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Twitter? E’ sempre esistito Tra gli...

Twitter? E’ sempre esistito

Tra gli usi più "lamentati" del servizio di microblogging Twitter figura la tendenza a raccontare cose di cui, nominalmente, non frega niente a nessuno. In particolare, la gente pare detestare il classico micropost in cui si raccontano le cose più banali che stanno accadendo (e a volte non accadono nemmeno) al microblogger di turno, Qualche esempio:

"sta buttando i fusilli"
"odia sua sorella"

per non parlare dei più autoreferenziali


"chatta con @davewiner"
"rifiuta l’invito di @scoble"

eccetera eccetera, il  tutto aggravato dalla vituperatissima tendenza a "twittare" in terza persona, manco fossimo Pietro Mennea (eh sì, il sottoscritto è uno dei colpevoli, ma non si può far diversamente se il tuo status di Facebook associa il twit al tuo nome proprio). 

Posso anche concordare, in linea di principio, con tutte queste critiche a Twitter e al modo in cui viene usato. Eppure è di gran lunga il social network di maggior successo tra gli incalliti della blogopalla, e ha ovviamente resistito a tutti i problemi tecnici di questi ultimi mesi.

E il motivo di questo successo è molto semplice: twitter è sempre esistito anche nel mondo offline. Basta ascoltare una qualsiasi conversazione tra un ombrellone e l’altro, tra persone che di internet non sanno nulla. Perchè l’esigenza di raccontare agli altri le proprie banalità (e quindi LA propria banalità) nasce dalla semplice constatazione che noi siamo quello che facciamo.

Anzi, aggiungo io, lo siamo molto di più nel banale e nel quotidiano che nell’immagine molto più complessa ed eccitante di noi stessi che vorremmo proiettare all’esterno, con elucubrazioni più o meno profonde che il più delle volte non ci appartengono affatto. Compresa questa :-)

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