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Intelligenza artificiale ed Enti Locali: analisi, considerazioni e prospettive

  Da una breve indagine sulle migliori pratiche digitali nelle Amministrazioni pubbliche di tutto il mondo sta emergendo un sempre maggiore e più raffinato utilizzo dell’IA, l’intelligenza artificiale, in quelli che nel nostro ordinamento sono chiamati “Enti locali”: Comuni, Città metropolitane e Province.

L’intelligenza artificiale si basa sugli sviluppi tecnologici e sulle capacità dei computer che hanno la possibilità di pensare e decidere in un modo che si avvicina a quello del cervello umano, ma con maggiore velocità e memoria.

  Gli studi sull'intelligenza artificiale distinguono tra quella “debole” o “ristretta”, che è in grado di imparare a eseguire una piccola serie di compiti con un obiettivo ben definito e intelligenza artificiale “forte” o “generalista”, che è in grado di imparare a eseguire una vasta gamma di attività di funzioni complesse che interessano più campi contemporaneamente. Invece di fare affidamento su regole precise progettate esplicitamente dai programmatori, i moderni sistemi di intelligenza artificiale possono imparare dai modelli di dati che incontrano e sviluppare le proprie regole per interpretare le nuove informazioni. Ciò significa che l’intelligenza artificiale può risolvere problemi e apprendere con pochissimo impulso umano, diventando di fatto una entità a sé in evoluzione.

  Per taluni esperti della materia queste caratteristiche, impensabili fino a qualche anno fa, potrebbero rilanciare le piccole entità territoriali del settore pubblico nell’affrontare una serie di sfide e trasformarle in πόλεις intelligenti. La prima idea al riguardo che viene in mente al cittadino o all’Amministratore locale è il consumo di energia, dall'illuminazione stradale alla climatizzazione dei locali delle sedi istituzionali: l’intelligenza artificiale non solo fornisce informazioni in tempo reale sul consumo energetico, ma è anche capace di utilizzare questi dati per regolare tutto il flusso di rete, anche basandolo in tempo reale sulle condizioni atmosferiche.

  Varie municipalità, poi, in tutti i continenti hanno cominciato a utilizzare l’IA per studiare statisticamente e analizzare “criticamente” quali fattori creano traffico e incidentalità; in altre parole questa sensazionale invenzione può essere utilizzata per elaborare grandi quantità di informazioni e mappare i fattori di rischio, rendendoli più facili da gestire per i gli organi di decisione politico-amministrativa. Altro esempio, la manutenzione stradale: il problema di superare l'eventuale appaltatore concordato con l’Ente locale per il problema dello spessore dell'asfalto, in modo che venga preparato e inviato un rapporto immediato al dipartimento Viabilità, come quello finanziario o dei servizi, e senza che lo scambio si interrompa in riferimento al dipendente, in modo che il problema venga assimilato e registrato nell’iter di lavoro e all'interno del suo fascicolo con il Comune. Idem per la gestione dei rifiuti: costruendo algoritmi dei problemi e attivandone un altro per soluzioni su cui è possibile lavorare immediatamente.

  Anche la velocità di elaborazione dei dati e la capacità a prevedere i problemi futuri è un arco nella freccia dell’IA in un contesto circoscritto come quello di un Comune ovvero di un Area vasta.

 Ma quello che in questa sede interessa maggiormente è la questione del ruolo dell’IA nel campo probabilmente meno “informatizzabile” della Pubblica Amministrazione locale, cioè il dibattito e l’”arte” della politica locale. In termini di governance municipale, l’uso dell’IA è essenziale, ma non sostituirà mai il libero arbitrio del consigliere o dell’assessore: gli formulerà raccomandazioni in merito alle politiche da mettere in campo nel ruolo di controllo della macchina amministrativa e addirittura assisterlo nel potere di indirizzo, come una stuola di preparatissimi collaboratori. Nel mondo anglosassone a tal proposito si è coniata l’espressione “open policy design”, ma il prossimo scalino da salire per integrare umanità e tecnologia nell’opera dell’Amministratore locale è senza dubbio il coinvolgimento grazie all’IA degli “amministrati” come portatori di bisogni e interessi in tempo reale, fornitori permanenti, inconsci e gratuiti di dati necessari per la formulazione delle politiche e dell’azione burocratica.

 In generale, poi, i compiti connotati da bassa complessità e incertezza sono più adatti all’automazione dell’intelligenza artificiale. Il processo decisionale digitale potrebbe portare a misure più giuste che eliminino i rischi di favoritismi e discriminazioni. Al contrario, dovremmo prestare maggiore attenzione ai compiti con un grado elevato di complessità e incertezza che dovrebbero rimanere di responsabilità dell’alta amministrazione “umana”.

  Per quanto riguarda il personale degli Enti locali, spesso di poche unità e di età avanzata nei piccoli Comuni, è auspicabile un utilizzo dell’IA necessariamente per i neo-assunti senza voler estenderla per ragioni di “egualitarismo aritmetico” a personale non preparato alle nuove tecnologie come, appunto quello prossimo al pensionamento: il gioco non varrebbe la candela, perché lo sforzo di dialogare con l’IA non è trascurabile, né in termini di tempo, né di fatica, né finanziari.

  Limitatamente al campo della gestione e del trattamento dei dati riguardanti la privacy anche il personale in età avanzata invece sarebbe da coinvolgere perché soltanto una vera intelligenza artificiale può trattare una materia così delicata e di crescente importanza in maniera perfettamente asettica come impone la normativa.

  In conclusione per una pubblica Amministrazione come quella italiana ancora molto politicizzata, burocratizzata, documentale… In una parola “ottocentesca” e per molti versi restia se non addirittura ostile alla modernizzazione, l’IA, controllata e gestita con sistemi di sicurezza (questa sì “umana”, altrimenti c’è il rischio che lo strumento diventi utilizzatore e viceversa, quasi in un horror) potrebbe essere uno shock in grado di eliminare molti dei limiti e delle inefficienze dell’Amministrazione pubblica, specialmente per la limitatezza di risorse finanziarie, strumentali, umane e di cultura impiegatizia degli Enti Locali.

 

 

 

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