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Vertice dell’Onu contro Pyongyang: nessuna decisione

Il tentato lancio di un missile nucleare da parte della Corea del Nord di domenica sta provocando una serie di reazioni a catena. Giappone e Stati Uniti chiedono a gran voce una forte risposta da parte dell’Onu al lancio del missile. L’incontro di ieri tuttavia, (tra i cinque paesi permanenti Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Cina e Russia più il Giappone) non ha portato a nessun risultato e il Consiglio ha dovuto aggiornare i lavori in attesa di una posizione comune.

Pyongyang ha sostenuto che il razzo dovesse portare in orbita un satellite per le comunicazioni, al contrario Usa, Giappone e Corea del Sud sostengono si trattasse del lancio di un missile balistico. La Cina ha richiesto all’Onu che la vicenda venisse affrontata con prudenza al fine di gestire la situazione in modo calmo e appropriato nella salvaguardia della pace e della stabilità nella regione. La portavoce del ministero degli esteri cinese Jiang Yu ha sostenuto che "bisogna tenere conto del diritto di tutti i paesi a sviluppare la tecnologia avanzata per scopi pacifici". Il ministro degli esteri russo Serghiei Lavrov ha dichiarato che Mosca è "preoccupata" per quanto è accaduto ma ha auspicato che si "evitasse ogni conclusione affrettata" e che si "agisse nel rispetto dei meccanismi internazionali esistenti, prima di tutto il consiglio internazionale dell’Onu" per mandare tale messaggio.


Il Giappone pare il paese che maggiormente ha a cuore la questione, perché il missile ha attraversato la parte settentrionale del paese, pur senza comportare nessun danno o pericolo per l’arcipelago e i suoi cittadini, e in qualche modo si vede minacciato da una possibile crescita nucleare della Corea. D’altra parte, il missile ha lasciato cadere uno stadio sulla costa ovest e uno sulla costa est dell’arcipelago. Il portavoce del governo nipponico, Takeo Kawamura, ha affermato che "il governo giapponese continua a ritenere che sia desiderabile l’approvazione di una nuova risoluzione da parte del Consiglio di sicurezza. E’ importante che il Consiglio di Sicurezza lanci un messaggio forte e unito", affermando la comunione di intenti con gli Usa. Kawamura ha inoltre aggiunto che "tutti sono d’accordo che è necessaria una risposta chiara e ferma. Ma il contenuto è ancora in discussione. Non c’è stato accordo, ci sono varie opinioni".

La stessa Hilary Clinton ha affermato la necessità che l’Onu prenda una posizione chiara in merito, l’atto della Corea è stato definito come un "atto provocatorio, che ha violato gli accordi internazionali" dallo stesso Obama che ha invitato Pyongyang a non commettere altri atti "provocatori" ed ha auspicato il raggiungimento di un accordo internazionale in seno alle Nazioni Unite. Egli ha, infatti, annunciato a Praga che chiederà la ratifica da parte del Senato americano del Trattato sul bando dei test nucleari, che era stato già ratificato da 148 paesi ma non dagli Usa. Il bando, la cui stesura risale a oltre 10 anni fa, per entrare in vigore, dovrà essere ratificato oltre che dagli Stati Uniti, anche da Cina, India, Pakistan, Israele, Iran. Egitto, Indonesia e Corea del Nord. Ha altresì annunciato l’intenzione americana di ridurre il proprio armamento nucleare.

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