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Terremoto a L’Aquila

 
Sono stato un volontario della Protezione Civile ed ho ricoperto l’incarico di Presidente Provinciale per le Associazioni di volontariato nella provincia di Forlì-Cesena. Come tutti gli altri volontari e amici che hanno sempre prestato la loro opera con passione, non ho mai ricevuto un soldo, anzi, pagavo di tasca mia attrezzature, vestiario, spese di spostamenti e sostenevo personalmente qualsiasi altro costo per quell’oneroso impegno, nonostante le mie scarse possibilità economiche. Con gli altri amici, tutti volontari, in collaborazione con le istituzioni preposte, abbiamo realizzato progetti “pilota”, come ad esempio quelli per l’avvistamento degli incendi boschivi e per il controllo dell’esondazione dei fiumi, progetti di cui andiamo fieri e che sono tuttora utilizzati.
 
Resta fermo tutto il rispetto per le forze della Protezione Civile che intervengono in caso di emergenza con dedizione, abnegazione e spirito umanitario, offrendo tutto l’impegno possibile, spesso superando i limiti fisici di resistenza personali; a cominciare dai Vigili del Fuoco, fino a tutti gli altri organi ufficialmente preposti, e naturalmente comprendendo le associazioni di volontariato.
 
Le parole “Protezione Civile” rappresentavano un emblema di cui tutti eravamo orgogliosi. Ora in me suscitano un altro sentimento, molto più squallido e triste perché quelle due parole comprendono molte altre cose meno nobili. Non mi soffermo sui fatti di arroganza, di corruzione, di dispendio di ingenti somme che sono state sperperate in opere e ricorrenze che, con la Protezione Civile, non hanno nulla a che fare. Questi fatti, sia pur gravissimi, sono superati, in quanto a gravità, da responsabilità ancora più devastanti. I disastri conseguenti a tutti i precedenti terremoti, alluvioni ed altre calamità, non sono serviti a nulla. Vorrei ricordare soltanto uno di questi eventi devastanti: il disastro del Vajont del 9 ottobre 1963.
 
Cito questo evento per alcune attinenze con il terremoto dell’Aquila e mi riferisco ai segnali che hanno preceduto la distruzione. Anche in quel caso il disastro è stato annunciato ed i morti si potevano evitare. Il terremoto a L’Aquila è stato preceduto da numerose scosse. Era preciso dovere della Protezione Civile provvedere all’immediata evaquazione degli abitanti. Bertolaso in quei giorni era evidentemente distratto da altri “affari”, sottovalutava i dati trasmessi dai tecnici e rassicurava la popolazione sostenendo l’assenza di rischio. Non voglio spingermi a pensare che la sottovalutazione possa essere stata voluta e consapevole, per poter poi intervenire a fatto avvenuto nei modi e termini poi applicati. Questa disattenzione si chiama come minimo incompetenza, cosa che ha avuto come esito la morte di centinaia di persone. Il responsabile della Protezione Civile dovrebbe quindi essere processato per strage e questo per evitare il perpetrarsi di situazioni in cui vi siano centinaia e migliaia di vittime a causa dell’incompetenza di chi è preposto a proteggerle. Se un chirurgo, per superficialità, commette errori durante una operazione ed il paziente muore a causa di questi errori, il chirurgo può essere processato e condannato. Il responsabile della Protezione Civile, con i suoi errori, uccide centinaia e migliaia di persone.
 
Nei giorni scorsi ho letto sul Resto del Carlino due articoli scritti da Sauro Turroni (ex senatore dei Verdi). Premetto che nutro nei confronti di Sauro Turroni un sentimento di profonda amicizia, che lo conosco personalmente e che ho spesso approvato i suoi interventi in Senato. In questi articoli Sauro Turroni sosteneva la professionalità di Bertolaso e ne vantava i meriti. Nel secondo articolo suggeriva di affidare i lavori di rifacimento della superstrada E45 alla Protezione Civile per sveltire interventi che vengono rimandati da anni. L’unica cosa su cui concordo è la lentezza di opere indispensabili che vengono rinviate per decenni. Il sistema per sveltire i lavori però non può consistere nel bypassare quelle leggi e quei controlli che garantiscono trasparenza e che dovrebbero garantire l’esclusione di partecipazioni malavitose. Pur comprendendo la simpatia che Bertolaso era riuscito a conquistare, pur comprendendo che vi sono stati aspetti apprezzabili, questo non significa che non vi sia anche un’altra faccia della stessa medaglia.

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