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Sudafrica: risentimenti profondi offuscano il miracolo della riconciliazione

Ciò che è avvenuto in Sudafrica a metà degli anni ‘90 del XX secolo, ovvero il passaggio pacifico da un sistema segregazionista a matrice razziale ad un sistema democratico, è stato definito da molti osservatori, me compreso, come un vero e proprio miracolo.

In effetti il passaggio di consegne dal “regime” dei bianchi alla democrazia è stato straordinariamente pacifico visto ciò che ha dovuto subire la popolazione nera per decenni. La riconciliazione, parola d’ordine nel Sudafrica post Apartheid, ha avuto una portata di altissimo livello ed ha stupito il Mondo.

Il Sudafrica democratico è sorto senza ritorsioni di sorta e soprattutto basandosi su una Costituzione di altissimo livello, che ha ottenuto il plauso internazionale per il rispetto delle diversità e l’avvedutezza dei principi fondamentali.

Detto ciò e confermando comunque le buone prospettive per un futuro pacifico e democratico del Sudafrica, rimangono però dei distinguo e dei problemi non del tutto risolti. Molti bianchi, soprattutto di origine olandese e tedesca (Afrikaners o Boeri), continuano a non accettare ostinatamente di essere uguali ai neri. Costoro sognano ancora un surreale Sudafrica dei Bianchi, ciò per mancanza di prospettive culturali adeguate, ostinazione, fanatismo e paura. È praticamente impossibile dire con esattezza quanti dei circa 3 milioni di Afrikaners siano ancora intimamente conviti, nonostante l’apparente accettazione del nuovo stato di fatto, della superiorità della “razza” bianca.

C’è però da dire che non mancano movimenti, non sempre alla luce del giorno, di neri decisi a farla pagare cara agli artefici degli innumerevoli misfatti compiuti nei confronti della popolazione nera per decenni; stupri, torture, esecuzioni ed umiliazioni di ogni sorta, hanno comunque lasciato un segno.

Affinché il miracolo Sudafricano sia reale e possa brillare per sempre come esempio di risoluzione pacifica di questioni estremamente difficili, come quella che ha caratterizzato il Sudafrica dell’Apartheid, è necessario che la classe politica riesca ad alimentare l’imprescindibile coesione sociale tra tutti gli abitanti del Sudafrica. Servono uomini con il carisma di Nelson Mandela per non mandare il frantumi il più bell’esempio di democratizzazione pacifica di cui si abbia memoria. 

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