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Stupro di Stato permanente

Il vecchio Syl, stupratore seriale: qualcosa di quasi simile al vecchio De Gaulle, l’ossessione del fare la storia. Peccato che Berlusconi neppure sappia chi sia.

Besson et De Gaulle.

Ho sempre pensato a De Gaulle come un anziano e compassato signore. Tirato a lucido, immobile, inespressivamente crudele, acqua di colonia. Di quelli dalla indefettibile figura pubblica e il gravoso vizio privato. Una specie di professor Humbert Humbert di Nabokov, e la Francia una Lolita un po’ cresciuta. Meglio, una Mathilda (per restare in loco) di Léon: abbacinata da una sorta di sindrome di Stoccolma per via della quale soffrire le pretese sessuali di monsieur De Gaulle, patirne il suo usare violenza. Provandone nostalgia e dipendenza. Si potrebbe immaginarsela a feto sul letto, a pensare arrampicata al cuscino che in fondo quelle manone le mancano, che quel ciarlare dicolpo di Stato permanente era solo preludio scenografico. Per poi negarsi, alla prossima, mentre si fa abusare.

Col cappotto nuovo addosso.
Silvio Berlusconi è ossessionato dalla pretesa di cambiare la storia, scriverla e mai sotto dettatura. Da presidente della squadra più vincente della storia del calcio, da pirata delle telecomunicazioni, ribelle uomo nuovo dell’etere. E’ un’aspirazione neppure nascosta (anzi, pubblicamente ammessa). Ora: da presidente del Consiglio sta ottenendo, mattone su mattone, tutto ciò di cui ha bisogno. Salvata la pellaccia, si diverte giocando a governare. E rovinando – non è dato sapere a quale pro – paese, istituzioni e società italiane. Questo, è evidente, semplicemente per l’ardito desiderio dell’ascrizione agli annali: vuol comprare un cappottino nuovo al nostro sistema di governo.

Ma poi: chi era ’sto qui?!
La cosa non gli serve necessariamente, avendo svuotato gli schemi parlamentari rendendoli premierato di fatto. Svilendo le camere - tanto da costringerne una a chiudere i battenti per qualche giorno -, ascrivendo a sé e al suo esecutivo l’iniziativa legislativa tramite una caterva di decreti. La sua aspirazione – e torniamo – è farsi De Gaulle, e per pura vanità. Prendere elettori e camere per le palle, imbolsire le possibilità del capo di Governo e mettere una x sulla sciagurata, litigiosa, precedente repubblica. Peccato che Berlusconi non sappia neppure chi fosse, ’sto De Gaulle.
U‘

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