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Un vecchio sogno: gli antichi casolari

Un vecchio sogno: gli antichi casolari

Un vecchio sogno, per vecchi casolari. 

Mi piace molto guidare per il Lazio.

Per il panorama, per la natura, che molte volte posso vedere solo attraverso il parabrezza, ma soprattutto od anche per i casolari.

Vi sono molti casolari di antichi contadini, abbandonati: pochi perché vicino alla autostrade.

Li amo guardare.

La loro architettura, tramite le finestre, di solito, un po’ più piccole, la loro disposizione, le scale esterne, rivela sempre una poesia, una poesia che non vorrei mai vedere scomparire.

Vicino al paese dove abito, vi è un incrocio, dove un semaforo regola pause lente, ad un traffico inesistente.

Il tutto in un paesaggio desolato: vicino vi è un pulisci macchine: una stazione di servizio predisposta solo alle puliture delle macchine, con le sue grandi distese di cemento,asfalto?

Fortunatamente vi è un antico casolare: il tetto è fracassato, invaso da erbacce.

La lunga forma rettangolare viene ritmata e spezzata, da una serie di finestre, che dà ad essa l’incanto di una poesia, albergata in un cuore.

Una scala esterna, per raggiungere i piani superiori, porta questo casolare nella fiaba: non mi sorprenderei se gnomi e fate vivessero lì dentro.

In quell’ incrocio, adesso, quel casolare non esiste più: al suo posto vi è una costruzione allungata, che ricorda gli anni cinquanta, con la loro povertà, con le loro scatole di fiammiferi: così chiamo le costruzioni di quell’epoca.

Quella è stata l’unica volta , che io mi ricordi, che ho rimpianto di non avere abbastanza soldi, tanto da comprare quell’antico casolare.

Così, incomincio a scrivere, cantando quei casolari, che serenità danno alla mia mente.

Molti di essi sono abbandonati: ed allora, come fare? Come far loro evitare la sorte, di quell’antico casolare lungo, che allietava le mie attese, dinnanzi a strade vuote, vicino ad un semaforo?

Ed allora, sogno.

A chi potrebbero interessare i casolari abbandonati?

Agli italiani,no, li avrebbero già comprati e ristrutturati.

Ed allora, a chi?

E penso ,o sogno, ad una grande agenzia di viaggi, americana, che comperi tutti i casolari abbandonati in Italia.

E’ un sogno, non ha niente a che fare, con la realtà, con questa realtà, in cui viviamo, dove il mondo è attraversato da una grossa crisi.

Riguarda la realtà, solo nel desiderio, che ho, di preservare questi antichi casolari.

Gli americani, di sicuro, apprezzerebbero queste antiche architetture, questi antichi materiali, lo spazio, vissuto e creato dal cuore di un antico contadino.

Li ristrutturerebbero, questo è sempre il mio sogno che parla, arredandoli di mobili , dell’arte povera.

Ricreerebbero, insomma, l’antico ambiente di allora.

Ovviamente, poche camere, non come un albergo, dalla buona cucina “di casa”, albergata nell’antica cucina.

Il pane su cuoce nel forno a legna, nell’aia, come i vecchi tempi.

Tutto il cibo è contadino.

Se, per caso, all’interno della casa, si ritrova l’antico forno a legna, cosa molto rara ritengo, ebbene si usa quello.

Le poche camere, il cibo per non molte persone, si devono adattare alle strutture preesistenti, creano un pubblico particolare.

Sono strutture, che costano molto care: la ristrutturazione di un antico casolare comprende anche servizi igienici e tutte quelle comodità che un pubblico moderno non sa, non solo rifiutare, ma rinunciare.

Quindi, necessariamente, tale agenzia si dovrebbe rivolgere ad un pubblico ricco, non certo low-cost, e che ami le cose antiche.

Il personale che dovrebbe dare il benvenuto agli ospiti,ed aggirarsi per il casolare, dovrebbe rendere , viepiù presente, l’atmosfera.

Una Sofia Loren, andrebbe benissimo, ma non pretendo tanto.

Comunque, qualcosa di simile, qualcosa di popolaresco, che ricordi la vecchia Italy, con una grossa superficie raffinata, che metterebbe a loro agio, gli ospiti, che appartengono ovviamente ai ceti privilegiati.

Il tutto, sempre parlato in inglese.

Il personale, non dovrebbe essere necessariamente italiano, ma, secondo il mio sogno, dovrebbe essere americano, per mettere a loro completo agio gli ospiti.

La cucina, ovviamente italiana, non necessariamente da cuoco italiano.

Tenete presente, che la atmosfera da vecchio casolare, permetterà agli ospiti di aggirarsi in cucina,

e quindi il cuoco dovrà, non solo, fornire “l’ottima cucina italiana”, quella proprio fatta in casa,

ma anche un’atmosfera particolare , in cui gli ospiti americani, si muovino a loro completo agio.

Non vi sarà la piscina, ahimè, ma l’esperienza sarà unica, non vi sarà la monotonia od il “ già visto” di altri viaggi.

Chiaro, si possono, poi organizzare viaggi all’intorno, con le solite navette ,ecc., dove si infrangerebbe l’atmosfera del vecchio casolare, per ritrovare le bellezze turistiche, già osservate nei depliant, nella lontana America, e che non mancano mai di suscitare una profonda sorpresa, ed una emozione intensa, in chi le guarda, da vicino, turista o no.

Il nome del progetto vacanze?

”Little Italy”, of course. 

 

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