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Sufismo, la via interiore verso la realtà divina

Alla ricerca della realtà ultima.

Iniziazione. Un lungo percorso interiore. Il lungo lavoro di purificazione del cuore e delle intenzioni, il legame con il maestro spirituale, il cammino verso la verità essenziale, quella divina. Tutto questo fa parte della profonda realtà dei Sufi.

Si è tenuto il 9 giugno, presso la Biblioteca Ariostea di Ferrara, uno stimolante ed approfondito incontro dal titolo “La ciottola e il mantello – Prospettive sul Sufismo”, tenuto dall’islamista Paolo Urizzi, introdotto da Marcello Girone Daloli.

Paolo Urizzi ha studiato arabo e scienze islamiche all’Università dell’Azhar, al Cairo. Tiene Master sul sufismo e sulla mistica alla Scuola Superiore di Filosofia Orientale e Comparativa presso l’Istituto di Scienze dell’Uomo di Rimini, ha pubblicato diversi saggi sul pensiero tradizionale ed in particolare su quello del grande mistico Ibn Arabi.

Il Sufismo, in arabo Tasawwuf, è la realtà esoterica più profonda della religione fondata sul Corano, è quella che i Maestri antichi avevano definito come la “scienza dell’interiore”.

Il Sufismo è la via interiore che permette all’uomo di raggiungere un contatto diretto con la realtà divina, consiste nel metodo per arrivare in “prossimità di Dio”.

Dobbiamo liberare la mente dal pregiudizio per cominciare, ha spiegato Urizzi. Siamo condizionati dalla nostra storia e dalla nostra cultura, e questo rende difficile la comprensione di una saggezza primordiale, come la definì Sant’Agostino.

 “Chi conosce se stesso, conosce il suo Signore”, diceva il profeta Muhammad, e questa massima sintetizza tutto il percorso.

I Sufi seguono un cammino spirituale, basato sui consigli e la guida di un maestro (Sheykh). S’instaura uno stretto legame tra Maestro e discepolo, fatto di obbedienza e dedizione. Fino ad arrivare ad uno stato di coscienza diverso da quello ordinario, nel dominio dell’anima. Improvvisamente appare un mondo vastissimo con l’apertura della coscienza, un qualcosa che gli altri non vedono.

Il Sufismo non si può imparare dai libri, o per meglio dire, non si riduce ad una conoscenza dottrinale. Lo step fondamentale è quello di applicare nella vita quotidiana i principi dell’Islam.

Quella del Sufi è la via della “ripetizione”, la via del “ricordo” costante, dell’invocazione. Quando è completamente immerso in Dio, egli ritorna ad essere com’era prima di essere, cioè quando non era, pur essendo.

I Sufi, nel cercare Dio, cercano la realtà ultima. E non c’è spazio per i compromessi, è una realtà completa, assoluta, alla quale il pellegrino dello spirito si abbandona totalmente.

 

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