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 Home page > Attualità > Cultura > Una commissione sulle decimazioni: politica o revisionismo storico?

Una commissione sulle decimazioni: politica o revisionismo storico?

Ammetto che ho sempre guardato con diffidenza la politica che vuole “impossessarsi” della storia, che vuole attuare azioni di ricerca volte a ristabilire o definire nuove verità su eventi avvenuti decine di anni prima. Nonostante sia fautore di un revisionismo storico come essenza della storiografia, devo riscontrare come troppo spesso le commissioni parlamentari d’inchiesta che si siano occupate di storia, abbiano offerto riletture politicizzate poco aperte, mediate e scientifiche.

Nella fattispecie, intendo occuparmi dell’indiscrezione in base a cui la Ministra della Difesa Pinotti avrebbe deciso di istituire una commissione parlamentare sulle forme di decimazione e di processi sommari attuati nel corso della Grande Guerra, un’azione che necessita di una profonda riflessione sul livello raggiunto dalla storiografia italiana e internazionale sul primo conflitto e sulle nuove possibili fonti consultabili per confutare o rafforzare le tesi sin qui sostenute dalla storiografia.

Credo che la domanda di fondo insita nell’”operazione Pinotti” sia se il comando supremo abbia agito in modo conforme o difforme dal codice penale militare dell’epoca, l’interpretazione del quale è l’unica deputata a stabilire se gli alti ufficiali abbiano rispettato o meno la legge. Non possiamo dimenticare le difficoltà con cui gli alti comandi si trovarono a fare i conti per inquadrare il più grande esercito di massa della ancora giovane storia italiana, un esercito non ancora forgiato a pieno (tanto che molti ne hanno colto il momento unificante proprio nel 1915-18) nella propria unità nazionale.

Di certo, se generali e alti ufficiali abusarono dello strumento della decimazione, come pare ormai appurato, c'è da chiedersi a quale obiettivo tenderebbe una rilettura in tal senso: riabilitazione di soldati morti ormai da cent'anni e a cui già vanno riconosciuti coraggio, spirito di abnegazione e capacità di sopportazione? O nuove critiche a comandi troppo sopravvalutati all'epoca e poi massacrati dalla storiografia successiva?   

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