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Un cuore troppo fragile per sopportare...

Brasile. Ana Carolina Reston, modella, muore per anoressia. Alta 1.73, pesava solo 40kg. Il giorno dopo la tragedia, La Repubblica: "Ilaria morta per anoressia. Uccisa dal sogno della moda” e poi più niente. Niente più testate di giornali, niente più speciali televisivi dedicati alla vicenda. Siamo forse riusciti a combattere l’anoressia?

No, non è così. Purtroppo il nostro silenzio è dovuto solo al fatto che chi ora sta combattendo o si sta facendo trascinare verso la morte, non compare su nessuna passerella, in nessun programma televisivo, ma è tra di noi, seduta accanto a noi sul bus per andare a lavoro, nella mensa della scuola, nella nostra casa.

Dorme nel nostro stesso letto o nella casa accanto, chiusa nelle mura di un corpo, troppo stretto ormai per poter sopportare la solitudine, il disprezzo per il mondo, l’odio per chi gli ha fatto del male e lentamente, senza chiedere aiuto, senza accettare aiuto, si avvicina alla fine.

La storia è la stessa, cara Marta, Paola, Cinzia, Michele, Sabrina, che tanti anni fa ti leggeva papà, prima di andare a letto: “La bella addormentata nel bosco”.

La mente ti abbandona, ti adagi lentamente nel tuo letto, le forze ti mancano, le persone che ti amano ti sono attorno ma tu non le puoi sentire, sei sola. Il finale però non sempre è uguale. Nella realtà, la bella addormentata può
anche non lasciare più quel letto. 

Navigando sul web, si possono trovare siti dove le ragazze si aiutano a vicenda, le più anziane insegnano alle “matricole” come farsi del male. 

La proposta del Pdl di bloccare i siti Pro Ana e Pro Mia era stata approvata e introduceva il reato di “istigazione all’anoressia e alla bulimia".
I siti pro Ana erano 300 mila in Italia, molti dei quali non ancora oscurati, cosa stiamo aspettando?

Leggendo certi blog, l’amarezza aumenta e ti senti disarmato.


Comunque veramente non ne posso più di sentire pressioni da parte di ignoranti, che credono di sapere di cosa stanno parlando. Perché chi dice "ti stai lasciando morire di fame" crede che il problema sia “di fame” e non il ”lasciarsi morire”. Come se non si soffrisse.

C’è veramente chi pensa che l’anoressia sia il semplice volersi magre all’osso e nonostante questo vedersi grasse. Anche perché in certi blog che leggo, non si parla altro che delle calorie ingerite. Ma l’anoressia è anche un cammino sul sale, è anche trovarsi persi dentro la propria testa, senza sapere dove girarsi, dov’è l’uscita e a tratti ci si rende conto, che non si vuole uscire. Non perché dentro si sta bene, ma perché la propria insicurezza, è comunque un ambiente più sicuro e stabile, dell’insicurezza che viaggia di fuori”.

 Andando avanti le parole si fanno più agghiaccianti.
“Ho preso una busta di patatine dal mobile, un bicchiere di the twinings alla
vaniglia, la bottiglia dell’acqua sul tavolo. Finita la busta, via a vomitare finché uscivano solo saliva e lacrime, finché ancora una volta mi sono scoppiati i capillari sotto agli occhi. E più ci penso più voglio vomitare” .

Non si può capire a fondo che cosa succeda alla mente in quei momenti, so solo che forse si dovrebbe diffondere il messaggio più crudo e realistico della malattia, quello delle conseguenze più dannose che tutto ciò provoca:

Tumore allo stomaco, frequenti casi di epilessia, problemi tiroidei dovuti al frequente uso di lassativi, metastasi al fegato. 
 
Purtroppo l’anoressia non è sola come "Te" ma cammina insieme a malattie che realmente procurano tanto dolore. Ciò che i mass media non comprendono è che non serve affatto aumentare la taglia per poter sfilare o per risultare oggettivamente bella e in forma, ma sta tutto nell’immagine che si inoltra.

Basta con le ossa in bella mostra, le scapole accentuate, le ginocchia magrissime, le caviglie sottilissime. E’ questo che fa gola, è questo ciò a cui si tende, a cui si vuole arrivare per dimostrare a se stesse che ce la si può fare o per chi sa quale altro motivo, anche se poi i risultati "non si avrà il tempo di guardarli".


 

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