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Valorizzazione del litorale della Città metropolitana di Roma Capitale

Valorizzazione del litorale della Città metropolitana di Roma Capitale: inserimento nel patrimonio Unesco delle fortificazioni sul mare lungo la Via Aurelia

 

La condizione di affaccio sul Mare nostrum di Forte Michelangelo (Civitavecchia), del Castello Odescalchi (Santa Severa) e del Castello di Palo (Ladispoli), nonché essere stato quel quadrante del territorio provinciale (insieme alla Rocca dei Frangipane a Tolfa e il Castello Orsini-Odescalchi a Bracciano) un crocevia di genti e di culture che hanno forgiato l’unicità e plasmato la varietà naturale, architettonica e culturale del litorale di Roma è all’evidenza un unicum nel panorama delle bellezze del Paese.

Giova ricordare in questa breve riflessione che la Convenzione sulla Protezione del Patrimonio Mondiale culturale e naturale, adottata dall’UNESCO nell'anno 1972, prevede che i beni che ne sono oggetto possano essere iscritti nella Lista del Patrimonio Mondiale alternativamente come patrimonio culturale, patrimonio naturale e paesaggio culturale e che i paesaggi culturali sono menzionati come i paesaggi che rappresentano “creazioni congiunte dell'uomo e della natura”, così come definiti all’articolo 1 della Convenzione del 1972, “e che illustrano l’evoluzione di una società e del suo insediamento nel tempo sotto l’influenza di costrizioni e/o opportunità presentate, all’interno e all’esterno, dall’ambiente naturale e da spinte culturali, economiche e sociali. La loro protezione può contribuire alle tecniche moderne di uso sostenibile del territorio e al mantenimento della diversità biologica”.

Si pensi solamente, in particolare, che la tecnica costruttiva utilizzata, a tal livello raffinata, consente di affermare che ci troviamo di fronte a un’epoca di grandi costruttori locali, che hanno plasmato il paesaggio della costa, apportando una testimonianza unica ed eccezionale di ingegneria altomedievale; ma, anche, che questo patrimonio, definibile come “paesaggio culturale”, pur aggredito in tanti modi dal susseguirsi delle occupazioni esterne, delle attività degli stessi abitanti e dello sfruttamento delle risorse, ancora oggi si presenta come un continuum artistico, marittimo e sociale che si distingue per la sua evidente peculiarità.

Gli Amministratori, in primis, ma anche gli amministrati locali, in secundis, dovrebbero tenere a mente alcuni dettami che potrebbero arricchire e tutelare, viribus unitis, le “Linee Guida per l’implementazione della Convenzione del Patrimonio Mondiale” (Guidelines for the Implementation of the World Heritage Convention) che indicano i dieci requisiti ai quali il Bene oggetto di inserimento deve rispondere, l’iter per l’iscrizione dello stesso nella Lista del Patrimonio Mondiale e, in ultimo, che il Comitato del Patrimonio Mondiale, che si riunisce una volta l’anno, per esaminare le candidature, si avvale della valutazione di tre organismi tecnici: l’ICOMOS per i siti culturali, lo IUCN per i siti naturali, l’ICCROM specializzato nella conservazione e nel restauro del patrimonio culturale. Questi organismi avviano una istruttoria tecnica che dura circa un anno e mezzo e prevede varie fasi, tra cui sopralluoghi sul posto e colloqui approfonditi con i proponenti e gli attori interessati.

È opportuno ricordare che il Comitato con le sue decisioni cerca di stilare una Lista del Patrimonio Mondiale rappresentativa, bilanciata tra patrimonio culturale e patrimonio naturale, tenendo conto che non ci sono limiti al numero di siti che possono risultare iscritti complessivamente nel predetto elenco e che hanno un certo grado di precedenza i siti che appartengono a categorie sottorappresentate nella lista.

Ma si tengano ben a mente, soprattutto, gli obiettivi dell’azione pubblica: Costituzione (art. 9) “Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione. Tutela l’ambiente, la biodiversità e gli ecosistemi, anche nell’interesse delle future generazioni.”; Statuto della Regione Lazio (art. 9) “1. La Regione, nel rispetto delle norme di tutela, valorizza l’ambiente, il paesaggio e il patrimonio naturale in ogni sua specificità e diversità biologica”. 2. Nel rispetto delle norme di tutela, valorizza altresì il patrimonio culturale, artistico e monumentale, salvaguardando, in particolare, i nuclei architettonici originari e l’assetto storico dei centri cittadini.” Statuto della Città metropolitana di Roma Capitale (art. 12), “La Città metropolitana, riconoscendo l’intimo legame tra sviluppo economico e sociale, promuove il potenziale umano, il benessere, l’inclusione e la crescita sociale, culturale ed economica del territorio.”.

In conclusione tale nota vuole essere uno stimolo ai decisori pubblici e all’attivismo civico affinché pongano in essere tutte le azioni necessarie per vedere avviate nei tempi più brevi le procedure volte a tutelare e valorizzare al massimo grado le fortificazioni sul mare lungo la Via Aurelia, prima tra tutte quella tesa al riconoscimento da parte dell’UNESCO delle stesse nella Lista del Patrimonio Mondiale.

 Roma, 26.IX.2023         

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