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Unione Europea: Juncker che vergogna!

Juncker, nuovo presidente della commissione dell’Unione Europea, anche prima della formalizzazione della sua nomina aveva reso pubblica la sua intenzione di promuovere la realizzazione di 300 miliardi di investimenti per affrontare la crisi economica che colpisce i paesi europei. Alla fine si è scoperto che i “soldi veri” che l’Unione europea metterà a disposizione saranno solo 21 miliardi.

E come si arriva all’importo di 300 miliardi? Ai 21 miliardi se ne aggiungeranno qualche altra decina di prestiti, in prevalenza erogati dalla Bei, ai quali si dovrebbero accompagnare da un lato fondi dei diversi governi dei paesi dell’Ue e poi investimenti dei privati.

A parte il fatto che è tutto da verificare che alla fine si arriverà a realizzare investimenti per 300 miliardi con l’attivazione di questo meccanismo, in realtà sarebbero necessari 300 miliardi - e per la verità anche una somma maggiore come alcuni hanno sostenuto fino a raggiungere i 1.000 miliardi - di fondi messi a disposizione direttamente dall’Unione europea affinchè si realizzasse un piano di investimenti pubblici in grado davvero di determinare un miglioramento sensibile della situazione economica ed occupazionale dei paesi europei.

E perché non si fa questo?

Per l’opposizione soprattutto della Germania che teme che i bilanci pubblici di almeno una parte dei paesi europei, in considerazione del fatto che le risorse finanziarie che gestisce l’Unione europea derivano dai singoli paesi aderenti, non rispetterebbero gli stringenti vincoli relativi ai deficit che la Germania evidentemente, nonostante il fatto che la crisi sta colpendo anche i tedeschi, non vuole allentare di molto.

Quindi ancora e solo rigore.

Non c’è, con il piano Juncker, nemmeno l’avvisaglia di un cambiamento nella politica fiscale sostenuta, promossa e consentita dall’Unione europea, nonostante qualcuno, come il ministro dell’economia italiano Padoan, consideri il piano un primo passo verso un cambiamento di politica.

Non mi sembra proprio. E anzi il piano Juncker rappresenta una vera e propria presa in giro. Una vera e propria vergogna, non solo per chi lo ha proposto, ma anche per i paesi che lo hanno sostenuto e che lo accettano senza protestare granchè.

Ma quanto dovrà crescere ancora la disoccupazione in Europa affinchè l’Unione europea e i governi dei vari paesi adottino una politica economica veramente all’altezza della gravità della crisi, politica peraltro sollecitata più volte dagli Stati Uniti d’America e da altri paesi extraeuropei?

 

Foto: European People's Party, Flikr.

Questo articolo è stato pubblicato qui

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