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Videocracy: un documentario sull’Italia

In una tarda serata del 1976, una televisione locale italiana trasmette un quiz dove i telespettatori da casa devono rispondere alle domande. Per ogni risposta corretta, una casalinga si toglie un indumento accennando una breve danza. Il format è semplicissimo e riscuote molto successo.

Gli ignari telespettatori non sapevano che quello spettacolo sarebbe stato l’inizio di un totale cambiamento della televisione.

Una rivoluzione che avrebbe per sempre alterato l’intero sistema politico italiano, cambiando i valori e divenendo un potente strumento di governo per la nazione.
I movimenti della casalinga che si spoglia sono le prime immagini di Videocracy, il film documentario di Erik Gandini, che sarà presentato il 3 settembre all’interno della Mostra del cinema di Venezia, nella sezione autonoma della 24a Settimana Internazionale della Critica (SIC). Così il pubblico potrà gustarsi ottanta minuti di reportage sull’Italia berlusconiana e soprattutto sui cambiamenti antropologici e culturali raccontati da questo regista quarantenne che ha vissuto a Bergamo fino a 18 anni ed è poi emigrato in Svezia. L’occhio che racconta è, quindi, ancora più spietato perché è quello di un italiano che guarda perplesso che cosa è diventata oggi l’Italia.

Dopo trent’anni di fanciulle seminude, ragazzi lucidi e palestrati, quiz milionari, gossip di ogni tipo, battute sempre più irriverenti e reality che hanno il solo scopo di buttare nuovo “materiale umano” nel calderone televisivo, chi gestiva tutto è riuscito nella sua impresa: dare alla televisione il posto della democrazia. È questa la chiave del film. «In una videocrazia la chiave del potere è l’immagine - sostiene il cineasta - . In Italia solo un uomo ha dominato le immagini per tre decenni. Prima magnate della tv, poi Presidente, Silvio Berlusconi ha creato un binomio perfetto, caratterizzato da politica e intrattenimento televisivo, influenzando come nessun altro il contenuto della tv commerciale nel Paese. I suoi canali televisivi, noti per l’eccessiva esposizione di ragazze seminude, sono considerati da molti uno specchio dei suoi gusti e della sua personalità».

La cronaca degli ultimi mesi e soprattutto quella degli ultimi giorni dimostra che in effetti il Presidente non ha mai cambiato gusti in merito alle donne. Soprattutto, quello che non è mai cambiato, è il messaggio che tanto allora quanto oggi deve arrivare al suo pubblico: “divertitevi e dimenticatevi la dura realtà del momento”.
Al di là delle opinioni politiche dei singoli, il film ha l’obiettivo di mostrare come la televisione riesca a condizionare i comportamenti delle persone. Nanni Moretti nel suo film Il Caimano sosteneva che “Berlusconi ha già vinto, ci ha cambiato la testa trent’anni fa”.



Senza di lui oggi non ci sarebbero Lele Mora, Fabrizio Corona, i Grandi Fratelli, le veline, i tronisti, un’infinità di persone che vive solo perché appare e, grazie alla televisione, può conquistarsi un posto in Parlamento magari diventando ministro per le pari opportunità.

Tutto questo è l’Italia di oggi. È il documentario di Erik Gandini che già ora fa riflettere e, c’è da giurarci, a Venezia attirerà l’attenzione quanto i più blasonati registi. È il potere della tv.

L’universo femminile nella tv italiana raccontato dal blog Il corpo delle donne

 

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