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Torino Traffic Festival, giorno 1. I semi della discordia

In gergo tecnico un primo giorno di Festival del genere si definirebbe disastro. Non ci sono altri metodi o altre parole per descrivere la delusione e lo shock di arrivare a Venaria per il Traffic Festival.

Capisco che qualcuno non voglia leggere delle innumerevoli sorprese per non rovinarsi la festa, ma ho un bisogno che mi cresce da dentro nel dire che rispetto agli anni fastosi della Pellerina, l’area del concerto gratuito si è trasformata in un circo poco affollato, molto controllato e di quelli in cui i trapezisti fanno a meno della rete, perchè costa troppo a chi gestisce la baracca, rischiando di farsi male in qualsiasi momento.

In tanti anni di festival gratuiti poche volte mi è capitato di dover attraversare un cordone di staff e carabinieri che frugano con nonchalance nelle borse, tantomeno di ritrovarmi di fronte ad un cancello chiuso. Senza parlare del parcheggio a pagamento (6 euro) e l’opportuna chiusura di quasi tutte le vie limitrofe per rendere l’esperienza del parcheggio ancora più eccitante e divertente. Lo spirito di una manifestazione del genere si nutre della libertà di poter fare essenzialmente cosa diavolo ti pare,di non preoccuparsi dell’orario, di non sentirsi in gabbia o perennemente osservato. Peccato che siano tutte sensazioni che trovano spazio la prima sera del Traffic, prima sera in cui debuttava anche il B Traffic evento importante per i giovani musicisti di Torino che si ritrovavano per la prima volta a suonare accanto al mainstage calpestato da grandi artisti. Un B Traffic penalizzato nei tempi, nella considerazione, nei tecnicismi e nel rispetto. Un esempio è stato dato dall’apertura dei cancelli alle 19.45 che ha regalato davvero poche chance ad HTS musica per poter inserire tutti i gruppi previsti nel loro programma. Peccato davvero, perché sotto il tour bus della Red Bull si era presentata una folla piuttosto nutrita e pronta ad aprire la mente verso musica nuova e di qualità, ma che ha dovuto assistere a disagi continui provocati dall’organizzazione che ha semplicemente ignorato la presenza di questa altra realtà dando vita a boicottaggi casuali o meno, davvero imbarazzanti e inutili. L’unica efficienza che mi è parso di notare è stata proprio quella di Hts, che ha sopportato tutto con una professionalità che in pochi avrebbero utilizzato in situazioni così palesi.


In un clima del genere sono addolorata dal fatto che la musica passi in secondo piano, almeno quella proposta sul palco principale.

St Vincent si è dimostrata una sorpresa di talento e ardore, Nick Cave & The Bad Seeds di classe e tocco cattivo, anche se poco incisivo e trascinante, mia modestissima opinione.

Sembra comunque che questa sera, 10 luglio, i tanto famigerati cancelli apriranno alle 18,00, sappiate che è severamente vietato introdurre bottiglie e lattine e che quindi sarete costretti a bere nelle strade con sommo piacere dei residenti, perché davanti alla Reggia mancano anche i cestini.

Si invita la gentile clientela del Festival a portarsi sotto il Tour Bus della Red Bull e fare a gara a chi urla più forte, Si prega inoltre di non accalcarsi e di non spingere per farsi frustare gentilmente all’entrata. Avete presente gli schiavi in Ben Hur?

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