• AgoraVox su Twitter
  • RSS
  • Agoravox Mobile

 Home page > Tribuna Libera > Tendopoli e linguaggi universali

Tendopoli e linguaggi universali

In questi giorni di frenetica attività diplomatica tra Italia e Francia, l'esodo di migranti dal nord Africa verso le coste di Lampedusa è continuato incessante.
Rallentato, in alcuni giorni, solo dalle contarie e avverse condizioni del mare.
L'attenzione dei mass-media si è concentrata sulle dichiarazioni della classe politica di casa nostra.

Il solito copione.
Se per gioco si fosse messo il muto al sonoro del nostro televisore e si fosse provato a indovinare cosa diceva questo o quel politico in base alla suo partito di appartenenza, avremmo avuto un altissima probabilità di indovinarlo anche senza essere munit di poteri divinatori o di preveggenza.

Vedevi Bossi e pensavi a un fora de bal.

Vedevi Vendola e pensavi a solidarietà senza se e senza ma. 

Vedevi Casini e pensavi alla moderazione cattolica.
Vedevi Berlusconi e continuavi a tenere il muto al televisore.
Un copione stanco, appunto.

Ma che tratteggia perfettamente il profilo di una classe politica che annaspando nel fronteggiare da sola una crisi molto più grande delle proprie potenzialità sta mirando dritto e forzatamente a recriminare aiuti all'Europa e a cercare accordi con la Francia e con Tunisi.

I recenti accordi col paese nord-africano e con i cugini transalpini fanno ben sperare in una risoluzione del problema, senza però azzardarsi a fare previsioni sui tempi.

Intanto l'esodo continua.
E con esso anche i primi incidenti, come l'affondamento di qualche giorno fa di un barcone della speranza e la scomparsa di ben 150 persone in mare.
A volte non si riflette abbastanza sulla portata umana di una notiza data da una agghindata giornalista di un qualsiasi telegiornale.

Siamo ormai assuefatti ai ritmi con cui possiamo apprendere da un telegiornale della morte di un tabaccaio, della rapina in una banca o del sequestro di un uomo in trenta secondi.

Uno spot.
Non hai il tempo di reagire o comprenderne la portata che già stai guardando un servizio su una ricetta in cucina piuttosto che dell'incredibile stupore con cui a luglio inoltrato di bombardano di servizi per dirti che fa caldo.
Anzi, a proposito.

Approfittiamo della occasione per fare uno scoop sensazionale anticipandovi già oggi 11 aprile che anche quest'anno a luglio farà caldo.
A volte tuttavia ci scuotiamo dal nostro torpore.

Dopo il fora de bal di Bossi, l'incidente dei 150 disperati e le immagini di quei cadaveri galleggianti ha smosso qualche coscienza, riportando ciò che sta accadendo in un ambito di realtà.

La morte che ci ricorda l'importanza della vita.
La cosa si è ripetuta in questi giorni fortunatamente attraverso un percorso contrario e decisamente più positivo riportandoci ad un senso vivo e quotidiano della esistenza di questi migranti.

Un gruppo di musica popolare, virtuosi della pizzica e della tarantata, si recato a Manduria, appena fuori dalla tendopoli. Attrezzati di chitarre, tamburelli e fisarmoniche ed abbigliati a tono hanno cominciato a suonare e a ballare.

In un attimo la gente ha cominciato a cantare, suonare e ballare insieme.
I servizi dei telegiornali si sono così, per una volta, arricchiti di un tocco di originalità, rivelandoci l'ovvietà della forza della vita.

Ed ecco quindi che attraverso un linguaggio universale come la musica, alla fine, si riscopre l'uguaglianza umana nelle sue emozioni di fondo. Attraverso quelle scene anomale per una tendopoli, assolutamente inusuali per una situazione di emergenza, la musica ci ha riportato alla realtà meglio di qualsiasi altro discorso.

Quelle immagini di uomini italiani e stranieri che indistintamente cantano e ballano insieme per un momento di sollievo da una tragedia infinita ci hanno ricordato per un attimo che per quanto diversi, per cultura, storia e provenienza, siamo tutti uomini.

Ci ha ricordanto che prima che clandestino, migrante o rifugiato esiste una persona che in qualsiasi angolo del mondo si dovrebbe sempre tutelare nella sua dignità di uomo.

Perché una vita umana riamane una vita umana. Con o senza un permesso di soggiorno

Lasciare un commento

Per commentare registrati al sito in alto a destra di questa pagina

Se non sei registrato puoi farlo qui


Sostieni la Fondazione AgoraVox







Palmares