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Teatro Valle Occupato: 150 giorni di commedia comune

Oggi il Teatro Valle è occupato da 150 giorni, in un progetto di rivalutazione della cultura e dei suoi spazi.

 

Oggi, venerdì 11.11.11, data di mobilitazione globale, è il 150esimo giorno di occupazione del Teatro Valle; un "compleanno" di cui pochi si sarebbero ricordati, ma ancora meno sono coloro che in questi mesi sono venuti a conoscenza di questo progetto avviato nella capitale italiana, al quale i riflettori dei media nazionali hanno dedicato ben poca attenzione.
 
Il 14 giugno di quest'anno un movimento autorganizzato di lavoratori e lavoratrici del mondo dello spettacolo ha preso la decisione di occupare fisicamente lo storico teatro romano dopo la soppressione dell'Ente Teatrale Italiano, al quale ne era affidata la gestione, per evitarne dunque la chiusura o la cessione a realtà che avrebbero potuto condurre una reggenza finalizzata a scopi di profitto piuttosto che di progresso culturale. Rivendicando quel diritto alla formazione che i governi degli ultimi anni hanno pesantemente attaccato con politiche di austerità, un centinaio di cittadini si è dunque riappropriato di questo spazio per renderlo disponibile a tutti grazie all'organizzazione di eventi e spettacoli autogestiti.
 
Il primo appello, che esprimeva l'impegno comune per la salvaguardia del patrimonio artistico italiano venne firmato anche da intelettuali e artisti di un certo calibro, tra cui Andrea Camilleri a Toni Servillo, Fausto Paravidino, Emma Dante, Filippo Timi, Valerio Mastandrea e Anna Bonaiuto. Da allora l'occupazione continua, permettendo un vero e proprio programma teatrale che dà spazio alla musica, al cinema e alla danza e promuovendo un percorso di autoformazione artistica aperta a tutti, realizzatosi in corsi di critica cinematografica, tecnica di palcoscenico, recitazione, editoria e una serie di lezioni di improvvisazione con l'attore Paolo Rossi.
 
Progetto futuro degli artisti è quello di costituire una Fondazione Teatro Valle Bene Comune, della quale il 20 ottobre è stata illustrata in presenza di Ugo Mattei la prima bozza dello statuto, che è stata poi resa disponibile sul sito del Teatro Valle, e grazie ad interessanti tecniche interattive è modificabile e commentabile liberamente da ogni navigante, permettendo così la stesura e l'approvazione di un vero e proprio statuto partecipativo (consiglio caldamente una visita alla pagina per accorgersi delle curiose modalità in cui ciò avviene).
 
Il Teatro Valle Occupato infatti non è solo una riappropriazione di spazi, ma anche di metodi produttivi e sistemi decisionali, che avvengono rispettivamente in forme di autoproduzione culturale e programmazione partecipativa; applicando quindi nuovi meccanismi sociali ad una piccola realtà quale un teatro. Il Valle rimette in discussione il concetto stesso di ricchezza, rivalutando l' ottusa concezione ufficiale di produzione quale profitto e riportando l' attenzione alle vere necessità e ai necessari bisogni che la politica deve soddisfare, come la cultura e l' arte.
 
La partecipazione a questo progetto è interattiva, dinamica, multilaterale, poichè ogni singolo individuo è fondamentale nel suo ruolo e poichè non vi può essere spettacolo senza attori così come non vi può essere senza spettatori. Il Valle infine è un vivace e coloratissimo esperimento sociale, che grazie alla forza delle idee può diventare l' inizio di una "nuova e contagiosa rivolta culturale".
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