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Un giovane su quattro senza lavoro: il ministro gongola

I dati sulla disoccupazione, commentati dal ministro Sacconi con un “c’è chi sta peggio” che,  appunto, si commenta da solo, raccontano una grande menzogna.

Raccontano la bugia di un paese dove c’è meno disoccupazione rispetto alla media europea – il tasso di disoccupazione generale, in Italia, è all’8,4% contro il 9,6% della UE – e dove solo i giovani trovano serie difficoltà a trovare lavoro: sono infatti disoccupati il 27% dei ragazzi italiani mentre nel resto d’Europa è senza lavoro il 19,6 % dei loro coetanei.
 
E’ proprio il dato sulla disoccupazione giovanile che ci fa venire il sospetto che ci sia qualcosa che non quadri nel dato più generale della disoccupazione in Italia. La verità è che in un paese che non ha nessuna seria politica d’aiuto ai disoccupati, e dove gli uffici di collocamento servono a poco o a nulla, tanti di coloro che nel resto d’Europa figurerebbero disoccupati, in Italia risultano semplicemente nullafacenti. Considerato come cambiano e molto, da paese a paese, la modalità per il calcolo della percentuale di disoccupazione, per capire come stiano veramente le cose, proviamo a dare uno sguardo ad un altro dato prima di trarre la conclusione che tutto vada bene nell’Italia di Berlusconi; andiamo a vedere qual è la percentuale di occupati rispetto alla popolazione tra i 15 ed i 64 anni di età, quella considerata attiva, nei vari paesi europei.
 
Nella zona Euro lavora il 64,7% della popolazione attiva. In Germania tale percentuale sale al 70,9%; in Gran Bretagna al 69.9% e in Francia al 64,2 %. Paesi nordici, si dirà, con una struttura economica e sociale diversa dalla nostra; sono sicuro che sarà una sorpresa per molti scoprire che anche le disastrate Spagna, dove il tasso d’occupazione è al 59,8%, e Grecia, dove è il 61,2 %, stanno meglio del migliore dei mondi possibili tanto esaltato dai tifosi del governo: in Italia, infatti, lavora solo il 57,5 % della popolazione attiva. La situazione dell’occupazione in Italia è dunque, di gran lunga, le peggiore d’Europa; solo la presenza di un elevato numero di lavoratori in nero, non rilevati da queste statistiche, e la rete delle tradizionali solidarietà familiari, fanno sì che il numero dei drammi causato dalla congiuntura, nella nostra società, sia ancora limitato: si tira avanti, insomma. Dietro ai nostri dati sulla disoccupazione si nascondono il lavoro nero di tanti e la disperazione di chi, ormai, ha rinuciato cercare lavoro nelle forme tradizionali.
 
Questo è il motivo per cui la disoccupazione giovanile è tanto elevata in Italia: i giovani si ostinano a cercare un impiego; gli altri, in qualche modo si arrangiano. Il ministro del welfare che non c’è, nel paese dove di lavoro non ce n’è, dunque, farebbe bene a restarsene zitto, a meno che voglia porre la diffusione del lavoro nero e gli aiuti dei nonni per arrivare alla fine del mese tra i grandi successi di quello che appare, ogni giorno di più, come il peggior governo della storia repubblicana. Un governo che vende fumo, con la complicità di un sistema informatico succube o incapace - magari mi spiegherà qualcuno perché, a commento delle dichiarazioni di Sacconi, i giornali vicini all’opposizione non abbiano fornito questi numeri - e passa il tempo ad occuparsi di tutto, ma proprio di tutto, tranne che dei problemi reali del paese.
 
Visti i dati dell’occupazione, qual è infatti, il tema fondamentale del nostro dibattito politico? Ma il processo breve, ovvio. Tutto va bene in Berlusconistan e comunque c’è chi sta peggio... pare.

Commenti all'articolo

  • Di pv21 (---.---.---.115) 1 settembre 2010 18:37

    Il nostro record in Europa: un Ministro dello Sviluppo Economico che "latita" da oltre 120 giorni (ben 4 mesi). Sul suo tavolo giacciono ammucchiate oltre 200 pratiche di ristrutturazione aziendale. La grande industria ha perso un altro 2% di posti di lavoro rispetto al 1° semestre 2009. Potrebbe andare peggio, dice il governo. L’importante è non parlare delle "nebbie" autunnali di una crisi (ex-ripresa) che da mesi grava sul paese come Se fosse STAGNAZIONE ... 

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