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G8 in Abruzzo: beffa per la Sardegna

E’ di ieri la decisione del Consiglio dei Ministri di spostare il G8, previsto per luglio, in Abruzzo. L’evento, si sarebbe dovuto svolgere nell’isola della Maddalena dove i lavori erano stati già avviati da tempo e parecchi fondi sono già stati spesi.

Questa sconcertante decisione sarebbe stata presa, dice Berlusconi perché in questo modo si risparmierebbero "220 milioni di euro, già destinati alla Maddalena, che serviranno invece per la ricostruzione in Abruzzo. Alla Maddalena faremo un summit sull’ambiente". E precisa "dal punto di vista dell’ordine pubblico è più facile difendere L’Aquila che la Maddalena". Matteoli sottolinea che "la scelta de l’Aquila serve proprio per accelerare e far affluire sull’Abruzzo più risorse" mettendola in qualchemodo sotto i riflettori internazionali. Si è inoltre parlato del fatto che i noglobal avrebbero rinunciato a portare le loro proteste, spesso violente, nella terra abruzzese dopo i fatti avvenuti. Ma ne siamo proprio sicuri?

Tutto ciò sembra quasi una grossa presa in giro nei confronti della Sardegna, una scelta quasi annunciata, del resto il Presidente non ha mai approvato del tutto la scelta della Maddalena come sede del G8 compiuta da Prodi e Renato Soru. In passato Berlusconi, infatti, aveva proposto di spostare il summit a Napoli, ma la proposta era stata bocciata.


I fondi alla Maddalena, che è tuttora un cantiere aperto (i lavori infatti sono stati avviati già da tempo e stavano procedendo a ritmi serrati) ha annunciato Berlusconi, sono stati bloccati. Ci si chiede se sia corretto promuovere la ricostruzione dell’Aquila alla spese del popolo sardo che contava sull’importante evento per il rilancio della propria isola.

Il sindaco della Maddalena, Angelo Comiti, ha espresso dure critiche alla sconcertante decisione del governo e prevede seri danni a carico del suo comune ma anche a carico di tutta l’isola, infatti oltre alla mancata visibilità, verrebbero a mancare "centinaia di posti di lavoro stagionali". "Vorrei che la Corte dei conti si esprimesse. L’Europa ci ha dato dei soldi destinati a determinati scopi, vincolati a impegni precisi, come si legge sulle ordinanze firmate dallo stesso Berlusconi. Adesso quelle spese sono diventate fasulle: chi ne rende conto?" chiede il sindaco. Inoltre alla Maddalena sono già pervenute tutte le delegazioni dei paesi partecipanti che hanno stabilito le questioni riguardanti la sicurezza. "Sono già state realizzate strutture importanti. Ci sono centinaia di operai che stanno continuando a lavorare con un investimento di risorse pubbliche spaventoso. Non credo che siano questioni che possono essere decise con un battito di ciglia" aggiunge Comiti.


Inoltre ci si chiede come si possa in tempi così brevi attuare tutte le misure necessarie alla messa in sicurezza della base aquilana prescelta per il summit. Non si rischierebbe forse di dare vita ancora una volta a strutture scarsamente sicure e destinate a soccombere? Il presidente della Confindustria sarda Massimo Putzu evidenzia come a L’Aquila probabilmente non ci siano neanche tutte le strutture per ospitare le delegazioni e chiaramente è impensabile ricostruirle in due giorni! "Piuttosto si può pensare ad organizzare una mezza giornata in un luogo simbolico dell’Abruzzo, non di più", afferma.

Il segretario generale della Cgil Sardegna, Enzo Costa ritiene "assurdo tradire in questo modo le aspettative dei sardi e degli abitanti della Maddalena ai quali il G8 è stato proposto come momento di riconversione e di sviluppo dopo la chiusura della base militare. Mi auguro che anche questa volta ci si renda conto dell’assurdità della decisione e si registri l’ennesima smentita". Oltrettutto dopo le numerose promesse di un "occhio di riguardo per la terra sarda" fatte da Berlusconi durante la campagna elettorale per sostenere Ugo Cappellacci, attuale presidente della regione.

Cappellacci, dal canto suo, si è mostrato in un primo tempo contrariato dalla decisione e ha chiesto un incontro straordinario al premier che si è tenuto questa mattina a Roma. Ha affermato "con tutta franchezza credo che ci siano una serie di difficoltà oggettive e sono preoccupato per il percorso che abbiamo fatto, ma non sono né meravigliato né spaventato rispetto a dare una mano d’aiuto all’Abruzzo". Il presidente della regione sceglie la linea della solidarietà, o forse di non contraddire il governo, anche se garantisce che i lavori intrappresi saranno portati a termine.

Ora si attendono le risposte degli altri sette "grandi" della terra, la Gran Bretagna dal suo canto si è mostrata disponibile ad aiutare l’Italia nel processo di trasferimento dell’evento; sostenendo l’autorità del paese nello scegliere i luoghi in cui svolgere il summit. Anche gli Stati Uniti si sono mostrati favorevoli alla decisione. Del resto, difficilmente questa iniziativa presentata come solidale e più adatta alla situazione economica mondiale (infatti l’evento dovrebbe svolgersi all’insegna della sobrietà) sarebbe potuta essere bocciata dalle altre nazioni alle quali certamente poco importa dei problemi che tale spostamento arrecherebbe alla terra sarda.

Le proteste non si fermano al mondo della politica ma su Facebook esistono già numerosi gruppi che si occupano della questione. E possiamo esserne sicuri: se ne formeranno degli altri.

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