoranze siano sempre più tartassate e più maltrattate, almeno le loro idee sono chiare, hanno subito un processo di discernimento, si sono chiesti e trovati delle risposte, quindi nonostante tutto coraggio Serge, la vita va vissuta così come si pensa, come si crede, il resto è solo un dettaglio, sebbene sti dettagli possano nuocere abbastanza.
 
 
Foto di Antonio Heredia, El Mundo

Commenti all'articolo

  • Di (---.---.---.144) 20 dicembre 2013 00:16

    Chiedo scusa ma con questi termini inglesi si rimane troppo nel vago e alla fine non si capisce il tipo di condizione di questa persona; certamente sono ignorante in materia, ma non ho capito se oltre a vestirsi con abiti femminili, ha anche tendenze sessuali (e/o affettive) femminili.
    In buona sostanza, è attratto dalle donne, dagli uomini, da entrambi, oppure è indifferente al sesso e interessato solo al lato estetico?
    Nel caso, come pare di capire dal testo, abbia solo una preferenza per il tipo di abbigliamento, ma rimane nella sua condizione di genere maschile, come riesce ad impostare rapporti con l’altro sesso? Ad esempio, se conosce una ragazza che gli piace, ad un primo appuntamento si veste ugualmente da donna?
    Avrei molte altre domande, ma mi limito a queste.
    Finalmente, qualsiasi sia la sua condizione, cosa lo rende così speciale da meritare un articolo, più di tanti altri casi simili o assimilabili? E magari anche molto più drammatici.
    Ringrazio fin d’ora per la risposta.
    P.S.: certo però che questa persona è riuscita a complicarsi la vita in modo incredibile. Spero per lui che ne valga davvero la pena.

    • Di (---.---.---.137) 20 dicembre 2013 09:32

      Salve, 

      riprendo una parte del testo, dove senza ambiguità ho definito la condizione di Serge :"
      Il termine è molto vasto, in questo caso specifico Serge è un uomo a cui piace vestirsi anche da donna, è in accordo con il suo sesso, non vuole cambiarlo... "
      Si tratta di discriminazione sul posto di lavoro, questo è il concetto primario e non mi sembra affatto leggero...
      Per le considerazioni perchè meritare la pubblicazione ... no comment... a lei puo’ piacere o meno e resta una sua opinione.
    • Di (---.---.---.93) 20 dicembre 2013 13:59

      Mi scusi ma:
      1) da cosa ha dedotto che considero la discriminazione sul lavoro un argomento "leggero"?
      2) da cosa ha dedotto che l’articolo non mi è piaciuto? (l’ho anche votato con un SI, per lo stile, ma vista la sua reazione adesso ne sono pentito).
      3) domandare è lecito, rispondere è cortesia. Giacchè lei ha ritenuto di farci partecipi della vita di quest’uomo, non si deve sentire offesa se qualcuno le chiede maggiori dettagli. Mi pare di capire che lei ha una discreta coda di paglia, e non saprei dire chi fra noi due sia la persona con più pregiudizi. Io sono sicuro di non averne, sull’argomento specifico.
      4) Se lei scrive su Agoravox, deve aspettarsi ed anche augurarsi commenti da qualcuno. Significa che quello che ha scritto è stato letto. Parimenti, non può aspettarsi che tutti stiano lì ad incensarla con commenti entusiastici. Specialmente quando, come nel mio caso, qualcuno le si rivolge in modo educato e senza alcun intento polemico.
      5) Resta valido quello che ho scritto: il caso di Serge non è certamente unico e sicuramente non è tra quelli più drammatici.

  • Di (---.---.---.56) 20 dicembre 2013 06:09
    • vale la pena restare se stessi e vestirsi come ci si sente , non è in minigonna o vestito eccentricamente da DRAG QUeeN ma da normale impiegata classica1 

  • Di (---.---.---.111) 20 dicembre 2013 11:25

    Serge non sta vivendo proprio un periodo facile della vita che vivrebbe ognuno: di problemi ce ne sono tanti tanti.... chi sta senza soldi, chi s’è ammalato, chi soffre per amore e chi si rode dall’invidia, chi si sveglia che è ancora notte per andare a faticare, chi mangia e mangia seduto sulla poltrona di un consiglio regionale, chi va a prostitute... ehhhhhh Il mondo è strano ma se non ci fosse serge non sarebbe un vero mondo. Tutti ci dobbiamo essere ognuno con la sua storia e ognuno con la sua vita. Serge però a prossima vot’ nutt’oo metter proprio rosso rosso stu smalt :)

  • Di (---.---.---.62) 20 dicembre 2013 16:30

    Serge, a mio avviso non è un disadattato ma semplicemente una persona che vuole esprimere la propria individualità, le proprie preferenze, le proprie idee..e di questo onestamente non ci vedo nulla di blasfemo, sono gli altri, quelli che si reputano "normali" ad essere chiusi nel labirinto delle proprie idee, dei principi inculcati dalla normale "morale pubblica", troppo chiusi e limitati per dare importanza solo a ciò che appare e non a ciò che si è veramente, con tutti i se e i ma che caratterizzano ognuno..

  • Di (---.---.---.110) 20 dicembre 2013 19:49

    Buonasera,


    parlare di questo caso è già un passo importante per provare a scalfire il muro di gomma dell’indifferenza e del "pregiudizio". E’ facile vivere negli stereotipi e ci da un senso di "tranquillità" il non dover affrontare argomenti scabrosi. E’ bene scriverne e sollevare il dibattito. Solo cos’ ci si può soffermare veramente su cosa e chi ci circonda.
  • Di GeriSteve (---.---.---.186) 22 dicembre 2013 20:59

    Parto da un aspetto "piccolo" dell’articolo: io sono una persona colta, con molti studi alle spalle e una carriera da intellettuale. Eppure, io non so cosa sia un "serco staff".
    Credo che anche molti altri non lo sappiano. Perchè non usare un termine italiano oppure spiegarne il significato?

    Cosa c’entra?
    Sia Serge che l’autore dell’articolo pretendono comprensione e solidarietà; ma per averle bisogna chiederle e in maniera comprensibile, con un po’ di attenzione per gli altri.

    In uno stato come la Spagna è consentito (nel senso che la legge non proibisce) che un uomo si vesta da donna. Eppure Serge viene "punito" con un licenziamento. Io credo che sia una ingiustizia, ma non credo che chiunque possa fare qualsiasi lavoro permettendosi qualsiasi eccentricità: se il serco staff fosse un poliziotto o un educatore o un magistrato, io troverei giusto che Serge non possa svolgere quelle professioni.
    Se invece il licenziamento è una "punizione" per la sua stranezza, io credo che in Spagna Serge abbia modo di ricorrere contro quell’ingiustizia e che merita solidarietà.

    Aggiungerei che, oltre al diritto individuale di "autosperimentarsi" in ruoli diversi (magari per cercare il proprio ruolo), un po’ di anticonformismo fa bene a tutta la società.

    Anche la tolleranza delle diversità è certamente un valore positivo, ma secondo me è anche bene che gli anticonformisti capiscano le difficoltà degli altri ad accettarli: fino a pochissime generazioni fa tutta la gente seguiva regole rigidissime su come vestirsi: non solo il sesso, ma anche il mestiere, lo stato sociale, quello anagrafico e familiare imponevano un certo abbigliamento. Uno era riconoscibile e collocabile a seconda di come si vestiva. Non era accettabile che un operaio si vestisse da commerciante, o un pescatore da contadino, o un anziano da ragazzino o una donna sposata da vedova...

    Voglio dire che se riconosco a Serge il diritto di vestirsi da donna, vorrei anche che lui riconoscesse che il suo abbigliamento può sconcertare gli altri e che quello sconcerto non è affatto detto che sia intolleranza o odio o oppressione.

    In parole poverissime: Serge ha tutto il diritto di cercare di capire se lui è un uomo o una donna o cosa altro ma, almeno in generale, anche gli altri hanno diritto di capirlo.

    GeriSteve

  • Di (---.---.---.197) 9 aprile 2014 01:37

    FINALMENTE vedo il termine "transgender" usato in modo corretto e non come sinonimo di transessuale !

    bravi bravi
    Nina Delle Rose

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