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Stazione Termini: gli alberi di Natale e le storie italiane

Le lettere a Babbo Natale appese fuori dalla stazione Termini. Uno spaccato dell'Italia: chi sogna un lavoro, chi un treno finalmente puntuale (e chi di risolvere i problemi della nonna).

Roma: stazione Termini. Il più importante snodo ferroviario italiano, quasi un quartiere a sé - a ridosso di quello universitario - in cui lavorano centinaia di persone e circa 400.000 passeggeri transitano giornalmente. Ogni dicembre ci sono alberi di Natale nel piazzale esterno e nell’atrio principale della stazione. Ogni anno lettere, biglietti e scontrini scritti dai passanti e indirizzati a Babbo Natale, ricoprono gli alberi dalla base fino a dove si arriva ad attaccare il proprio, componendo un mosaico transgenerazionale dell’Italia che a Natale fa i suoi bilanci e pianifica il futuro. Si affida all’alberello una letterina, come in chiesa si accende un cero e si spera nel miracolo. Queste scritte parlano del miracolo di trovare un lavoro, un contratto, un’ impiego, il benessere, la tranquillità. C’è anche chi maledice il consumismo e la competizione. C’è chi chiede l’amore per sempre, chi l’amicizia, chi dice di non volere gli stessi soldi di Berlusconi, né il sesso, né il potere, ma almeno vincesse il Superenalotto o casomai trovasse un lavoro… alcuni vogliono tanti soldi, altri solo quelli necessari a sopravvivere. Una donna ha attaccato la propria busta paga di 600 euro: "vedi se per il prossimo anno puoi fare meglio". Un’aspirante ricercatrice si presenta già come cervello in fuga, accanto un altro biglietto chiede la promozione della sorella e la fine dei problemi intestinali della nonna: per quello la ricerca servirebbe? Qualcuno scrive di rafforzare i collegamenti per i suoi amici all’Aquila. C’è sempre chi non si stanca di scrivere “pace” in lingue diverse, chi chiede la pensione e chi a Natale quest’anno è disoccupato.

Ci sono i biglietti di Legambiente, per la campagna Pendolaria2011, a sostegno dei pendolari italiani. Saliti quest’anno a 2.800.000 persone in tutta la nazione. Il Lazio presenta le tratte più frequentate al giorno, 65.000 pendolari circa, in ognuna delle tratte principali. Ma questo non fa onore al nostro sistema ferroviario. Nel 2011 in quasi tutte le regioni italiane il prezzo dei biglietti è aumentato e il numero di treni disponibili è sceso. Dal 2002 al 2011 gli investimenti totali per le ferrovie raggiungono il 12% del totale, che è ripartito tra autostrade e metropolitane.(Fonte: Legambiente, rapporto Pendolaria 2011). L’immagine che si profila da questi dati l’abbiamo vissuta più o meno tutti: è un treno vecchio, sporco, gremito di gente pressata l’una contro l’altra, possibilmente in ritardo. La colpa del fastidio e del senso di sporco che si prova quando si scende é sempre dell’extracomunitario che puzzava troppo, e ci si dimentica di aver viaggiato in un treno che assomiglia molto a quelli della linea elettrica di Mumbay. Paralleli ai binari, in Italia scorrono solitarie autostrade tirate a lucido in attesa di riempirsi (di macchine tedesche) nel prossimo ponte.

Mentre osservo l’albero, che sembra un enorme kebab di carta, alcuni degli addetti ai lavori della stazione Termini mi raccontano che sono anni che l’albero viene messo e che con tutte quelle storielle ci verrà fatto un libro: "Sono le speranze della gente", dice il signore in tuta che guadagna 16.0000 euro l’anno e come gli altri, anche lui ha attaccato fuori la speranza di vederli raddoppiati l’anno prossimo. Il suo collega invece si dispiace: "quando puliamo certi fogli si staccano, li buttiamo via, ma tanto non servono a niente. Servono altre cose, 5.000 euro in meno ai senatori, pensando alla fila che c’è davanti alla Caritas di Termini".

"Prima erano solo barboni - continua - adesso sono persone normali, che non hanno più da mangiare. Ci dovrebbero scrivere sull’albero, che Centocelle (quartiere di Roma) è più grande di Bergamo, perché ci sono collegamenti diretti Roma-Bergamo e Roma-Brescia in Eurostar ma arrivare a Centocelle è un’impresa? I treni regionali poi stanno scomparendo in tutta Italia, perché? Se come si legge dall’alberello c’è un sacco di gente disoccupata? Quei treni sono stati chiesti dal governo appositamente per i parlamentari della Lega. Da quando Trenitalia è stata privatizzata l’azienda non decide più niente. Quelli assunti adesso che fanno le mie stesse cose e le mie ore, prendono meno soldi di me, da quando entrerà Montezemolo succederà quello che è successo alla fiat con Marchionne, ci abbassano i contratti e poi che fai, ti rifiuti? Questa è la verità, quelli sono i sogni, le speranze delle persone".

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