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Unioni Civili: il PD folgorato sulla via di "Bagnasco"

Dopo le dichiarazioni del presidente della CEI, il PD è corso a modificare il disegno di legge sulle unioni civili che sa di compromesso al ribasso. L'unione tra persone dello stesso sesso viene ora definita "specifica formazione sociale".

Monica Cirinnà

Alla fine i "rumors" degli ultimi giorni si sono rivelati corretti: il ddl Cirinnà sulle unioni civili è stato modificato in una sua parte sostanziale. Durante l'esame degli emendamenti, la Commissione Giustizia del Senato ha approvato la riformulazione dell'articolo premissivo all'art.1 rinominando "specifica formazione sociale" l'unione tra persone dello stesso sesso. Tutto per evitare che il nuovo istituto possa essere interpretato come un vero e proprio matrimonio.

E' la stessa senatrice Monica Cirinnà, relatrice del disegno di legge, a darne notizia attraverso l'ufficio stampa del Partito Democratico e sul suo profilo Facebook.
Secondo la Cirinnà si tratta di un ottimo lavoro in quanto verrà finalmente creato il riconoscimento giuridico per le coppie dello stesso sesso ancorandolo alla definizione di "formazione sociale" dell'art.2 della Costituzione Italiana.
"In questo modo - ha dichiarato Cirinnà - eviteremo tutte le possibili strumentalizzazioni di chi dice che questo provvedimento istituisce il matrimonio gay".

Le reazioni però non sembrano essere positive, soprattutto in chi vede nelle modifiche un gioco al ribasso.

Non passa inosservato, del resto, come la corsa alla ridefinizione dello status di coppia omosessuale abbia subìto una forte accelerazione in seguito alle recenti dichiarazioni del cardinale Angelo Bagnasco su quella che egli definiva "scorrettezza" nel disciplinare in modo egualitario e con stessi diritti la famiglia tradizionale con altri tipi di unioni.
Alle dichiarazioni di Bagnasco, viste da molti come una vera e propria (l'ennesima) ingerenza della Chiesa nella politica italiana, erano seguite le rassicurazioni di Matteo Renzi il quale aveva precisato "rispetto per Bagnasco ma le unioni civili si faranno".

Peccato che durante il suo intervento al "Meeting" di CL a Rimini lo stesso premier aveva evitato di parlare dell'argomento suscitando più di una preoccupazione in chi chiede il matrimonio egualitario. Il resto è cronaca dei giorni scorsi con continue indiscrezioni di chi probabilmente già stava lavorando a ipotesi di modifica del testo per venire incontro ai timori dei vescovi e per rassicurare l'alleato NCD, stampella vitale del governo Renzi.

Oggi possiamo quindi dire con certezza che ancora una volta la politica più che una mediazione ha scelto la via del compromesso (probabilmente il peggiore possibile).

Ma neppure NCD sembra essere d'accordo con tale compromesso a giudicare dalla dichiarazione dell'ex ministro Maurizio Sacconi che dice: "La definizione delle unioni civili come specifica formazione sociale appare come un disperato espediente causidico per distinguerle dal matrimonio".

La modifica del testo è stata approvata con i voti del PD e del Movimento 5 Stelle.

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