• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Attualità > Cultura > The Zero Theorem, il futuro disperato di Terry Gilliam

The Zero Theorem, il futuro disperato di Terry Gilliam

Non è per niente malaccio questo Zero Theorem, film con cui Terry Gilliam ci regala la sua visione di un futuro prossimo ridotto maluccio.

melanie-thierry-zero-theorem

Siamo in un mondo decadente, dominato dalle pubblicità che invadono le strade. A coprire questa decadenza ci sono però miriadi colori, una coperta evidentemente fasulla.

Qohen vive in una chiesa ormai di sua proprietà (l’ha comprata dopo un incendio che l’ha devastata).
Vive solo, solitario e lavora per una immensa azienda dove processa entità grazie ad un programma su un pc (o qualcosa di simile).

Solo che lui aspetta una telefonata e la aspetta da tutta la vita, così vorrebbe lavorare da casa.


Alla fine riesce a convincere la mitica Direzione dell’azienda che, siccome lui è bravissimo, lo assegna al progetto Zero Theorem, dedicato a qualcosa che scopriremo strada facendo.

I ritmi però sono davvero eccessivi, anche per uno come Qohen, che non ha sogni e bisogni, così anche lui fiisce per crollare. Ad aiutarlo a venir fuori (e poi a ribellarsi) ci saranno la bella Bainsley, prostituta online, e il giovane hacker Bob.

zero_theorem

Ne viene fuori un panorama da rivolta non detta, e forse nemmeno capita da chi la mette in pratica.
Ma se i protagonisti non si rendono forse conto di lottare contro il sistema, la cosa è ben chiara a Gilliam, che ce la mostra senza mezzi termini.

Christoph Waltz è perfetto nel ruolo dell’uomo completamente dedito al suo lavoro (ma solo perchè non ha altro a cui pensare). Solitario, solo, timoroso, evidentemente folle nell’attesa di una telefonata da chissà chi. Parla in prima persona plurale a simboleggiare la sua difficoltà di stare al mondo, almeno in quel mondo.

Mélanie Thierry è tremendamente sexy, strizzata negli abitini che Gilliam le cuce addosso. Lei si perfettamente consapevole di volere qualcosa di diverso, di voler fuggire, scapapre, sebbene prima di ammetterlo passerà un po’.

La vicenda è godibile e si lascia seguire, sebbene sia forse più affascinante il mondo in cui è ambientata ed i protagonisti che non la storia raccontata in quanto tale.

Questo articolo è stato pubblicato qui

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox


Pubblicità




Pubblicità



Palmares

Pubblicità