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Vite in fumo: un decalogo di contrasto al consumo di tabacco

Ancora troppe vite “in fumo”. Un decalogo di contrasto al consumo di tabacco

di Giovanni Caprio

Il consumo di tabacco (tabagismo) è senz’altro uno dei maggiori fattori di rischio nello sviluppo di patologie neoplastiche, cardiovascolari e respiratorie e rappresenta uno dei più grandi problemi di sanità pubblica a livello mondiale.

Il tabacco provoca più decessi di alcol, aids, droghe, incidenti stradali, omicidi e suicidi messi insieme.

L’OMS stima che ogni anno, nel mondo, più di 8 milioni di persone muoiono a causa del consumo di tabacco.
La maggior parte dei decessi correlati al tabacco si verifica nei paesi a basso e medio reddito, che sono spesso bersaglio di intense interferenze e marketing dell’industria del tabacco.

Ma il tabacco può anche essere mortale per i non fumatori: l’esposizione al fumo passivo è stata anche implicata in esiti negativi per la salute, causando 1,2 milioni di morti ogni anno.
Quasi la metà di tutti i bambini respira aria inquinata dal fumo di tabacco e 65.000 bambini muoiono ogni anno a causa di malattie legate al fumo passivo.
Fumare durante la gravidanza può portare a diverse condizioni di salute per tutta la vita per i bambini.

I dati del fumo tra gli adulti in Italia sono raccolti ogni anno dall’ISTAT con l’Indagine sulle attività della vita quotidiana e dall’Istituto Superiore di Sanità con la sorveglianza PASSI e l’indagine ISS/Doxa.

Nel 2021, secondo dati ISTAT, i fumatori, tra la popolazione di 14 anni e più, sono poco meno di 10 milioni. Forti sono le differenze di genere: tra gli uomini i fumatori sono il 22.9% tra le donne il 15,3%.
Il fumo di tabacco è risultato più diffuso nella fascia di età tra i 25-44 anni (circa 1 persona su 4).
Dati confermati dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS) e che evidenziano come i fumatori in Italia siano ancora il 20,5% della popolazione, un dato rimasto sostanzialmente stabile nell’ultimo decennio.

Da qualche tempo è entrata nel mercato anche la sigaretta con tabacco riscaldato (per la prima volta in Giappone nel 2016). Funziona inserendo una piccola sigaretta di tabacco all’interno di un apparecchio, che scalda il tabacco senza bruciarlo.

Per questa ragione viene commercializzato come un prodotto meno nocivo alla salute, alternativo alla sigaretta.
Dal 2018 PASSI ha iniziato a raccogliere informazioni sull’uso di questo prodotto, che in Italia è ancora appannaggio di pochissime persone meno di 1 su 100 nel triennio 2018-2020, ma in aumento significativo e costante dallo 0,5% del 2018 all’1,6% del 2020.

Un’indagine del Censis ha messo in evidenza che le fonti prevalenti di informazione di chi conosce o utilizza la sigaretta elettronica e i prodotti a tabacco riscaldato sono il passaparola, il consiglio del conoscente.

Un’informazione per così dire “autogestita”, mentre sarebbe necessario cambiare le cose e far sì che chi vuole smettere di fumare o voglia semplicemente informarsi abbia a disposizione una o più voci autorevoli.

Da non trascurare poi i mozziconi di sigaretta, stimati in Italia in 14 miliardi ogni anno, che rappresentano una delle forme più inquinanti di abbandono – deliberato o involontario – di rifiuti di piccole dimensioni in spazi pubblici o aperti all’utilizzo pubblico come strade, piazze, parchi, spiagge e boschi (littering).
Le sigarette contengono filtri composti principalmente da microplastiche note come fibre di acetato di cellulosa, che impiegano anni per decomporsi.
Da anni si sono sviluppate iniziative contro l’abbandono di mozziconi di sigaretta, come “Piccoli gesti, grandi crimini”, la campagna nazionale di sensibilizzazione promossa da Marevivo (https://marevivo.it/), ma si fa ancora troppo poco per fermare l’abbandono di mozziconi nell’ambiente.

A 20 anni dalla Legge Sirchia, che ha esteso il divieto di fumo a tutti i locali chiusi, compresi i luoghi di lavoro privati o non aperti al pubblico, gli esercizi commerciali e di ristorazione, i luoghi di svago, palestre, centri sportivi e che su scala nazionale ha cercato di combattere contro il fumo di sigaretta, i dati mostrano che i fumatori in Italia sono ancora troppi e che politiche attivate in Italia non sono state efficaci, mentre il concetto di riduzione del rischio viene trattato ancora con manifesta chiusura, con una cesura di tipo ideologico.

La conseguenza di questo approccio è un danno ai consumatori, perché mancano informazioni equilibrate e autorevoli.
Diventa, quindi, indispensabile, secondo gli esperti, ripensare le strategie di contrasto al fumo, analizzando cosa ha funzionato, quali sono le attività da potenziare e quali le nuove iniziative da adottare per raggiungere l’obiettivo di un più deciso miglioramento della salute pubblica.

Per questo, medici, psicologi, presidi, ricercatori e giornalisti nell’ambito di un recente incontro dal titolo “Esperienze a confronto per una nuova politica nella lotta contro il fumo”, svoltosi a Roma su iniziativa della Società Italiana di Comunicazione Scientifica-SICS, hanno lanciato Dieci proposte per rinnovare le strategie di contrasto al fumo.

Il decalogo, tra le altre cose, prevede campagne di prevenzione e informazione, a partire dalle scuole; l’aggiornamento del sistema e delle metodologie di indagine e di rilevamento statistico dei dati per una più realistica capacità di lettura del fenomeno; la riorganizzazione e il rafforzamento dei centri antifumo; l’introduzione della riduzione del rischio per i fumatori che non smettono, come principio operativo nell’elaborazione di strategie di salute pubblica; l’applicazione delle normative esistenti, rafforzando le misure volte ad impedire l’acquisto di prodotti con nicotina da parte dei minori; interventi sulla medicina territoriale, coinvolgimento in particolare le farmacie; campagne di Educazione Continua in Medicina (ECM) per tutti gli operatori sanitari (pediatri, medici di medicina generale, medici dello sport, odontoiatri) a cura delle società scientifiche.

Qui per scaricare il Decalogo: https://www.sanitainformazione.it/wp-content/uploads/2023/11/Decalogo-Una-mappa-per-la-lotta-al-fumo-8-nov.-.pdf;

Qui per ulteriori dati sul consumo di tabacco: https://www.epicentro.iss.it/passi/dati/fumo?tab-container-1=tab;

Qui per ulteriori informazioni sui danni derivanti da consumo del tabacco messe a punto dal Ministero della Salute: https://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pagineAree_5580_0_file.pdf.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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