• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Politica > Utoya: una strage di matrice politica

Utoya: una strage di matrice politica

La strage di Utoya, in cui hanno perso la vita decine di ragazzi che partecipavano ad un campus del partito laburista, ha mostrato all'Europa l'emergenza dell'estremismo di destra xenofobo. Molti di coloro che negli ultimi anni hanno attaccato senza sosta il "laicismo" delle società nordeuropee e più in generale il multiculturalismo e la società multietnica, oggi liquidano il doloroso episodio come il gesto di un "pazzo isolato". Ma la lucidità e la preparazione pratica dell'attentatore, che ha continuato prima, durante e dopo l'attacco ad agire con freddezza e a fornire "spiegazioni" del suo gesto, non hanno molto a che vedere con la pazzia.

Si è trattato di un atto programmato, annunciato con un ponderoso documento di 1.500 pagine e rivendicato ieri in tribunale. Il "Mein Kampf" di Breivik non è composto da farneticazioni sconnesse, bensì riproduce, con meticolosa accuratezza, l'intero repertorio di clichés e argomentazioni dell'ultradestra nemica della società aperta, degli immigrati, del "marxismo culturale" e della religione musulmana. Ricorrono ossessivamente i richiami al fondamentalismo religioso cristiano, le chiamate alle armi contro gli "invasori", e l'odio profondo verso coloro che non abbracciano la causa della guerra contro la "degenerazione" europea.
 
L'obiettivo scelto non potrebbe essere più chiaro: i giovani laburisti, da eliminare in quanto futuri continuatori di una visione tollerante, accogliente e pluralista della Norvegia. Non si può dunque parlare di un atto "folle" e "inspiegabile", come cercano goffamente di fare alcuni editorialisti che di primo acchito avevano subito dato tutta la colpa ai soliti musulmani ("Ci attaccano - sono sempre loro!" - strillava "Il Giornale"; "Con l'Islam la tolleranza non funziona", si compiaceva "Libero"). Si tratta di un attacco che ha un'esplicita matrice politico-ideologica di estrema destra; di un piano nato e cresciuto, fino alla drammatica attuazione, in un terreno di coltura che annovera numerosissime sigle, connette siti, blog, forum di estremisti e trova espressione in partiti e personalità politiche che siedono ormai in assemblee locali e nazionali.
 
Appena ieri, in un'intervista radiofonica, l'europarlamentare della Lega nord Borghezio ha definito "condivisibili" le idee di Breivik. Basta fare un giro sui forum di estrema destra in queste ore per cogliere espressioni se non di giustificazione, almeno di "comprensione" nei confronti di Breivik. E non sono solo i più esagitati a fare dichiarazioni agghiaccianti. Il posato Magdi Cristiano Allam, ex vicedirettore del Corriere della Sera, pur condannando la strage ha argomentato che essa è colpa del multiculturalismo: sono queste insopportabili idee di tolleranza, apertura e pluralismo che finiscono con l'innervosire chi se ne vuole stare tranquillo a casa sua in una società monoetnica e monoculturale, quindi poi non ci si lamenti se qualcuno prende il fucile e reagisce a modo suo. La soluzione proposta da Allam? Semplice: eliminare il multiculturalismo. Così non avremo più il terrorismo alla Breivik. 

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares